Anno: 2011 Durata: 99 Origine: BELGIO Colore: C
Genere:COMMEDIA
Regia:Sylvain Estibal
Specifiche tecniche:35 MM (1:1.85)
Tratto da:-
Produzione:MARILYN PRODUCTIONS, STUDIOCANAL, BARRY FILMS, SAGA FILM, RHAMSA PRODUCTIONS
Distribuzione:PARTHÉNOS (2014)
Sasson Gabai | nel ruolo di | Jaffar |
Baya Belal | nel ruolo di | Fatima |
Baya Belalì | nel ruolo di | Fatima |
Myriam Tekaïa | nel ruolo di | Yelena |
Gassan Abbas | nel ruolo di | Parrucchiere |
Khalifa Natour | nel ruolo di | Hussein |
Lotfi Abdelli | nel ruolo di | Giovane poliziotto |
Ulrich Tukur | nel ruolo di | Funzionario ONU |
Khaled Riani | nel ruolo di | Negoziante |
Uri Gabai | nel ruolo di | Netsah |
Ido Shaked | nel ruolo di | Soldato in terrazza |
Thierry Lopez | nel ruolo di | Soldato in terrazza |
Zohar Wexler | nel ruolo di | Soldato della colonia |
Maurad Saad | nel ruolo di | Cameraman jihadista |
Kheredine Ennasri | nel ruolo di | Jihadista |
David Leguesse | nel ruolo di | Jihadista |
Nicholas Galea | nel ruolo di | Ragazzo col pallone |
Bashir Wakil | nel ruolo di | Walid |
Michael Sciortino | nel ruolo di | Rabbino |
Manuel Cauchi | nel ruolo di | Predicatore |
Mohammed Mutaz | nel ruolo di | Jihadista |
Mark Mifsud | nel ruolo di | Giovane palestinese |
Salama Jarboua | nel ruolo di | Giovane palestinese |
Mahmoud Moghrabi | nel ruolo di | Jihadista |
Edward Mercieca | nel ruolo di | Ufficiale israeliano |
Chris Micallef | nel ruolo di | Soldato israeliano |
Andrew Galea | nel ruolo di | Soldato al checkpoint |
Adam Gabai | nel ruolo di | Bambino della colonia |
Imran Estibal | nel ruolo di | Bambino della colonia |
Jean Hourth Sok | nel ruolo di | Ballerino Hip Hop |
Luca Lazylegz Patuelli | nel ruolo di | Ballerino Hip Hop |
All'indomani di una tempesta, il pescatore palestinese Jafaar si ritrova per caso nella rete un maialino vietnamita: dopo aver tentato di sbarazzarsi dell'insolito naufrago, l'uomo decide di "approfittare" di quella pesca inaspettata, lanciandosi in una ingegnosa quanto rocambolesca iniziativa...
"Un'altra fiaba, come 'Giraffada', che viene dalla Palestina in fiamme, segno che una critica sociopolitica oggi passa attraverso la metafora con animali. (...) L'Intifada vista nella prospettiva folklorica di un ritratto paesano sfocia a volte in una dura posizione politica, alleggerita dalla commedia di equivoci e dal ritratto di un uomo che pratica l'arte di arrangiarsi. Il non detto di questi interni poveri, fra gente che risparmia anche sulle parole, sono il lato più Interessante di una cinematografia poco presente sui nostri mercati." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 19 giugno 2014) "Prima o poi qualcuno scriverà una storia del cinema dal punto di vista degli animali, nel senso degli animali usati come personaggi a tutto tondo, e ne vedremo delle belle. Dalla vacca di Buster Keaton all'asino di Bresson fino ai compagni di sventura del naufrago in 'Vita di Pi', passando per chissà quanti cani, gatti, scimmie e cavalli (perfino Godard ha messo il cane di casa al centro del suo ultimo film), registi e autori non hanno smesso di ricorrere alle più varie specie animali per sviluppare il racconto e talvolta il sottotesto filosofico, sociale o religioso dei loro film. A quest'ultima categoria appartiene senz'altro il maiale beffardamente piazzato dall'esordiente Sylvain Estibal nelle reti di un pescatore... palestinese. Il maiale è infatti l'animale più impuro che ci sia per i musulmani. E tirare su con la rete un bel porcellino vivo, nel mare sempre meno pescoso di Gaza, è un oltraggio e una disgrazia per il povero Jafaar (lo straordinario Sasson Gabay che qualcuno ricorderà nel film israeliano 'La banda'. (...) 'Le cochon de Gaza', cioè «Il maiale di Gaza», come suona il titolo originale, è un film satirico abbastanza all'antica e non sempre molto sottile, che però ha dalla sua diverse anomalie molto interessanti. La più vistosa riguarda l'autore, uno scrittore e giornalista franco-uruguayano estraneo al cinema come alle due nazionalità in gioco nel film. Il che sulle prime può lasciare perplessi, ma fa riflettere. Perché mai sulla questione palestinese (o israeliana) dovrebbero intervenire solo i diretti interessati? Estibal difende la sua libertà d'autore, scompiglia le carte, non rispetta niente e nessuno. E tra un omaggio a Chaplin e uno a Fernandel sfiora l'Intifada, il muro d'Israele, il fanatismo e il culto dei martiri. Lasciando il terreno della farsa solo per un'isolata impennata poetica (nel frattempo l'ingenuo Jafaar è diventato il primo 'martire' vivo e vegeto - in pratica una star - della storia islamica...). Peccato che il doppiaggio italiano cancelli le differenze di lingua e cultura fra i protagonisti. Ma queste sono ingiustizie di casa nostra." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 giugno 2014) "Inutilmente appesantito da un titolo italiano 'alla Wertmüller' (quello internazionale è 'Quando i maiali hanno le ali'), un apologo in forma di commedia degli equivoci ispirato, divertente e anche coraggioso. Perché osa trattare il conflitto tra palestinesi e israeliani mostrandone la parte assurda e tirando paritariamente colpi agli uni e agli altri: così convinti di rappresentare valori opposti, mentre si somigliano più di quanto sembri. Nel guardare le stesse telenovelas, ad esempio (seguite assieme da Fatima e da un soldato israeliano) o nel prendersela con un incolpevole maiale." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 19 giugno 2014) "Irresistibile commedia francese d'ambientazione a Gaza (il suo titolo originale è infatti 'Le cochon de Gaza', II maiale di Gaza), meritatamente premiata col César come opera prima, offre una boccata d'aria fresca nella pur ricca filmografia sul territorio in questione. Un punto di vista surreale, un evento impossibile ma poeticamente plausibile reso indimenticabile dallo sguardo di un esordiente transalpino (peraltro di origini né ebraiche né palestinesi) nutrito dal desiderio di portare un contributo di Pace ed Arte: ce ne fossero. Da non perdere." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 19 giugno 2014) "Che magnifica sorpresa. Non fatevi ingannare dal chilometrico titolo tradotto stile Wertmüller. Questa commedia fianco-belga è un piccolo capolavoro di umorismo. (...) Con acuminati sberleffi, ben distribuiti tra palestinesi e israeliani." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 19 giugno 2014)
Incasso in euro