Cocaine - La vera storia di White Boy Rick2018

SCHEDA FILM

Cocaine - La vera storia di White Boy Rick

Anno: 2018 Durata: - Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Yann Demange

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:DARREN ARONOFSKY, SCOTT FRANKLIN, JOHN LESHER, JEFF ROBINOV, JULIE YORN PER LBI PRODUCTIONS, PROTOZOA PICTURES, STUDIO 8, YALE PRODUCTIONS

Distribuzione:WARNER BROS ITALIA (2019); DVD, BLU-RAY E DIGITAL HD CON UNIVERSAL PICTURES HOME ENTERTAINMENT ITALIA (2019)

ATTORI

Matthew McConaughey nel ruolo di Richard Wershe Sr.
Bruce Dern nel ruolo di Nonno Roman Wershe
Jennifer Jason Leigh
Eddie Marsan nel ruolo di Art Derrick
Bel Powley nel ruolo di Dawn Wershe
Piper Laurie nel ruolo di Nonna Verna Wershe
Rory Cochrane nel ruolo di Agente Byrd
RJ Cyler nel ruolo di Rudell Boo Curry
Brian Tyree Henry nel ruolo di Detective Jackson
Taylour Paige nel ruolo di Cathy Volsan
Jonathan Majors nel ruolo di Johnny 'Lil Man' Curry
Kyanna Simone nel ruolo di Brenda Moore
Scott Connors nel ruolo di Nick
Richie Merritt nel ruolo di Ricky Wershe Jr.
Lawrence Adimora nel ruolo di Tyler
Y.G. nel ruolo di Leo 'Big Man' Curry
Elizabeth Gilpin nel ruolo di Kimmy
Devito Parker Jr. nel ruolo di Marcus
Ayriel Strange nel ruolo di Nika
Donald White nel ruolo di Jimmy Harris
James Shinkle nel ruolo di William Bufalino Jr
Mrva Russell nel ruolo di Consuela
Peter Lawson Jones nel ruolo di Giudice Thomas Jackson
Jorge J. González nel ruolo di Agente Romano
Raekwon Haynes nel ruolo di Edwin 'Nugg' Crutcher
Ronald Williams Jr. nel ruolo di Frankie Lucas
Isaiah Ali nel ruolo di Demetrius Johnson
 

MONTAGGIO

Wyatt, Chris
 

SCENOGRAFIA

Cella, Stefania
 

COSTUMISTA

Westcott, Amy

TRAMA

A metà degli Anni Ottanta un quattordicenne diventa un informatore sotto copertura per la polizia locale e per i federali. In seguito soprannominato "White Boy Rick", il ragazzo si affermò come spacciatore di alto rilievo. I federali posero fine alla sua doppia vita quando, qualche anno dopo, venne trovato con 8 kg di cocaina. Passò il resto della sua vita in prigione.

CRITICA

"'Cocaine - La vera storia di White Boy Rick' non parla di Dick Cheney o Gary Hart, ma di un teenager proletario di Detroit (il bravo Richie Merritt).(..) è una «paranza» all'americana. (...) McConaughey è bravo non protagonista di un racconto non nuovo ma il regista francese Yann Demange ci mette la verità di osservazione nella tragedia metropolitana. (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 7 marzo 2019) "(...) Andata e ritorno all'inferno. Detroit, anni Ottanta. Dal traffico di armi a quello di droga. Il Michigan è un serraglio nel quale il collaudato Matthew Mc Conaughey si trova a meraviglia nella parte del maledetto, quel Rick senior che impara a fare il padre strada facendo ma resta un delinquente vero, accanto a Bruce Dern che sembra rimasto lo stesso arzillo vecchietto ribelle ed energico di 'Nebraska' e a Jennifer Jason Leigh lontanissima dalla donna malmenata a ripetizione dai ceffi di Tarantino in 'The hateful eight'. Una felice scoperta in un cast tanto autorevole è l'esordio di Richie Merritt nei panni del ragazzino che, da confidente Fbi, finisce dietro le sbarre. Un film dalla sceneggiatura eccellente che non cade mai nella banalità perfino nelle scene più «rischiose». Una sorpresa perché il regista francese, Yann Demange, è al secondo lavoro al cinema dopo molte serie tv oltralpe. Dedicato ai molti montati di casa nostra." (Stefano Giani, 'Il Giornale', 7 marzo 2019) "(...) La cosa più interessante del film è lo sfondo urbano, con una città industriale in piena crisi e il mondo del white trash limitrofo ai ghetti neri? ma lo svolgimento è inevitabilmente tradizionale, simile a mille storie (più o meno vere) viste al cinema. La sceneggiatura punta molto sulle dinamiche da family drama tra padre, figlio e sorella, ed è aiutato dall'interpretazione del diciassettenne esordiente Richie Merritt, con un che di ingenuo ma anche di sinistro e respingente, mentre Matthew McConaughey, come ormai gli capita spesso, è sopra le righe." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 7 marzo 2019) "Yann Demange è il regista di 'Dead Set', una miniserie del 2008 nella quale il reality stile Grande fratello s'ibridava con un'epidemia zombie. Una piccola cosa che aveva il merito soprattutto di non durare più del dovuto e di recuperare lo spirito della polemica romeriana. Sorpresa tanto maggiore, dunque, questo 'Cocaine - La vera storia di White Boy Rick', ispirato alla vera storia di Rick Wershe Jr., il più giovane infiltrato dell' Fbi.(...) Sorpresa vera perché il film , ambientato nella Detroit operaia dei primi anni Ottanta, devastata dalla crisi economica e all'apice dell'epidemia da crack, evoca un cinema oggi non più praticato negli Stati uniti. La fotografia livida di Tat Radcliffe, anche lui reduce da 'Dead Set', il montaggio preciso, non congestionato di Chris Wyatt sono chiaramente un omaggio non inerte alla lezione documentaria del cinema poliziesco urbano settantesco. La ricostruzione ambientale (i Blockbuster, la pista da ballo per pattini a rotelle, l'electro pre hip-hop, i dettagli dell'abbigliamento) lungi dall'essere esibita, risulta come strappata direttamente alla strada e alla sua memoria. (...) Sempre organica al racconto. L'attenzione alla luce, soprattutto in interni - creano un corrispettivo emotivo di grande efficacia. (...) Film in grado di evocare il genere solo costeggiandolo, 'White Boy Rick' è in realtà il racconto straziante di una famiglia che non riesce a essere tale. Non a caso il controcampo ai fallimenti di McConaughey è fornito da Bruce Dern e un'attentissima Piper Laurie a loro volta corpi di una generazione in fuga dai propri genitori. Ovviamente l'aura funeraria che avvolge la dipendenza da eroina deve qualcosa anche a 'Requiem for a Dream' di Darren Aronosfsky che figura fra i produttori. Il momento in cui McConaughey recupera sua figlia (l'ottima Bel Powley) dalla crack house evidenzia una pietà addirittura scorsesiana. Un film forte e dignitoso, 'White Boy Rick', politicamente giusto, in grado di restituirci il sapore del cinema degli ultimi Frankenheimer, dei migliori Harold Becker, la malinconia dell'ultimo Hal Ashby, senza mai peccare di citazionismo." (Giona A. Nazzaro, 'Il Manifesto'', 7 marzo 2019)

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