Veleno2017

SCHEDA FILM

Veleno

Anno: 2017 Durata: 102 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Diego Olivares

Specifiche tecniche:(1:2.39)

Tratto da:-

Produzione:GAETANO DI VAIO, GIANLUCA CURTI, NANDO MORMONE PER BRONX FILM, MINERVA PICTURES, TUNNEL, IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA, SKY ITALIA

Distribuzione:CESARE FRAGNELLI CON ALTRE STORIE

ATTORI

Luisa Ranieri nel ruolo di Rosaria
Massimiliano Gallo nel ruolo di Cosimo Cardano
Salvatore Esposito nel ruolo di Rino Caradonna
Miriam Candurro nel ruolo di Adele
Gennaro Di Colandrea nel ruolo di Ezio Cardano
Marianna Robustelli nel ruolo di Lucia
Nando Paone nel ruolo di Donato Vasile
Gaetano Amato (II) nel ruolo di Tammaro
 

MONTAGGIO

Franco, Davide
 

SCENOGRAFIA

Farina, Antonio
 

COSTUMISTA

Aprea, Rossella

TRAMA

In un piccolo centro del casertano, una umile famiglia di agricoltori vive il dramma di un territorio violato, contaminato dai veleni che criminali senza scrupoli hanno disseminato in buona parte di quella provincia. Cosimo, il capofamiglia, e sua moglie Rosaria ostinatamente rifiutano di lasciare che i loro terreni diventino una discarica destinata ai rifiuti tossici: le minacce e le ripercussioni da parte di alcuni esponenti della camorra, tra i quali il giovane avvocato Rino, non li piegano. I due coniugi non vogliono staccarsi dalle loro radici e dalla loro terra interamente dominata da un potere mafioso che corrompe e distrugge. Ezio, fratello di Cosimo, e sua moglie, invece, accettano, attratti da facili guadagni, di essere complici della devastazione dei loro territori. A complicare ulteriormente le cose è la grave malattia di Cosimo causata dal veleno che contamina l'acqua, i raccolti, il bestiame. Il calvario del protagonista diventa la sintesi delle piccole e grandi contraddizioni di una terra di fatto abbandonata a se stessa, dove lo Stato sembra aver definitivamente abdicato alle sue funzioni, dove l'unico potere riconoscibile e riconosciuto è rimasto solo quello criminale.

CRITICA

"(...) 'Veleno' di Diego Olivares (...) sposa l'avanzata del mélo classico del male incurabile alla denuncia che 'Gomorra' ha reso irrinunciabile (già Rosi con 'La sfida' cosa faceva?). (...) L'autore sposa con armonia una partitura vocale e visiva, acchiappando dall'interno una tensione di colpi di scena ma anche di «siparietti brechtiani», dove si chiariscono personaggi e interpreti sul contesto kitsch della volgarità del mondo. Gli attori stanno al gioco, servitori d'istanze parallele, la melodrammatica, la criminale e la politica: Luisa Ranieri, Massimiliano Gallo, Salvatore Esposito, Paone, Di Colandrea, Condurro e Robustelli uniti in unico applauso anche per il valore espressivo teatrale." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 14 settembre 2017) "La tematica, per quanto già molto frequentata, resta forte e solida. La coppia protagonista è ammirevole. Ma il modo di raccontare scelto dal regista Diego Olivares lascia qualche dubbio. Per un verso sembra reclamare spazio uno stile di narrazione rotondo e classico: buoni contro cattivi. Al contempo l'andatura si spezza in tanti quadri a se stanti, che interrompono quel respiro, divagando perfino sui tormenti interiori dell'avvocato del malaffare." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 14 settembre 2017) "Film d'amore e di difficile impegno civile. (...) Luisa Ranieri mortifica la sua bellezza, domina il suo corpo per disegnare sul volto della protagonista i tratti dolenti di un amore che a un certo punto della storia diventa disperazione. Massimiliano Gallo (...) è Cosimo, contadino disperato che combatte, sapendo di perdere, le due battaglie fondamentali della sua vita, quella contro un tumore che lo devasta e quello contro chi vuole la 'sua' terra per farne una discarica di veleni. Recitazione intensa, con la Ranieri che sempre più (il giudizio entusiasta è di Gaetano Di Vaio, produttore del film con Bronxfilm, assieme a Minerva Pictures e Tunnel Produzioni) somiglia a 'una moderna Anna Magnani', e Gallo, che con 'Veleno' dimostra di poter adattare volto e capacità attoriali a ogni esigenza scenica. (...) uno straordinario Nando Paone (...). Film difficile, perché pone l'attenzione su un dramma che in molti vogliono archiviare. È stato mai completato un censimento delle malattie provocate dall'avvelenamento di terre, fiumi e falde acquifere? No. A che punto è la bonifica dei suoli? Non si sa, le gente della Terra dei fuochi non deve saperlo. Rimane la disperazione delle mamme, la rabbia e il lavoro dei comitati spontanei che da anni si battono contro le ecomafie (molti hanno dato il loro sostegno al film). E 'Veleno' dà fastidio. E' un vero film 'civile' (scuola Francesco Rosi), dove il dramma viene raccontato senza sacrificare la poesia dei sentimenti (scuola Nanni Loy) e con un amore verso la 'terra' del bravo regista Olivares, che a tratti ricorda 'Furore' di John Ford. Un film che andrebbe proiettato nelle scuole e che speriamo non venga sacrificato dalla distribuzione." (Enrico Fierro, 'Il Fatto Quotidiano', 14 settembre 2017) "Un dramma di cui le cronache si occupano da anni e che, stavolta, in «Veleno», grazie allo sguardo amaro di Cosimo, diventa verità insopportabile, stimolo per tutti ad agire ea frenare lo scempio." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 14 settembre 2017) "Crudo melodramma, ispirato a una storia vera nella Terra dei Fuochi. (...) Il film avvince, ma esagera con le disgrazie." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 14 settembre 2017) "Ha il suo perché (...) 'Veleno' (...) di Diego Olivares, variazione su quello che ormai è un filone di drammi sociali ambientati nella Terra dei Fuochi ('Gomorra' di Garrone fu il capolavoro da cui tutto ebbe inizio). Stavolta l'originalità è tutta nel personaggio di Rino Caradonna (Salvatore Esposito) (...). Esposito (...) lo interpreta come fosse un idealista represso dall'affascinante arroganza (disprezza la famiglia camorrista cui deve il successo). Notevole il suo look con capello quasi cotonato, occhiali da ragioniere e baffo strabordante. Bravi accanto a lui sia Luisa Ranieri che Massimiliano Gallo, i 'buoni' di un racconto in cui il veleno è chiaramente sia concreto che morale." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 9 settembre 2017)

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