Anno: 2003 Durata: 96 Origine: FRANCIA Colore: C
Genere:COMMEDIA, DRAMMATICO
Regia:Manoel de Oliveira
Specifiche tecniche:35 MM (1:1.66)
Tratto da:-
Produzione:PAULO BRANCO PER MADRAGOA FILMES, GEMINI FILMS, MIKADO FILM, FRANCE 2 CINEMA, ICAM, RTP, CNC, CANAL+, CINE' CINEMAS, EURIMAGES
Distribuzione:MIKADO (2004), DVD: DOLMEN HOME VIDEO (2009)
Leonor Silveira | nel ruolo di | Rosa Maria |
John Malkovich | nel ruolo di | Capitano John Walesa |
Catherine Deneuve | nel ruolo di | Delfina |
Stefania Sandrelli | nel ruolo di | Francesca |
Irene Papas | nel ruolo di | Helena |
Filipa De Almeida | nel ruolo di | Maria Joana |
Luís Miguel Cintra | nel ruolo di | Attore portoghese |
David Cardoso | nel ruolo di | Pescatore |
Ilias Logothetis | nel ruolo di | Prete ortodosso |
Rosa Maria è una giovane professoressa di Storia. Con la figlia Maria Joana, parte per una crociera attraverso il Mediterraneo con destinazione Bombay, in India, dove si trova il marito Pedro, pilota di aerei. Finalmente Rosa Maria ha l'occasione di vedere con i propri occhi i luoghi di cui ha parlato tante volte in aula e che non ha mai visto prima. Sulla nave, conosce tre donne che la colpiscono molto - un'imprenditrice francese, una famosa ex modella italiana e un'attrice greca - e fa amicizia con il comandante, un americano di origine polacca. Ma giunta nei pressi del Golfo Persico, la crociera viene messa in pericolo da una strana minaccia...
"Se qualsiasi altro cineasta avesse fatto un film come questo, gli contesteremmo difetti plurimi, ingenuità e magari un po' di noia; ma quando l'autore si chiama de Oliveira, non valgono le abituali regole. Il maestro si esprime in anarchica libertà, erudisce, allude, gira attorno alle cose; e nel finale, congelando sul volto di Malkovich lo stupefatto orrore della tragedia, si congeda con un segno geniale dopo averci colpiti al cuore. A che cosa servono la cultura, le belle maniere, i sentimenti e le canzoni se poi...". (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 1 settembre 2003) "Il geniale Manoel riesce a circondare le sue amare riflessioni politiche e filosofiche di un'aura leggera, di una disinvoltura straordinaria, componendo una sorta di film-saggio in anticipo di qualche decennio sul cinema odierno, da cui esala una strana seduzione che non sapremmo ritrovare in nessun altro." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 27 marzo 2004) "Stavolta il vegliardo maestro portoghese inventa con il suo 'Un filme falado' una commedia filosofica e crudele (stile Bunuel della 'Via Lattea') sulle vane illusioni della civiltà e la fatale caduta degli imperi umani". (Claudio Carabba, Sette', 11 settembre 2003) "Ancora una volta è riuscito a sorprenderci. A incantarci come una sirena con il racconto di un viaggio alla ricerca delle radici della civiltà mediterranea. A turbarci con un finale che lascia di sasso, con la stessa espressione pietrificata di John Malkovich nell'ultima immagine del film congelata dall'orrore (...) Le bombe spazzano via ogni tentativo di comunicazione e la violenza distrugge tutto ciò che l'uomo ha costruito di buono in millenni di storia. Ogni civiltà, ci viene ricordato nel film, è destinata a scomparire. E chissà se le parole avranno ancora il potere di salvarci dall'oblio". (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 31 agosto 2003) "Novantacinquenne, Manoel de Oliveira non salta un festival che sia uno. Figurarsi se non concorreva a questa Mostra, dove l'ottantottenne Mario Monicelli presiede la giuria. Ma è arduo trovare qualcosa di meno monicelliano che 'Un film parlato', dove il 'maestro' portoghese ripete le sue tipiche, interminabili inquadrature fisse e, peggio, riprende l'interpretazione storico-filosofica accennata in 'Parola e utopia' (Venezia, 2000)". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 1 settembre 2003)
Incasso in euro