Un posto sicuro2015

SCHEDA FILM

Un posto sicuro

Anno: 2015 Durata: 107 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Francesco Ghiaccio

Specifiche tecniche:DCP

Tratto da:-

Produzione:FABRIZIO DONVITO, BENEDETTO HABIB, MARCO COHEN, MARCO D'AMORE, FRANCESCO GHIACCIO, SERENA CHIARAVIGLIO, GIULIANO D'AMORE PER INDIANA PRODUCTION, PICCOLA SOCIETÀ CON RAI CINEMA, IN COLLABORAZIONE CON SKY CINEMA

Distribuzione:PARTHÉNOS

ATTORI

Marco d'Amore nel ruolo di Luca
Giorgio Colangeli nel ruolo di Eduardo
Matilde Gioli nel ruolo di Raffaella
 

MUSICHE

Pesce, Enrico
 

MONTAGGIO

Griziotti, Chiara
 

SCENOGRAFIA

Guarino, Carmine
 

COSTUMISTA

Scimemi, Laurianne
 

EFFETTI

Galiano, Franco

TRAMA

Sullo sfondo della cittadina di Casale Monferrato, in fermento per l'avvicinarsi della sentenza del processo Eternit, si svolgono le vicende di Luca, un trentenne senza più sogni che si guadagna da vivere come clown per animare le feste private, che riceve una notizia drammaticamente improvvisa: suo padre Eduardo, ex operaio Eternit, sta morendo di mesotelioma. Padre e figlio iniziano così un percorso di riavvicinamento dovuto anche al rapido corso della malattia che li costringe anche al confronto...

CRITICA

"Questa storia richiama tutti alla riflessione sui principi di sviluppo e progresso. Il film di Francesco Ghiaccio parla di questo, documentato ma non didascalico, trovando la chiave poetica per farlo. (...) Le scelte di stile, che ci sono e hanno una marcata identità, possono sorprendere per il loro antinaturalismo di convenzione più teatrale che cinematografica. Ma l'effetto è potente, emozionante e commovente. Un plauso speciale al giovane Marco D'Amore la cui notorietà è soprattutto legata a ruoli di 'cattivo' assai diversi da questo ('Gomorra' la serie) che esaltano la sua versatilità di interprete destinato a fare strada." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 30 novembre 2015) "(...) un documento, non documentario, gonfio di vergogna, mescolato alla gente «vera» con intelligente uso metaforico del teatro come cura omeopatica di rivalse private e civili, da quando gli attori di 'Amleto' fecero cadere la coscienza del re. Dramma ancora in fieri, dove la parola posto, celebre dal 60 di Olmi, diventa maledizione: l'ottimo, appassionato, commovente risultato è merito anche di quel bravissimo villain di Marco D'Amore, che viene dai miasmi di «Gomorra»." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 3 dicembre 2015) "(...) nel film, che qualche decennio fa avrebbe potuto avere la firma di registi come Rosi, Petri o Damiani, si avverte il pathos del grande cinema civile." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 3 dicembre 2015) "Passabile dramma, che rievoca, con il pedale troppo schiacciato sul patetico, uno dei più recenti disastri ambientali italiani. (...) Meglio il tossicchiante Giorgio Colangeli del malrasato Marco D'Amore, affetto da tremendo torcicollo." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 3 dicembre 2015)

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