Anno: 1960 Durata: 138 Origine: FRANCIA Colore: B/N
Genere:DRAMMATICO, STORICO
Regia:Roberto Rossellini
Specifiche tecniche:PANORAMICA, 35 MM (1:1.66) - EASTMANCOLOR
Tratto da:-
Produzione:CINEMATOGRAFICA RIRE, CINERIZ, TEMPO FILM, GALATEA (ROMA), FRANCINEX (PARIGI)
Distribuzione:CINERIZ (1961) - DOMOVIDEO, MONDADORI VIDEO, TECNEDIT (IL GRANDE CINEMA)
Renzo Ricci | nel ruolo di | Giuseppe Garibaldi |
Paolo Stoppa | nel ruolo di | Nino Bixio |
Franco Interlenghi | nel ruolo di | Giuseppe Bandi |
Giovanna Ralli | nel ruolo di | Rosa |
Tina Louise | nel ruolo di | Giornalista straniera |
Gino Buzzanca | nel ruolo di | Padre di Rosa |
Evaristo Maran | nel ruolo di | Francesco Montanari |
Wando Tress | nel ruolo di | Luigi Gusmaroli |
Ugo D'Alessio | nel ruolo di | Segretario |
Carlo Gazzabini | nel ruolo di | Giuseppe Sirtori |
Remo De Angelis | nel ruolo di | Giuseppe Missori |
Franco Lantieri | nel ruolo di | Giuseppe La Farina |
Attilio Dottesio | nel ruolo di | Francesco Crispi |
Amedeo Girard | nel ruolo di | Generale Landi |
Marco Mariani | nel ruolo di | Maggiore Sforza |
Luigi Borghese | nel ruolo di | Tenente De Laureniis |
Armando Guarnieri | nel ruolo di | Capitano d'armi |
Gérard Herter | nel ruolo di | Giornalista straniero |
Leonardo Botta | nel ruolo di | Menotti Garibaldi |
Giovanni Petrucci | nel ruolo di | Fabrizio Plutino |
Giuseppe Lo Presti | nel ruolo di | Litta- Modignani |
Philip Hartuys | nel ruolo di | Alexandre Dumas |
Raimondo Croce | nel ruolo di | Francesco II |
Sveva Caracciolo D'Acquara | nel ruolo di | Regina Maria Sofia |
Ignazio Balsamo | nel ruolo di | Colonnello Pallavicino |
Nando Angelini | nel ruolo di | Capitano Pietro G.B. Spangaro |
Piero Braccialini | nel ruolo di | Giuseppe Mazzini |
Vittorio Bottone | nel ruolo di | Vittorio Emanuele II |
Bruno Scipioni | nel ruolo di | Tenente Adolfo Faconti |
Renato Montalbano | nel ruolo di | Capitano Annibale Lapini |
Alberto Archetti | ||
Aldo Vinci | ||
Nino Nini | ||
Sergio Fantoni |
Il film narra la leggendaria conquista del Regno delle Due Sicilie ad opera dei Mille di Garibaldi. Sbarcato a Marsala, dopo i primi, rapidi successi, Garibaldi trova a contrastargli il passo le forze del vecchio generale Landi. Tanto il generale borbonico è prudente e cauto, reso diffidente per l'ostilità che sente aleggiargli intorno, quanto il suo aiutante, il maggiore Sforza, è temerario e sventato. Contravvenendo agli ordini ricevuti, questi impegna le forze garibaldine presso Calatafimi e ne esce battuto. L'isola è aperta a Garibaldi e i borbonici chiedono il primo armistizio. Superato lo stretto di Messina, i garibaldini mettono piede in Calabria dove l'ardore dei combattenti e il sacrificio dei patrioti locali fanno vacillare il trono dei Borboni. Sul Volturno (Napoli è stata presto abbandonata da Francesco II, rifugiatosi a Gaeta) Garibaldi vince la più impegnativa e importante battaglia campale: ogni possibilità d'una riscossa borbonica è così sfumata. Sembra veramente scoccata l'ora dell'unità d'Italia. Mazzini è a Napoli ed esorta il generale a non desistere dall'azione. I fedelissimi di Garibaldi già pensano alle prossime tappe della loro marcia vittoriosa: Roma e Venezia. Ma Garibaldi comprende che l'altissima posta in gioco merita il sacrificio dei suoi ideali. L'Italia si farà, ma sotto Vittorio Emanuele II, re di Sardegna e Piemonte, il piccolo regno in cui, per la prima volta, s'è accesa la fiaccola dell'italianità. Bixio, Sirtori, Missori, Türr, Bandi e tutto lo stato maggiore di Garibaldi sentono nel suo sacrificio le oscure mene politiche di Cavour e dei suoi, ma la fermezza e la serenità del loro comandante hanno il potere di placare gli animi più accesi. A Teano, Garibaldi consegnerà nelle mani di Vittorio Emanuele II il Regno delle Due Sicilie e partirà poi per Caprera dopo aver tutto dato senza aver nulla ricevuto.
"Il film non riesce a liberarsi dal fondamentale impaccio che deriva dai suoi espliciti intendimenti celebrativi. Non riesce, cioè, ad imporsi per la grandiosità storica dei fatti narrati, né ha la forza di reinventarli poeticamente. Anzi, il chiaro tentativo di ridurre a dimensioni umane un personaggio ormai divenuto leggendario, non supera i limiti di un esperimento parziale ed esitante. Nel film non mancano però scene di indubbia efficacia drammatica spettacolare, rese più evidenti, queste ultime, da una splendida fotografia." (Segnalazioni cinematografiche, vol. 49, 1961) "E' il "film del centenario", dignitoso, corretto, un po' noioso, 'ufficiale'. La rievocazione dell'impresa garibaldina, seguita nel suo sviluppo cronologico, pedissequamente, ma con un certo estro narrativo, era un doveroso omaggio alle celebrazioni del primo secolo dell'Unità d'Italia. [...] Va dato atto al regista di essere stato il meno 'accademico' possibile [...]". (Gianni Rondolino, 'Catalogo Bolaffi del Cinema Italiano 1956/1965'). "'Viva l'Italia', è stato realizzato da Roberto Rossellini 'nel quadro del primo centenario dell'unità d'Italia' ed è ispirato perciò a quegli avvenimenti che, un secolo fa, contribuirono a unificare il nostro paese, a cominciare dalla spedizione dei Mille. A differenza però di Alessandro Blasetti che, quasi vent'anni fa, precorrendo il neorealismo, con il suo '1860', di Garibaldi e dei Mille ci aveva dato una immagine asciutta, riarsa, tesa fino quasi allo spasimo in un connusco clima di poesia, Rossellini si è attenuto qui ad una narrazione episodica, dando largo spazio alle pagine storiche, ai retroscena politici, ai piccoli fatti di cronaca e mettendo dichiaratamente l'accento sulla figura centrale di Garibaldi, interpretata in una chiave che, se resta tradizionale quando di quel carattere ci esprime i proverbiali aspetti di generosità, di filantropia e di coraggio, si fa volutamente dimessa quando cerca di metterne in luce i lati più domestici ed umani." (Gian Luigi Rondi, 'il Tempo', 28 gennaio 1961)
Incasso in euro