SCHEDA ARTISTA

Chris Marker

Christian François Bouche-Villeneuve

Nasce a NEUILLY-SUR-SEINE, Hauts-de-Seine, Île-de-France (Francia) il 29-07-1921

BIOGRAFIA

Regista, scrittore, sceneggiatore, montatore, video-artista, fotografo, produttore. Dopo una laurea in filosofia con Jean-Paul Sartre, il coinvolgimento nella lotta di Resistenza francese con il nome di battaglia 'Marker' e la pubblicazione di un romanzo ("Le coeur net", 1949), esordisce al cinema con "Olympia 52" (1952), documentario in 16 mm sulle Olimpiadi di Helsinki. Nel 1953 collabora con Alain Resnais al cortometraggio "Statues meurent aussi" e successivamente a "Nuit et Brouillard"(1955). Autore geniale e sempre in anticipo sui tempi, è stato inventore dei cosiddetti 'film-saggio' o 'film lettera', opere dalla natura saggistica primigenia, vere e proprie riflessioni sul cinema, sull'esistenza, sulla memoria - tema centrale di tutta la sua opera - filtrate dall'immagine cinematografica, tramite l'impiego determinante del commento della voce fuori campo. Una voce sempre acusmatica, di cui non si comprende l'origine, come quella che fa da collante emotivo in uno dei suoi lavori più noti, il 'photo-roman' visionario "La Jetée" (1962), una serie di fotogrammi fissi che si susseguono nella concatenazione dello spazio filmico, un viaggio spazio temporale nella memoria umana, che ha ispirato "L'esercito delle 12 scimmie" di Terry Gilliam. La sua produzione rappresenta soprattutto l'apoteosi del documentario utilizzato come mezzo di espressione personale: dal diario di viaggio, come "Lettre de Sibérie"(1958) o "Dimanche à Pekin" (1953) al documentario politico "i Cuba sì!"(1961), "Le joli mai" (1963). Quest'ultimo utilizza i metodi del cinema diretto all'interno di una più ampia meditazione sulla libertà e coscienza politica, in un momento chiave della storia francese, quello che segue la guerra d'Algeria: le interviste su cui è costruito sono per lo più in presa diretta, ma non mancano l'umorismo e le digressioni poetiche. Film maker militante, nel 1967 insieme ad altri registi tra cui Jean-Luc Godard, Agnès Varda e Joris Ivens, collabora alla realizzazione di "Lontano dal Vietnam", film a episodi contro l'entrata in guerra degli Usa. Sempre insieme a Godard partecipa al collettivo Medvedkine, con cui gira "Lotta di classe" (1969) e successivamente fonda lo SLON, denominato in seguito ISKRA, collettivo con cui realizzerà opere per tutto il corso degli anni Settanta. Il recupero della propria firma registica e della soggettività autoriale torna con "Sans soleil"(1983), in cui abbandona solo apparentemente la dimensione politica. Nel 2004 realizza infatti "Chats perchés", proiettato al Centre Pompidou, in cui il tema delle elezioni francesi del 2002 viene trattato in chiave allegorica, partendo dalla ricerca di un graffitaro, che tempesta Parigi di immagini di un gatto e che costituisce un'acuta riflessione sulla politica contemporanea. Autore riservato, restio a rilasciare interviste, tanto che l'amico e cineasta francese François Reichenbach dice che «parlare di Chris Marker è parlare dell'amicizia, delle civette, dei gatti, del Giappone e soprattutto parlare di un uomo che non ama parlare di sé» ha girato gli intensi ritratti cinematografici di Yves Montand ( "La Solitude du chanteur de fond", 1974), di Akira Kurosawa ("A.K.", 1985), di Simone Signoret ("Mémoires pour Simone", 1986) e il video-ritratto di Andrej Tarkovskij realizzato per la televisione ("Une journée d'Andrei Arsenevitch - Portrait de Andrej Tarkovskij", 2000). Instancabile sperimentatore di linguaggi , nella sua produzione si annoverano anche installazioni multimediali, siti internet, fotografie e cd-rom. Tra questi ultimi, "Immemory"(1996), venti ore di clip, testi, musica, suddivise tra le sezioni cinema, poesia, viaggio e fotografia.

[2000]Une journée d'Andrei Arsenevitch
[1992]Le tombeau d'Alexandre
[1983]Sans Soleil
[1968]Lontano dal Vietnam
[1962]La jetée
[1961]CUBA SI!

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