SCHEDA FILM

Venerdì 13 - Il terrore continua

Anno: 1985 Durata: 87 Origine: USA Colore: C

Genere:HORROR

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE A COLORI

Tratto da:-

Produzione:TIMOTHY SILVER

Distribuzione:MA.GI. CINEMATOGRAFICA (1986) - CIC VIDEO

TRAMA

Avventuratosi in un bosco in una sera di pioggia, Tommy, un ragazzetto decenne vede uccidere due giovani da un uomo mascherato, e, aggredito poi dal maniaco, lo uccide. Da allora comincia per lui un calvario di incubi da trauma, che lo vedono ospite di vari Istituti psichiatrici, finché diciottenne viene trasferito in un piccola comunità di ragazzi, diretta da un generoso dottore, che con l'aiuto di un'assistente, preferisce lasciare questi giovani liberi nella natura circostante. Tommy assiste un giorno dalla finestra all'uccisione di uno dei compagni - un orfano simpatico, un inoffensivo ciccione - che sfortunatamente ha irritato un altro paziente. Purtroppo gli assassini si susseguono senza pietà, sia nella casa, che nel bosco o nei dintorni: sembra che qualcuno ha preso di mira la piccola comunità e giurato di sterminare tutti con efferatezza. La Polizia pensa o a un certo Jason, un tale cremato anni prima (o altri fu cremato al suo posto?) e ricomparso nei paraggi, oppure a Tommy, guardato da molti con sospetto. Ma è proprio Tommy che salva la dottoressa in uno scontro con il delinquente mascherato. Alla fine la verità viene alla luce: il criminale è un infermiere della vicina città, che aggirandosi nel bosco uccide per vendicare la morte del primo ragazzo, che altri non era se non il proprio figlio, ignorato da tutti. Tommy si trova, ferito, in ospedale. Ma non è guarito, né forse guarirà mai, nel suo essere intimo, poiché il coltello, la maschera e la voglia di sangue sembrano ormai diventati il suo blasone.

CRITICA

"Film a basso costo, questo di Danny Steineman, regista che vanta all'attivo esperienze nel cinema indipendente, girato facendo ricorso a tutta una serie di effetti speciali davvero granguignoleschi e per un pubblico dal palato piuttosto facile. Come ad esempio alcune gustose caratterizzazioni (il politico locale, la farmer col figlio scemo, lo sceriffo incapace di risolvere il caso, la provocante camerierina del bar). Unitamente ad un tentativo (rimasto allo stato intenzionale) di scavare a fondo i segreti meccanismi della psiche e di esorcizzare i "mostri" che albergano dentro ciascuno di noi." ('Il Tempo', 18 Agosto 1986) "Il risultato è che, in questo luna park di sangue di pomodoro, dove tutti i personaggi sono destinati ad asfissiare perché non significano e non dicono nulla, e in cui alla fine, l'assassino, fa il gioco delle tre tavolette, non proviamo alcuna emozione, e neppure alcun raccapriccio, il che è peggio ancora. Il film va avanti ripetitivo, come gli altri quattro, per forza di inerzia: hanno poco da scappare i poveri teenager, passano gli anni ma si ritrovano sempre nella stessa, insipida storia. La sceneggiatura è inesistente, la logica è assente, il ritmo è uscito un attimo e non torna più, e il regista pensa già alla prossima puntata. Se in questa situazione John Sheperd riesce a tenere una sua dignità, e il piccolo negretto Corey Feldman fa simpatia, è già molto. Qualche ragazza discinta, intorno, sospira e muore in fretta. Amen." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 11 Agosto 1986) "Anche l'horror è diventato da un pezzo (salvi i casi felici in cui predomina l'inventiva) un genere-chewing gum: alcuni effetti speciali per dare un sapore di menta piperita, un affrettato ruminio e il boccone e già scipito. Adesso poi che l'horror è confezionato spesso nel pacco-ragazzi tutto è diventato più truce e più giocoso insieme, Gli spettatori minorenni gridano o sghignazzano a seconda della compagnia che li ha trascinati al cinema. Qui, il proseguimento della serie 'Venerdì 13' è affidato al non geniale Danny Steinman che si occupa di cucinare in rosso una serie di delitti apparentemente a sfondo sessuale. La lotta tra Tommy e l'orribile mostro mascherato Jason è confinata a spunto di partenza. Tommy, ormai diciottenne e ancora perseguitato dagli incubi, viene inviato per completare la guarigione in una clinica aperta assai poco raccomandabile." ('La Stampa', 24 Agosto 1986)

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