SCHEDA ARTISTA

Tinto Brass

Tinto Brass

Giovanni Brass

Nasce a MILANO (Italia) il 26-03-1933

BIOGRAFIA

Regista e sceneggiatore. Nasce a Milano ma per tradizioni e riferimenti culturali è molto più vicino all'ambiente veneziano dove si trasferisce subito dopo la nascita. Suo nonno, il famoso pittore e scenografo Italico Brass, attribuisce al nipotino il soprannome di 'Tintoretto' che in seguito Giovanni adotterà come nome d'arte, abbreviandolo in 'Tinto', sin dagli esordi della sua carriera. Sviluppa una sorta di irriverenza per le istituzioni dovuta probabilmente alla rigida educazione impostagli dal padre e dallo spirito anarchico trasmesso al giovane da suo nonno, fiero delle proprie origini russe. Dopo la laurea in giurisprudenza all'università di Padova nel 1957, si trasferisce a Parigi dove lavora come archivista nella prestigiosa Cinémathéque Française ed entra in contatto con la nascente Nouvelle Vague. Tornato in Italia, inizia la sua carriera nel mondo del cinema come aiuto regista di Alberto Cavalcanti, Joris Ivens e Roberto Rossellini. Nel 1957 si sposa con Carla Cipriani, che diventerà la co-sceneggiatrice e segretaria di edizione per gran parte dei suoi film e dalla quale avrà due figli. Il loro lungo matrimonio durerà più di quarant'anni fino alla morte di Carla, avvenuta nel 2006. Esordisce alla regia nel 1963, all'età di trent'anni, con "Chi lavora è perduto", film ambientato a Venezia, in cui il regista si concentra sul disagio di un giovane che non riesce ad inserirsi nella società con uno stile anarchico, molto vicino ad una Nouvelle Vague mai sbocciata in Italia. Dopo l'imposizione da parte della censura di rigirare il film, a causa dei temi trattati, il regista, in sintonia con il suo spirito irriverente, ne modifica esclusivamente il titolo (che in originale era "In capo al mondo"). L'anno successivo firma due episodi del film "La mia signora", con Silvana Mangano e Alberto Sordi. Verso la fine degli anni Sessanta, Brass abbandona il filone della commedia e del dramma per concentrare la sua attenzione sul mondo di coloro che hanno un ruolo marginale nella società e con la produzione successiva, inizia a percorrere la via della provocazione sessuale, ponendosi in un atteggiamento di contrasto con il sistema. Ogni suo nuovo film, non a caso incontra il dissenso della censura e della magistratura che intervengono spesso a imporre i loro veti. Nel 1969 dirige "L'urlo", un film che, in chiave surrealista, si pone in trasgressiva polemica contro la sua epoca e per questo viene a lungo vietato dalla censura anche se apprezzato dalla critica, tanto da ricevere una candidatura nel 1970 all'Orso d'oro del Festival di Berlino. Il successo di "Salon Kitty" (1975) convince il produttore Bob Guccione (della Penthouse) a sceglierlo per dirigere l'adattamento cinematografico di "Caligola" (1976) che, pur rinnegato dall'autore in seguito ai rimaneggiamenti in fase di montaggio imposti dalla produzione, rimane uno dei suoi film più famosi. Con "La chiave" (1983), tratto da un romanzo giapponese di Tanizaki Jun'ichiro, il regista rilancia al cinema l'attrice Stefania Sandrelli. Una delle caratteristiche di Brass è quella di aver lanciato, con i suoi film, alcuni dei volti del cinema italiano attuale: da Serena Grandi ("Miranda", 1985) a Francesca Dellera ("Capriccio", 1986), da Debora Caprioglio ("Paprika", 1990) a Claudia Koll ("Così fan tutte", 1991) ad Anna Ammirati ("Monella", 1997). Indiscusso maestro dell'erotismo con il suo "Senso 45" (2001, tratto dalla novella "Senso") e con il film a episodi "Fallo!" (2003), il regista conferma la sua reputazione di maestro indiscusso dell'avanguardia erotica cinematografica dimostrando come il sesso sia una parte normale e quotidiana della vita. Nel gennaio 2002 la Cinémathéque Française di Parigi gli dedica un omaggio-retrospettiva intitolato "Eloge de la chair" ("Elogio della carne"). Nella sua lunga carriera si occupa anche di teatro dirigendo alcuni spettacoli di successo: "Pranzo di famiglia" (1973, di Roberto Lerici), "L'uomo di sabbia" (1976, di Riccardo Rehim) e "Lulu" (1990, di Wedekind). Nel 2009 presenta a Villa Pamphili, a Roma, una rivisitazione del "Don Giovanni", ambientando l'opera nella Venezia del 1930. Nello stesso anno porta alla 66ma Mostra del Cinema di Venezia, in occasione della retrospettiva a lui dedicata, "Hotel Courbet", un cortometraggio di 18 minuti dedicato a Gustave Courbet. Nell'aprile del 2010 viene ricoverato presso il reparto di neurochirurgia in un ospedale di Vicenza a causa di un'emorragia cerebrale di lieve entità.

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[2008]Kick the Cock
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[2006]Il nostro Messia
[2003]FALLO!
[1998]Lucignolo
[1995]FERMO POSTA TINTO BRASS
[1988]Snack Bar Budapest
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[1964]La donna è una cosa meravigliosa
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