Tokyo Godfathers2003

SCHEDA FILM

Tokyo Godfathers

Anno: 2003 Durata: 91 Origine: GIAPPONE Colore: C

Genere:ANIMAZIONE, AVVENTURA, DRAMMATICO

Regia:Satoshi Kon|Shogo Furuya

Specifiche tecniche:-

Tratto da:personaggi ideati da Kenichi Konishi

Produzione:MADHOUSE

Distribuzione:METACINEMA (2005)

TRAMA

In una Tokyo sepolta dalla neve si avvicina il Natale. Tre senzatetto, l'ex allenatore di ciclisti professionisti Gin, il travestito Hana e la giovane Miiyuki, rovistando nei cassonetti del quartiere di Shinjuku, vengono attirati da un pianto disperato. La Notte Santa è testimone di un evento eccezionale: i tre amici trovano uno splendido neonato. Gin propone di andare subito alla polizia per denunciare l'accaduto, mentre Hana, il cui istinto materno è chiaramente frustrato, sogna di tenerlo con loro e in cuor suo ha già trovato un nome al piccolo: Kiyoko. Dal momento che i soli indizi che possono ricollegare il neonato alla sua famiglia sono il biglietto di un bar e poche foto, i tre iniziano una turbinosa avventura in giro per la città alla ricerca dei genitori del bambino. Ma per consegnarlo al suo futuro, dovranno fare i conti con i fantasmi del loro passato...

CRITICA

"Ancora una scoperta: Kon Satoshi, animatore giapponese, creatore di questa sorprendente favola per adulti (non portateci i bambini!) che ricorda Almodovar e invece è il remake di un anomalo western di John Ford (per qualcuno uno dei suoi migliori in assoluto, e scusate se è poco). La differenza fondamentale tra 'Tokyo Godfathers' di Satoshi e i 'Three Godfathers' di Ford ('In nome di Dio', 1948) è naturalmente la tecnica. (...) Vedere per credere, la matita di Satoshi è un prodigio di inventiva. Come tutto in questo mélo comico che mescola generi e culture (ci sono anche haiku a bordo schermo) sullo sfondo di una Tokyo iperrealistica. E chiude sull'Inno alla Gioia di Beethoven in salsa techno. Più bizzarri di così..." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 4 febbraio 2005) "'Tokyo Godfathers' è uno dei migliori cartoon giapponesi. Lo dirige con meticolosa precisione Satoshi Kon, che porta questo genere oltre i confini del disegno animato. Racconta, sulla scorta del Ford di 'In nome di Dio', la strana e ambigua alleanza tra un derelitto senza tetto, una ragazzina in fuga e un transessuale con vocazione materna che trovano una neonata nella spazzatura. (?) Beffa finale e guest star l'Inno alla gioia di Beethoven. Una sorpresa." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 febbraio 2005) "Vietato aspettarsi un cartone edificante. Il piccolo universo disegnato da Satoshi bagna in un pessimismo radicale, su cui neppure il finale di speranza tenta d'ingannarci." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 4 febbraio 2005)

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