Venga a prendere il caff? da noi1970

SCHEDA FILM

Venga a prendere il caffè da noi

Anno: 1970 Durata: 113 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:GROTTESCO

Regia:Alberto Lattuada

Specifiche tecniche:PANORAMICA EASTMANCOLOR, SPES

Tratto da:Romanzo "La spartizione" di Piero Chiara (Ed.Mondadori)

Produzione:MAURIZIO LODI FE' PER MARS FILM

Distribuzione:PARAMOUNT

ATTORI

Ugo Tognazzi nel ruolo di Paronzinini E.
Francesca Romana Coluzzi nel ruolo di Tarsilla Tettamanzi
Milena Vukotic nel ruolo di Camilla Tettamanzi
Angela Goodwin nel ruolo di Fortunata Tettamanzi
Valentine nel ruolo di Caterina
Checco Rissone nel ruolo di Mansueto Tettamanzi
Piero Chiara nel ruolo di Pozzi
Jean-Jacques Fourgeaud nel ruolo di Paolino
Alberto Lattuada nel ruolo di Dottor Raggi
Antonio Piovanelli nel ruolo di Don Casimiro
Carla Mancini nel ruolo di Studentessa
Natale Nazareno nel ruolo di Garzone
 

SOGGETTO

Chiara, Piero
 

MUSICHE

Bongusto, Fred
 

MONTAGGIO

Montanari, Sergio
 

COSTUMISTA

Tucci, Anna Maria

TRAMA

Emerenziano Paronzini, vice-capo servizio nell'ufficio Distrettuale delle Imposte di una piccola città, decide, in età matura, di sposarsi. La sua attenzione si sofferma sulle tre sorelle Tettamanzi - Tarsilia, Camilla e Fortunata - e al termine di un'attenta riflessione sceglie come consorte quest'ultima. Dopo il viaggio di nozze, Emerenziano si stabilisce in casa Tettamanzi come signore e padrone, coccolato e riverito dalle tre sorelle e dalla domestica Caterina. Con l'andar del tempo, senza turbare l'armonia che regna nella casa e senza trascurare la moglie, diviene amante di Camilla e Tarsilia, alle quali fa visita di notte, a turni regolari. Una notte, al termine di una lauta libagione, dopo essere passato nelle stanze delle tre sorelle, Emerenziano si sente attratto anche da Caterina, ma mentre si accinge ad avere una relazione con lei viene colto da malore. Relegato su una sedia a rotelle da una paralisi totale, continuerà ad essere al centro delle amorevoli attenzioni delle quattro donne.

CRITICA

"Una commedia di gusto grossolano, diretta con mestiere e sorretta da una riuscita caratterizzazione dei personaggi, ma fastidiosa e disgustosa per la volgarità di cui è impregnata" (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 70, 1971). "(...) La storia è di grana grossa, sul filo del grottesco, e con una serie di particolari che è tradizione chiamare boccacceschi, ma che del gusto e dell'intelligenza lirica e del costume del Boccaccio non hanno, ovviamente, nulla. Ma Lattuada è pur sempre regista di stile e di intelligenza fine, così che il suo riesce ad essere un divertimento non di rado vivace e acuto, anche nella scelta di tipi spettacolarmente validi, come quelli delle tre protagoniste e del personaggio reso con la solita bravura da Tognazzi." (Giacomo Gambetti, "Bianco e Nero", nov/dic 1970)

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