RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it

27 novembre 2015

"The Idol"

Il talent è per la Palestina, il film per tutti: Hany Abu-Assad mette giù le armi e intona il suo emozionante canto di pace, al TFF 33 (Festa Mobile)

"Il poeta libanese Khalil Gibran ha scritto che il segreto del canto risiede tra la vibrazione della voce di chi canta e il battito del cuore di chi ascolta. Quella vibrazione diventa potente al punto da scuotere la Storia se il cuore in ascolto è quella di un intero popolo. E più o meno quello che è successo a Gaza due anni fa, quando uno dei suoi figli, Mohammad Assaf, partecipa al talent Arab Idol e lo vince. Riscattando, senza spargimenti di sangue, tutti gli abitanti della Striscia.\nUna vicenda rievocata con grande partecipazione emotiva dal regista palestinese Hany Abu-Assad, già due volte candidato all’Oscar con Paradise Now (2005) e Omar (2013), due film molto duri sulla realtà dei Territori Occupati. Con The Idol cambia registro, anche se la sostanza è la stessa: sullo sfondo di una narrazione più leggera, più pop, resta un popolo in libertà vigilata in un territorio che sembra un carcere a cielo aperto, con problemi e difficoltà di ogni genere.\nAbu-Assad ce lo ricorda ogni momento, quando inquadra gli edifici sventrati dell’ultimo bombardamento israeliano, quando ci fa toccare con mano la pericolosa prossimità tra spazi di vita e spazi di morte, tra la spiaggia bagnata da un mare che non porta da nessuna parte e il reticolato spinato dove rimbalzano le speranze di ogni palestinese, tra il gioco dei bambini e gli affari illeciti degli adulti. Abu-Assad coglie il nocciolo del dramma palestinese nel dilemma tra la mobilità irrefrenabile dei sogni e l’immobilità fisica imposta. E laddove le diplomazie sono impotenti, c’è l’arte a vincere l’impasse, nel modo più inimmaginabile e insieme più banale possibile: creando unione dove c’è divisione.\nSuddiviso tra una prima parte briosa legata all’infanzia di Mohammad (il bravissimo Qais Atallah) e una seconda ambientata nel 2013, più schematica ma in crescendo emotivo, con il protagonista (qui interpretato da Tawfeek Barhom) che trova il modo di coronare il suo sogno, The Idol è un’operazione alla The Millionaire, ma con un peso politico affatto diverso. Abu-Assad guarda al mercato internazionale, semplifica e smussa dove può ma senza mai camuffare il contesto. L’emozione è sincera. E il tarab, il particolarissimo canto arabo, per una volta è il canto di tutti.\n"

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