RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it

<i>Mine vaganti</i>

10 marzo 2010

Mine vaganti

Una nuova cornice per la virata di Ozpetek: commedia corale e ispirata, con un ottimo cast

La mediocre tranquillità altoborghese della famiglia Cantone, proprietaria da decenni di un pastificio salentino, viene irrimediabilmente stravolta dal coming out del primogenito Antonio (Alessandro Preziosi). Cacciato di casa e dall'azienda, sarà in qualche modo "rimpiazzato" dal minore Tommaso (Riccardo Scamarcio), tornato da Roma con l'intenzione di dichiarare finalmente la propria omosessualità e le aspirazioni letterarie. Per non compromettere ulteriormente la situazione, soprattutto in seguito al collasso subito dal padre (Ennio Fantastichini), Tommaso continuerà a fingere. Solamente la nonna (Ilaria Occhini), che da una vita custodisce il ricordo di un amore impossibile, saprà consigliare al nipote "di non farsi mai dire dagli altri chi deve amare" e di sbagliare per conto proprio.Una nuova cornice (non più Roma, non più il quartiere Ostiense, non più i dolci della pasticceria Andreotti) ospita la virata di Ferzan Ozpetek, che si rifugia negli splendidi colori di Lecce e del Salento per mettere da parte l'enorme passo falso di Un giorno perfetto e tornare a tematiche più congeniali, trattate per la prima volta dal regista guardando più alla commedia che all'abituale mélo. Per farlo, affida tutto (o quasi) alla coralità dell'intreccio, incentrando snodi e sviluppi semplicemente all'interno di un nucleo familiare, non disdegnando numerose gag e facendo leva sulla prova maiuscola di tutto il cast, dal protagonista Scamarcio (bravo a non scivolare nella macchietta) ai vari Preziosi, Fantastichini, Occhini, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci (svampita zia ninfomane e alcolizzata) e Nicole Grimaudo, ragazza triste e misteriosa che per motivi dapprima professionali finisce per intrecciare un legame profondo con Tommaso. Certo, abbandonare del tutto i più riconoscibili marchi di fabbrica (terrazze, tavolate, movimenti circolari della macchina da presa) non gli è stato evidentemente possibile, ma Ozpetek riesce comunque a confezionare un buon prodotto, come dimostrano i fatti (già venduto in 15 paesi) "esportabile", concedendosi un prologo ed un epilogo - con Carolina Crescentini nei silenziosi panni della nonna da giovane - di innegabile suggestione, "scaldati" dalle ottime luci di Maurizio Calvesi.

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