SCHEDA FILM

UOMINI SEMPLICI

Anno: 1992 Durata: 108 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICO A COLORI

Tratto da:-

Produzione:TED HOPE, HAL HARTLEY, STATI UNITI-ZENITH,GRAN BRETAGNA

Distribuzione:COLUMBIA TRI STAR FILMS ITALIA - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO

TRAMA

Mentre è impegnato nel suo ultimo colpo, Bill McCabe viene lasciato dall'amica e complice Vera che se ne va col socio e col bottino. Ritrovato il fratello minore Dennis, studente universitario, lo segue nella ricerca del padre, William, un anarchico accusato di un attentato dinamitardo e tuttora latitante. Giunti in moto a Long Island, dopo l'incontro con una ragazzina, una suora piuttosto eccentrica e un poliziotto, si imbattono in una giovane epilettica, Elina. La soccorrono finendo nel motel di Kate, una energica signora col marito in galera, con la quale Bill intreccia una relazione. Dennis scopre che la scorbutica Elina è l'amica del padre. A complicare la vicenda intervengono uno sceriffo filosofo che vuole arrestare Bill per la rapina e una coppia di benzinai: il padrone arriva a sequestrare Dennis su richiesta dello sceriffo. Improvvisamente, riappare il temuto marito di Kate, che in realtà è solo in cerca del suo giubbotto di pelle. Il successivo incontro col padre, che su una barca legge testi rivoluzionari e nega di aver messo la bomba al Pentagono, non convince molto Bill, che alla fine sembra rassegnato a costituirsi.

CRITICA

Pieno di citazioni letterario psicologiche fino all'inverosimile, questo lavoro di Hal Hartley, celebrato come uno dei piu' interessanti autori dell'ultima generazione, non convince. Innanzitutto i toni grotteschi e surreali (vedi la lotta tra suora e poliziotto o la suora stessa che si apparta per fumarsi una sigaretta), sembrano più di una citazione calligrafica che qualcosa avente un fine espressivo o narrativo. E così dicasi per la miriade di scene e battute che si rincorrono, in un estenuante carosello. La recitazione è invero assai curata, e i due fratelli sono ben caratterizzati da Robert Burke e William Sage, affiancati da una brava Karen Sillas. Le riprese e la fotografia non mancano di buoni effetti, e il ritmo narrativo è tutt'altro che carente. Ad una certa rappresentazione del vuoto esistenziale si aggiunge una sostanziale visione pessimistica della vita e dei rapporti tra individui, ognuno proteso verso le proprie evidenze, ed incapace di dialogare con gli altri. L'uso di un linguaggio a volte grossolano non contribuisce ad un giudizio positivo del film, che tuttavia rientra nei limiti del discutibile per la mancanza di una dichiarata dialettica nichilista, che lo avrebbe reso inaccettabile. (Segnalazioni Cinematografiche)

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