Anno: 1993 Durata: 97 Origine: SVIZZERA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Krzysztof Kieslowski
Specifiche tecniche:PANORAMICA, 35 MM
Tratto da:-
Produzione:MK2 PRODUCTIONS, CED PRODUCTIONS, FRANCE 3 CINEMA, PARIS - TOR PRODUCTION, VARSAVIA
Distribuzione:ACADEMY PICTURES (1993), DVD: SAN PAOLO MULTIMEDIA (2009)
Juliette Binoche | nel ruolo di | Julie |
Benoit Regent | nel ruolo di | Olivier |
Florence Pernel | nel ruolo di | Sandrine |
Charlotte Very | nel ruolo di | Lucille |
Hélène Vincent | nel ruolo di | La giornalista |
Julie Delpy | nel ruolo di | Dominique |
Alain Ollivier | nel ruolo di | L'avvocato |
Hugues Quester | nel ruolo di | Patrice, marito di Julie |
Emmanuelle Riva | nel ruolo di | La madre di Julie |
Yann Trégouët | nel ruolo di | Antoine |
Zbigniew Zamachowski | nel ruolo di | Karol |
Isabelle Sadoyan | nel ruolo di | La cameriera |
Catherine Therouenne | nel ruolo di | La vicina |
Florence Vignon | nel ruolo di | La copista |
Philippe Volter | nel ruolo di | Agente immobiliare |
Daniel Martin | nel ruolo di | Il vicino |
Pierre Forget | nel ruolo di | Il giardiniere |
Claude Duneton | nel ruolo di | Il dottore |
Alain Decaux | ||
Andrew Litton | ||
Arno Chevrier | ||
Idit Cebula | ||
Jacek Ostaszewski | nel ruolo di | Il Flautista |
Jacques Disses | ||
Michel Lisowsky | ||
Philippe Manesse | ||
Philippe Morier-Genoud | ||
Stanislas Nordey | ||
Yves Penay |
In un incidente stradale, Julie perde il marito Patrice, un celebre compositore, e la piccola figlia Anna. Julie inizia così una nuova vita, anonima, indipendente, lasciandosi deliberatamente alle spalle tutto ciò di cui disponeva prima, in abbondanza. Un giornalista musicale sospetta che in realtà fosse Julie l'autrice delle musiche del marito. Lei nega, forse troppo bruscamente... Olivier, il giovane assistente di Patrice ama Julie da molto tempo. Per costringerla ad uscire dall'isolamento, decide di portare a termine il Concerto per l'Europa: un'opera grandiosa lasciata incompiuta dal compositore morto. Julie intanto si sforza per non cadere nelle trappole che minano la sua libertà...
"Il film vincitore (ex aequo con "Short Cuts" di Altman) del Leone d'oro alla Mostra di Venezia è bellissimo e imperfetto. Fa del blu il colore della libertà: lavorando in Francia, il grande regista polacco Kieslowski dedica tre film, intitolati ai tre colori della bandiera francese, ai principi di libertà, uguaglianza e fraternità proclamati dalla Rivoluzione francese ed essenziali per la civiltà europea, analizzandoli nella profondità degli individui anzichè nelle implicazioni sociopolitiche. "Film blu" è il primo, ha come protagonista unica Juliette Binoche, premiata a Venezia come migliore attrice: giusto, stando sullo schermo dal primo all'ultimo minuto davanti a una macchina da presa che la esplora e denuda e le penetra persino nelle pupille, pronunciando pochissime frasi e affidando soltanto all'intensità fisica l'espressione d'un sentimento ineffabile come il dolore, è meravigliosamente brava. "Film blu" è straordinario per linguaggio, altissimo stile ed emozione soprattutto nella prima parte che racconta l'assoluto e la cognizione del dolore; la seconda parte che racconta il ritorno tra gli altri e l'accettazione d'una vita non felice ha al confronto minore grandezza; questo squilibrio non sminuisce l'eccezionalità dell'opera e della sua interprete." ('La Stampa', Lietta Tornabuoni) "Il "Film Blu" inizia e finisce nella musica. Cioè non finisce affatto, perchè un grandioso coro ci investe dallo schermo "blu" e lascia il finale aperto sulla vita che continua. Nella musica è il punto di partenza, lo svolgimento e la proiezione finale. Un compositore contemporaneo, definito da morto, come si conviene, "uno dei più grandi talenti del nostro secolo", è il fantasma senza lineamenti che muove il racconto. Che a sua volta è racconto non di cose ma di sentimenti, concentrati in Julie Binoche. E Kieslowski sa che la sonda più sottile per entrare nei capillari del sentimento non è la parola ma il suono, cosa che proclamano scrittori e filosofi da Plotino a Schopenhauer. I personaggi di "Film Blu" vivono nella musica come feti nel liquido amniotico. Già ma quale musica? Una corrente della scena contemporanea con nomi e cognomi: il neosinfonismo di scuola polacca, cattolico, fideista, grandioso e anche retorico che discende direttamente dalla svolta nazional popolare di Krzysztof Penderecki fino a l'altroieri il più grande compositore della Polonia. Zbignew Preisner, conterraneo e collaboratore di Kieslowski, per "Film Blu" ha confezionato una partitura per grande orchestra, con più pieni che vuoti. Chi vorrebbe amare il film di Kieslowski ma non può, dà molta colpa a questa musica, che sarebbe in contraddizione col sottile reticolo di sentimenti in cui ci si insinua. Ma la retorica della musica ha una ragione: il pezzo, nella trama del film, è commissionato per una tronfia occasione, un "concerto per l'Europa unita". E del resto Kieslowski è onesto: questa nuova retorica della Sinfonia circola in tutta la cultura musicale di oggi, e quella scuola polacca ne sventola il vessillo." ('Il Giorno', Carlo Maria Cella, 28 settembre 1993) "Nel loro primo film integralmente girato in terra straniera, Krzysztof Kieslowski ed il fido sceneggiatore Piesiewicz si concedono una costruzione effettata e forzata. Il primo capitolo dell'attesa trilogia dedicata ai temi della Libertà, Fraternità ed Uguaglianza scolpisce un universo narrativamente di comodo, per poterci liberamente innestare impettite dissertazioni socio-metafisiche. Lo stile è "elegante", magari insolito: ma i personaggi e le situazioni prendono corpo in un limbo di totale artificiosità che ne inficia persino i versanti commossi." (Il Mattino)
Incasso in euro