RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it

<i>Ovsyanki (Silent Souls)</i>

05 settembre 2010

Ovsyanki (Silent Souls)

Struggente e affascinante apologo sulla "scomparsa". Film-rito di Fedorchenko, che porta in Concorso la poesia delle tradizioni Merja

Un mondo che non c'è più. Che sta scomparendo, allo scomparire delle ultime anime che lo popolano. E che poeticamente si aggrappano al racconto di Aleksei Fedorchenko, in Concorso al Lido dopo aver vinto nel 2005 la sezione Orizzonti Doc con First on the Moon. Ovsyanki (termine per indicare lo zigolo, una specie di passero comune in Russia, molto spesso confuso per canarino) è un film-rito, una sinfonia visiva che attraverso la parola si fa linguaggio, e mito: alla morte della moglie, Miron (Yuri Tsurilo) chiede ad Aist (Igor Sergeyev) di accompagnarlo per compiere il rito d'addio (bruciare il defunto e disperderne le ceneri nell'acqua) secondo le tradizioni della cultura dei Merja, antica etnia del Lago Nero, regione del centro-ovest della Russia.Scomparsi da secoli, i Merja e le loro tradizioni persistono nella realtà moderna dei loro discendenti, almeno fino a quando qualcuno ricorderà, rispolverando dall'oblio anche alcuni luoghi fantasma, il passaggio di esistenze sparite: è questo - nei confronti dello spettatore - il compito di Aist, anche voce narrante del film, personaggio-testimone (insieme alle altre due "anime silenziose" - Silent Souls - gli zigoli in viaggio con lui e Miron) in grado di riportare a galla (letteralmente...) le uniche tracce che questo popolo ha lasciato. Nei nomi dei fiumi, in primo luogo, e in quella straordinaria commistione di tre elementi, Amore, Morte, Acqua, che accompagnano in modo trascendente il passaggio, la dipartita, la speranza di continuità: Fedorchenko chiede al cinema di accogliere teneramente l'essenza dell'oralità (è per questo che gli perdoniamo l'eccesso di voce over) e custodirne il mistero, il cinema risponde e regala uno straordinario componimento per immagini, capace in soli 75' di catturare, annegandolo dolcemente, lo sguardo dello spettatore.

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