RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it

<i>La città invisibile</i>

30 luglio 2010

La città invisibile

Fiaba post terremoto per Giuseppe Tandoi: oltre le macerie aquilane, è il film a crollare

L'emergenza post terremoto all'Aquila? Diventa lo sfondo per l'opera prima del pugliese, abruzzese d'adozione, Giuseppe Tandoi. Nel contesto delle tendopoli si sviluppano le due storie d'amore tra il cantante rock Luca (Alan Cappelli) e l'altruista corista Lucilla (Barbara Ronchi) e tra la snob aquilana Valeria (Roberta Scardola) e il rumeno Sorin (il ballerino di Amici Leon Cino). Rock band e cori classici, un nonno (Riccardo Garrone) che vive su un albero, un batterista scalmanato (Nicola Nocella) e un prete (Gabriele Cirilli) impegnato a risolvere i dissapori amorosi: è la vita che ricomincia dopo il terremoto.Tutti si riuniscono durante la festa della Perdonanza, il grande Giubileo aquilano, che risveglia la forza, nata dal perdono, necessaria per rinascere e ricominciare. In sostanza La città invisibile è il contraltare di Draquila. Non c'è analisi politica, né sociale, non s'indagano le cause, si va oltre il terremoto con sguardo assolutorio. Invisibile la città, invisibili i problemi. Una fiaba che vorrebbe nascere dalle macerie, ma che lascia solo l'amaro in bocca. 

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