X-Men: conflitto finale2006

SCHEDA FILM

X-Men: conflitto finale

Anno: 2006 Durata: 103 Origine: USA Colore: C

Genere:AZIONE, FANTASCIENZA, FANTASY

Regia:Brett Ratner

Specifiche tecniche:-

Tratto da:personaggi della serie a fumetti ideata da Stan Lee.

Produzione:AVI ARAD, HUGH JACKMAN, LAUREN SHULER DONNER, RALPH WINTER, ROSS FANGER PER 20TH CENTURY FOX, MARVEL ENTERPRISES, THE DONNERS' COMPANY, INGENIOUS FILM PARTNERS

Distribuzione:20TH CENTURY FOX ITALIA, DVD E BLU-RAY: 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT (2009)

ATTORI

Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier/Professor X
Hugh Jackman nel ruolo di Logan/Wolverine
Halle Berry nel ruolo di Ororo Munroe/Tempesta
Famke Janssen nel ruolo di Jean Grey/Fenice
Ian McKellen nel ruolo di Eric Lensherr/Magneto
Rebecca Romijn nel ruolo di Mystica
Kelsey Grammer nel ruolo di Dottor Hank Mccoy/Bestia
Shawn Ashmore nel ruolo di Bobby Drake/Iceman
Ellen Page nel ruolo di Kitty Pryde/Shadowcat
Ben Foster nel ruolo di Warren Worthington/Angel
Shohreh Aghdashloo nel ruolo di Dott.Ssa Kavita Rao
Anna Paquin nel ruolo di Rogue
James Marsden nel ruolo di Scott Summers/Ciclope
Bill Duke
Bryce Hodgson nel ruolo di Artie
Cameron Bright nel ruolo di Leech
Cayden Boyd nel ruolo di Giovane Warren
Connor Widdows nel ruolo di Jones
Daniel Cudmore nel ruolo di Peter Rasputin/Colosso
Haley Ramm nel ruolo di Giovane Jean
Luke Pohl
Michael Murphy nel ruolo di Warren Worthington Sr.
Olivia Williams nel ruolo di Dott.Ssa Moira Mactaggart
Shauna Kain nel ruolo di Theresa Rourke/Siryn
Vinnie Jones nel ruolo di Cain Marko/Juggernaut
 

SCENEGGIATORE

Kinberg, Simon
Penn, Zak
 

SCENOGRAFIA

Verreaux, Ed
 

COSTUMISTA

Makovsky, Judianna

TRAMA

Finalmente la sfida tra umani e mutanti sta per subire una svolta decisiva: questi ultimi verranno accettati e integrati nella comunità se decideranno di sottoporsi alla cura per la sottrazione dei loro poteri. Il dottor Xavier e i suoi seguaci, fedeli al concetto di tolleranza, si trovano ancora una volta a dover combattere contro l'ostile Magneto e il suo esercito di mutanti ribelli che si è arricchito di una nuova terribile alleata: la Fenice Nera, ovvero la rediviva Jane Grey passata dall'altra parte della barricata...

CRITICA

"L'universo fracassone di 'X-Men: The Last Stand' lasciava temere il peggio. Invece il terzo episodio della serie, diretto stavolta da Brett Ratner, sostiene le immancabili scene superspettacolari con un plot molto efficace e nel suo genere attualissimo. (...) Nei limiti imposti dalla roboante estetica cine-fumettara, il dilemma regge benone (qualcuno in sala evocava sorridendo gli irlandesi di Loach, divisi anche loro fra ala dura e morbida). Lo spettacolo culmina sul ponte di San Francisco, sradicato dai piloni e appoggiato un po' più in là, per collegare Alcatraz alla terraferma. Ma il meglio sta forse nei nuovi personaggi, giustamente spruzzati di ironia, il migliore dei quali è quel ministro degli affari mutanti con pelle blu e criniera leonina che chiuso nel suo ufficio studia le carte... appeso al soffitto come un pipistrello." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 23 maggio 2006) "Con il metro del cinéfilo accademico, niente di più dell'ennesimo blockbuster destinato alle tripudianti platee giovanili; ma, al confronto di tanti film pretenziosi e velleitari, non si capisce perché farebbe chic storcere il naso davanti a uno show a tutto schermo concepito e rifinito come dio comanda. Il terzo capitolo della saga degli 'X-Men', ispirata ai classici fumetti della Marvel, migliora i prototipi firmati da Bryan Singer innanzitutto perché il nuovo regista (il valoroso ex-videoclippista Brett Ratner) non deve estenuarsi nelle varie presentazioni degli straordinari personaggi e può prendere d'infilata la trama incentrata sull'ultima (per adesso) battaglia per la sopravvivenza dei mutanti. (...) Nonostante quest'esclusiva e per noi tutt'altro che peccaminosa vocazione all'azione spettacolare, 'X-Men: The Last Stand' riesce a tenere vive anche le metafore, per così dire, 'fantacoscienziali' congegnate dai mitici comics-book originali: la qualità di essere normali garantisce la sicurezza quotidiana? È segno o meno di viltà il rinunciare alla propria identità per sfuggire alle persecuzioni? Ancora resiste il sacro principio della libertà individuale? È un dono o una maledizione essere in possesso di un superpotere soprannaturale? Nell'ambito di un genere che, per sua fortuna, non deve guadagnarsi il pane col plauso di un pugno di giurati, quello che conta è il legame emotivo stabilito tra lo spettatore e i personaggi: proprio la sfida cinematografica primaria senza alcun dubbio vinta dai carnefici e dalle vittime dell'archetipo mutante." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 23 settembre 2006)

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