Anno: 1995 Durata: 123 Origine: FRANCIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Raúl Ruiz
Specifiche tecniche:PANORAMICA
Tratto da:-
Produzione:LA SEPT CINEMA, GEMINI FILMS
Distribuzione:MIKADO FILM (1996) - BMG VIDEO
Anna Galiena | nel ruolo di | Tania |
Arielle Dombasle | nel ruolo di | Helene |
Chiara Mastroianni | nel ruolo di | Cecile |
Féodor Atkine | nel ruolo di | André |
Jacques Pieiller | nel ruolo di | Il marito di Tania |
Jean-Yves Gautier | nel ruolo di | Mario |
Marcello Mastroianni | nel ruolo di | Matteo Strano |
Marisa Paredes | nel ruolo di | Maria |
Melvil Poupaud | nel ruolo di | Martin |
Snain | nel ruolo di | Luca |
PRIMO EPISODIO - Matteo Strano parte da Parigi per un viaggio presumibilmente breve. Torna e va ad abitare proprio di fronte a casa sua (c'è rimasta la moglie Maria) e ci passa venti anni. Un operaio, con cui Matteo beve tre bottiglie di champagne, è da tempo diventato il nuovo marito della donna. SECONDO EPISODIO - George Vichers, ricco e celebre, professore alla Sorbona (che vive con la madre anziana e malata) si trasforma all'improvviso in clochard e mendicante. " felice di dare tutto il denaro agli altri, nessuno escluso. E intanto si innamora di Tania una prostituta. Finché un giorno torna alla Sorbona: la madre è morta e le lezioni riprendono dopo la "svolta". TERZO EPISODIO - Una giovanissima coppia di amanti (insaziabili, ma anche squattrinati) Martin e Cécile viene misteriosamente nominata erede di uno splendido castello vicino alla Loira e gratificata di una rendita in franchi, puntualmente inviata ogni mese. Unica condizione: mantenere in servizio il vecchio maggiordomo (il quale non è che lo sconosciuto benefattore). QUARTO EPISODIO - Un ricchissimo uomo di affari, Luc Allamand, si "inventa" una famiglia (di origine italiana) tanto per giustificare certe operazioni finanziarie. Un giorno apprende che quella stessa famiglia sta per atterrare all'aeroporto di Parigi. "Se il personaggio principale di questi episodi "vive" "alcune" vite, tuttavia come chiunque altro non può avere che una sola morte.
"Ruiz coltivò una narrativa eccentrica fin dai suoi inizi. Tres tristes tigres (1968), il film dell'esordio alla regia, lo mostrò. E, pur pagando il debito di uno scampato alle stragi del Cile di Pinochet (vedi: Dialoghi degli esiliati, 1974, girato come gli altri suoi film in Europa), cercò sempre di ubbidire alla propria vocazione. Qui, in Tre vite e una sola morte, essa trova una favorevole occasione che potrebbe rivelare questo dotatissimo autore al pubblico internazionale." (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 24 maggio 1996).
Incasso in euro