RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it

Paranormal Stories

10 luglio 2014

Paranormal Stories

Applausi per le intenzioni e un ad maiora per il futuro: l'antologia horror convince a metà

L'antologia horror prodotta e in parte scritta da Gabriele Albanesi, neo-guru del cinema di genere italiano (abbiamo nuovamente un cinema di genere? Da quando?), ha tutto il sapore di volersi porre come trampolino di lancio per un manipolo di filmmakers giovanissimi e cannibaleschi, tutti nati fra l'81 e l'83, nel tentativo (utopico?) di rivitalizzare il B-movie orrorifico che fu tra le punte di diamante della cinematografia nostrana nei ruggenti seventies. Riusciranno i nostri eroi nella titanica impresa? Quién sabe? Se volessimo partire da Paranormal stories, come prototipo della reconquista, a dirla tutta, la luce in fondo al tunnel sembrerebbe parecchio lontana, ma l'età media di coloro che si alternano in cabina di regia è parzialmente una scusante, così come l'impostazione più da saggio di fine corso accademico che da organismo filmico ben strutturato che sottende l'intera operazione. Gli spunti narrativi dei cinque episodi, rigorosamente incentrati su ghost stories, non sono certo la quintessenza della freschezza: un giovane costretto a fare i conti con lo spettro del padre, celebre scrittore e presunto assassino; un ragazzo che chatta con un amico suicidatosi da poco; una sensitiva ciarlatana che finisce col dover affrontare dei veri spiriti; un bambino sordomuto, emarginato dai coetanei, che va incontro a una fine orribile; tre giovani e procaci ragazzotte massacrate dal maniaco spettrale di turno. Il risultato finale è discontinuo, vuoi per l'approccio giustamente diversificato alla regia, vuoi per la maggiore o minore efficacia della messinscena rispetto a sceneggiature tutt'altro che solide; un po' troppo spesso, difatti, i plot fanno il verso a modelli narrativi anglosassoni senza averne, mutatis mutandis, lo stesso mordente. Qua e là affiora autentico talento visivo, come nel caso dell'episodio della medium, forse il migliore del lotto, diretto da Roberto Palma, mentre altrove l'uso e l'abuso di certi espedienti (ancora con queste riprese finto-amatoriali?), puzza oramai di stantio. Un applauso alle intenzioni e un ad maiora per il futuro. 

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