Anno: 1970 Durata: 101 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO, GUERRA
Regia:Francesco Rosi
Specifiche tecniche:PANORAMICA TECHNICOLOR, 35 MM.
Tratto da:romanzo "Un anno sull'altopiano" di Emilio Lussu (Ed. Einaudi)
Produzione:FRANCESCO ROSI E LUCIANO PERUGIA PER PRIMA CINEMATOGRAFICA (ROMA), DUBRAVA FILM (ZAGABRIA)
Distribuzione:EURO INTERNATIONAL FILM
Mark Frechette | nel ruolo di | Sottotenente Sassu |
Alain Cuny | nel ruolo di | Gen. Leone |
Gian Maria Volonté | nel ruolo di | Ten. Ottolenghi |
Giampiero Albertini | nel ruolo di | Cap. Abbati |
Pier Paolo Capponi | nel ruolo di | Ten. Santini |
Franco Graziosi | nel ruolo di | Maggiore Ruggero Malchiodi |
Mario Feliciani | nel ruolo di | Colonnello Medico |
Alberto Mastino | nel ruolo di | Soldato Marrasi |
Brunetto Del Vita | nel ruolo di | Colonnello Stringari |
Nino Vingelli | nel ruolo di | Il napoletano ferito |
Daria Nicolodi | nel ruolo di | Crocerossina |
Luigi Pignatelli | nel ruolo di | Tenente Avellini |
Francesco D'Adda | nel ruolo di | Ufficiale Medico |
Antonio Pavan | ||
Emilio Bonucci | ||
Franca Sciutto | ||
Francesco Acampora | ||
Gianni Pulone | ||
Mario Pischiutta | ||
Maurizio Mastino | ||
Spartaco Conversi |
Nel corso della prima guerra mondiale, i soldati del generale Leone, dopo aver conquistato, lasciando sul terreno tremila caduti, una cima considerata strategicamente indispensabile, ricevono l'ordine di abbandonarla. Poi l'ordine cambia: occorre che la cima venga di nuovo tolta al nemico. Gli austriaci, però, vi si sono saldamente insediati e la difendono accanitamente con due mitragliatrici. Gli inutili assalti, nemmeno protetti dall'artiglieria, si susseguono provocando ogni volta una strage tra gli attaccanti. Stanchi di essere mandati al massacro da un generale tanto incompetente, quanto stupidamente esaltato, una parte dei soldati inscena una protesta: il generale Leone ordina, come risposta, di punirli con la decimazione. Costretti ad uccidere o ad essere uccisi da uomini come loro, vittime dello stesso mostruoso ingranaggio, i soldati italiani, in gran parte ex contadini, rivolgono la loro fiducia a quei pochi ufficiali - come i tenenti Ottolenghi e Sassu - che giudicano quella e tutte le guerre come inutili stragi. Ma il primo muore, nel tentativo di impedire il massacro dei suoi uomini, mentre Sassu viene condannato alla fucilazione per essersi opposto a un ordine iniquo di un suo superiore.
"Applicatosi a un racconto di natura rapsodica, nel quale i vari episodi sono intercalati da scene di battaglia che ripetono spesso i canoni del buon cinema di guerra, Rosi ha momenti severi e asciutti ma non sempre fonde le due anime del film con una fantasia figurativa pari alla crudezza della sua polemica (...). In questi limiti, e avanzata qualche riserva su alcune suggestioni oratorie cui Rosi, aiutato dalla musica di Piccioni, non vuol sottrarsi, il film ripiega con la prestanza spettacolare, soprattutto con la concitazione di molte scene di massa, una certa inerzia lirica." (Giovanni Grazzini, 'Corriere della Sera', 1° settembre 1970) "Veemente dramma antimilitarista tratto da 'Un anno sull'altipiano' di Emilio Lussu, in cui il compagno Francesco Rosi, che l'ha sceneggiato con Tonino Guerra e Raffaele La Capria, sputtana il mito della grande guerra. Al massacro, sibila, furono spediti i poveracci, mentre la borghesia se ne stava beatamente in poltrona. Ovvero, benvenuti nel regno della demagogia". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 8 aprile 2003)
Incasso in euro