RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it

<i>The Barney's Version</i>

10 settembre 2010

The Barney's Version

In Concorso l'adattamento della Versione di Mordecai Richler. Grande Paul Giamatti, gradevole l'insieme, ma il resto è copia

"La vera storia della mia vita sprecata": iniziavano così le pseudo-memorie di Barney Panofsky, personaggio culto della letteratura di fine secolo e alter-ego non dichiarato dell'autore, l'indimenticato canadese Mordecai Richler. Erede di una famiglia russo-ebraica, cittadino del mondo, esplosiva miscela di cinismo e yiddish humour, impacciato bohemien e infaticabile romantico, presunto omicida e cuore tenero, Barney incarna il tramonto ideologico del secondo dopoguerra e la bestia rara di ogni tempo.Adorabile però, come l'attore che in questa "versione" cinematografica - The Barney's Version, ultimo film a passare in concorso al Lido - lo incarna: l'ottimo Paul Giamatti. Difficile immaginare un interprete diverso: Giamatti è corpo e coscienza di Barney, dove il corpo di Barney - con quella fiera mollezza e il suo inesplicabile carisma - è anche coscienza. Notevole il suo lavoro. Faticoso quello dello sceneggiatore Michael Konywes, bravo a sfrondare un romanzo lungo e ingarbugliato, raccontato in prima persona e strapieno di annotazioni psicologiche. Konywes ha l'indubbio merito di non tradire lo schema narrativo del romanzo e ad aver fornito all'esordiente Richard Lewis - il regista - un canovaccio che si doveva solo illustrare per immagini.Tolto il merito resta però il peccato, capitale: avere tolto al libro il suo cuore, risucchiato come in un imbuto il flusso di coscienza del protagonista, che era motore, tracciato e meta del testo letterario. Barney perde inevitabilmente spessore e siccome Barney è il film, è tutta l'operazione a perderci.D'accordo, il casting è azzeccato - oltre a Giamatti, sono ammirevoli le performance di Dustin Hoffman e delle tre signore Panofsky: Rosamund Pike, Minnie Driver e Rachelle Lefevre - qualche battuta diverte e il ritmo è nel complesso gradevole. Ma bisogna scordarsi del cinema di Woody Allen e Nancy Meyers per scovare in questa Versione qualche elemento di novità.

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