Giudizio: OOOOOSarà pure Solo Parti Originali – come ammonisce il sottotitolo italiano – ma questo quarto Fast & Furious di nuovo ha poco o niente. Gli attori sono quelli del primo episodio, inclusi il faccia da surfista biondo Paul Walker e l'inespressivo (ma efficace) energumeno Vin Diesel; la squadra di tecnici è la stessa dei precedenti, con Justin Lin – già autore dello scellerato The Fast and The Furious: Tokio Drift) rimesso al timone (al volante?) dell'operazione; neppure la sostanza è cambiata di una virgola, riconfermata la medesima scadente miscela di inseguimenti all'ultima ruota, scazzottate e musi torvi. Stavolta il bullo Dominic Toretto (Diesel) – ricercato ed esule in Messico – si ritrova dalla parte dei buoni, colpito anche lui della pantagruelica idiozia che circola nelle strade. Per vendicare l'omicidio dell'amata Letty, si associa al suo antico rivale, l'agente O'Conner (Walzer), che sta dando la caccia al comune nemico, un narcotrafficante sociopatico e coatto. Ovviamente i temi del dolore, dell'amicizia e della vendetta sono innocui diversivi, piantati lì per scaldare i motori. Il film esiste solo in funzione dello strombazzante futurismo della macchine al protossido d'azoto, fiammanti e truccate come il cinema per cui corrono.