Ti presento i miei2000

SCHEDA FILM

Ti presento i miei

Anno: 2000 Durata: 107 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Jay Roach

Specifiche tecniche:35 MM, PANAVISION, DE LUXE

Tratto da:tratto dalla sceneggiatura omonima di Greg Glienna e Mary Ruth Clarke (1922)

Produzione:DREAMWORKS SKG, NANCY TENENBAUM FILMS, TRIBECA PRODUCTIONS, UNIVERSAL PICTURES

Distribuzione:UIP - DVD E BLU-RAY: UNIVERSAL PICTURES HOME ENTERTAINMENT (2011)

ATTORI

Robert De Niro nel ruolo di Jack Byrnes
Ben Stiller nel ruolo di Greg Focker
Teri Polo nel ruolo di Pam Byrnes
Blythe Danner nel ruolo di Dina Byrnes
Nicole DeHuff nel ruolo di Debbie Byrnes
Jon Abrahams nel ruolo di Denny Byrnes
Thomas McCarthy nel ruolo di Bob Banks
Owen Wilson nel ruolo di Kevin Rawley
James Rebhorn nel ruolo di Larry Banks
Phyllis George nel ruolo di Linda Banks
 
 

MUSICHE

Newman, Randy
 

MONTAGGIO

Poll, Jon
 

SCENOGRAFIA

Smith, Rusty
 

COSTUMISTA

Orlandi, Daniel

TRAMA

Greg Focker, un giovane infermiere di origine ebraica, è da tempo fidanzato con Pamela. Quando la sorella minore Debbie annuncia le proprie nozze, Pamela coglie l'occasione per far conoscere finalmente il fidanzato ai propri genitori. Ma, giunto in casa dei suoceri, per Greg cominciano i guai. Per papà Jack, infatti, l'idea di avere un genero non di sua scelta sembra un vero e proprio affronto... TRAMA LUNGA Follemente innamorato della sua fidanzata Pam, Greg Focker sta per chiederle di sposarlo, ma alcune circostanze lo impediscono. Così è lei ad informarlo che c'è un invito a casa dei suoi per il fine settimana per festeggiare l'imminente matrimonio della sorella Debbie con Bob, bello e ricco. Il viaggio a New York sembra a Greg l'occasione ideale per fare la proposta già rinviata. All'arrivo in casa Byrnes, Greg deve fare i conti con il padre di Pam, Jack, orticultore in pensione, convinto che nessun uomo sia così in gamba da sposare la primogenita Pam. Il fatto che Greg sia un infermiere e che odi i gatti non migliora la situazione. Per di più, all'aeroporto c'è stato uno scambio di valigia, e ora Greg è senza vestiti di ricambio e, soprattutto, senza anello. Da quel momento lo sventurato ne combina una peggio dell'altra. E ad aggravare ulteriormente le cose arriva la scoperta che il padre in realtà era alle dipendenze della CIA, dove svolgeva il compito di esaminatore psicologico delle persone. Più Greg si mette d'impegno, più fa danni: sembra colpa sua se il matrimonio della sorella subisce contraccolpi e ritardi. Jack poi lo scambia per un consumatore di droga dedito a varie pratiche sessuali. Il culmine arriva quando il gatto prediletto sparisce e Greg inganna Jack portandone uno simile. Alla fine Greg viene cacciato, torna all'aeroporto, dà in escandescenze, viene arrestato e interrogato. Ma qui c'è anche Jack, convinto dalla figlia a tornare sui propri passi. Gli equivoci si chiariscono. E, mentre si celebra il matrimonio di Debby, i due ragazzi possono programmare anche il loro.

CRITICA

"Diretto da Jay Roach questo 'Ti presento i miei' è una bella sorpresa. Da 'Il padre della sposa' in poi, infatti, le commedie sul tema sono un 'veicolo' per maturi mattatori. Qui invece il punto di vista è quello del futuro sposo, non quello del suocero. (...) Spaventose le gaffes accumulate da Stiller in un crescendo di involontaria ferocia distruttiva a 360 gradi. Piacevolmente 'classico' il tono generale. Madre e figlia ovviamente fanno tappezzeria. Ma l'odiosissimo ex della promessa sposa è da antologia". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 2 febbraio 2001) "Jay Roach è un tipo di talento. Con 'Ti presento i miei' ha saputo riciclarsi nella 'commedia domestica' mostrando di possedere, oltre a un ottimo senso dei tempi comici, anche una certa delicatezza di tocco. Così ha diretto una delle rare commedie contemporanee dove tutto funziona a dovere, dalla regia alle interpretazioni, alla sceneggiatura, che evita i rischi di ripetitività ricorrendo a un'ottima idea: per quanto mite e remissivo, il giovanotto è dotato di un involontario talento per distruggere le cose". (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 10 febbraio 2001) "Nell'inventare situazioni comiche gli sceneggiatori Jim Herzfeld e John Hamburg non vanno troppo per il sottile. Ma il regista lo affronta con mano leggera. E ostnuto da interpreti del tutto smaliziati, le 'gags' ottengono il loro effetto: fanno ridere". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 2 febbraio 2001)

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