RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it

Red Lights

07 novembre 2012

Red Lights

De Niro è un fenomeno paranormale ma non basta: tra C.S.I. e X-Files, il thriller di Rodrigo Cortes pecca d'indecisione

Se Mulder e Scully professavano fede cieca - I Want to Believe - negli X-Files (per una casistica dei quali non dovete far altro che vedere Voyager di Giacobbo), Sigourney Weaver e Cillian Murphy predicano scienza e razzolano scetticismo. I due – una scienziata e il suo protége - girano l'America in cerca di nuovi fenomeni paranormali da smontare e riportare nell'alveo di un comprensibilissimo imbroglio.Il plot di Red Lights, scritto e diretto dallo spagnolo Rodrigo Cortes (chiamato ad Hollywood dopo il successo di Buried), sarebbe di per sé un buono spunto per un serial tv - una specie di C.S.I. applicato agli X-Files – ma mostra limiti di tenuta e vistose magagne narrative come format cinematografico. Tolta una prima parte interessante, in cui i nostri acchiappa-ciarlatani chiariscono che cosa si nasconda dietro l'evento più inspiegabile, la storia prende la piega di un western, dove i due pistoleri che si fronteggiano sono un De Niro in modalità ESP (fa molto Uri Geller) e un fisico pronto a tutto pur di smascherarlo.Peccato che nella partita tra scienza e magia, il film si preoccupi soprattutto di prendere in contropiede lo spettatore, gettandogli fumo negli occhi piuttosto che aiutarlo a guardare. Più che paranormale, para....

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dal 21 al 24 maggio

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