RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it
12 dicembre 2012
La parte degli angeli
Risate a scena aperta con Ken Loach. Che spariglia l'offerta natalizia in sala con un travolgente romanzo di (tras)formazione
E' l'ultima chance per Robbie (Paul Brannigan), ragazzo di Glasgow colpevole dell'ennesimo reato violento, condannato "solamente" a svolgere 300 ore di lavori socialmente utili perché in procinto di diventare padre. Leonie, la compagna, ancora crede in lui, di sicuro l'unica in un contesto (vedi i familiari della ragazza) che ormai l'ha rigettato. Basterà tenere in braccio per la prima volta il piccolo Luke, però, per convincere seriamente Robbie che l'ora della svolta è arrivata.Messa da parte la rabbia che ha contraddistinto il loro ultimo lavoro (L'altra verità), Ken Loach e il sodale Paul Laverty (sceneggiatore) tornano con una commedia travolgente, alcolica e dalla trivialità liberatoria: The Angels' Share - bellissimo titolo che indica quel 2% di "spirito" che si disperde nell'atmosfera ogniqualvolta viene aperta una cassa di whisky invecchiato - riporta il cineasta britannico a confrontarsi con le contraddizioni di un microcosmo che sembra conoscere alla perfezione. Stavolta, Loach tiene il dramma a distanza - il burrascoso passato del protagonista sembra appartenere ad un film preesistente, in realtà mai girato - e si concentra sulla vitalità di un percorso che, a tutti gli effetti, prende strada facendo i connotati del romanzo di formazione. Di (tras)formazione sarebbe meglio dire: Robbie è un poco di buono in superficie, ma dentro di sé nasconde un talento fuori dal comune. Che saprà sfruttare a suo vantaggio, imbeccato dalla sana, straordinaria "condivisione" del bonario Harry (John Henshaw, il Bombolo di Manchester, già diretto da Loach ne Il mio amico Eric), l'uomo chiamato a sorvegliare Robbie e gli altri ragazzi durante le ore di servizio. Generoso e consapevole delle traversie che contraddistinguono le loro esistenze, li "inizierà" ai piaceri del whisky: passione che li condurrà, tutti insieme, prima ad un meeting di degustazione ad Edimburgo, poi, all'oscuro del loro mentore, alla distilleria del Dornoch Firth. Dove, a breve, avrà luogo un'asta per assicurarsi il finora sconosciuto e preziosissimo whisky più importante del mondo...Ed è proprio nella forza del gruppo, nell'assoluta compensazione tra l'astuzia di Robbie e la contagiosa deficienza di Albert (Gary Maitland), sommata ad alcune trovate improvvise, all'energia dei dialoghi e alla capacità di raccontare un mondo anche solo attraverso un atteggiamento, che il film di Ken Loach trova il giusto equilibrio tra risate e ottimi sentimenti. Quando la trivialità diventa poesia. Premio della Giuria al Festival di Cannes.
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