The Score2001

SCHEDA FILM

The Score

Anno: 2001 Durata: 123 Origine: GERMANIA Colore: C

Genere:THRILLER

Regia:-

Specifiche tecniche:35MM, PANAVISION, DE LUXE

Tratto da:-

Produzione:CINEARTISTS AG, EAGLE POINT PRODUCTION, HORSESHOE BAY PRODUCTIONS, LEE RICH PRODUCTIONS, MANDALAY PICTURES, PARAMOUNT PICTURES

Distribuzione:MEDUSA

TRAMA

TRAMA BREVE Nick Wells è un criminale professionista che decide di ritirarsi dal giro visto che nel suo ultimo colpo ha rischiato di essere catturato. Progetta così di ritirarsi e vivere in santa pace a Montreal con Diane, la sua ragazza, mandando avanti il suo jazz club "NYC". Ma Max, suo amico e socio di affari illegali, gli propone un affare che Nick non può rifiutare: un antico scettro francese di inestimabile valore è stato scoperto mentre veniva fatto entrare di contrabbando nel paese. L'oggetto è ora sotto massima sorveglianza presso la dogana di Montreal, pronto per essere rispedito al suo paese d'origine. Per riuscire nell'impresa e risanare così i suoi guai finanziari, Nick deve associarsi a un infiltrato di Max, un certo Jackie Teller, giovane e talentuoso ladro molto aggressivo. Rimane solo un problema: la spartizione! TRAMA LUNGA A Montreal, l'esperto scassinatore Nick ha maturato la decisione di ritirarsi per dedicarsi alla fidanzata Diane, che gli ha dato l'ultimatum, e al night che gestisce, finora come copertura. Inattesa arriva la proposta del vecchio amico Max: si tratta di sottrarre uno scettro di inestimabile valore di epoca Luigi XV, custodito nel caveau del palazzo della dogana. Dopo qualche incertezza e discussione, Nick accetta il colpo, ma si ritrova a dover lavorare con Jack, un giovane mai visto prima che è riuscito a farsi assumere alla dogana ed entra ed esce a suo piacimento. Gli attriti tra Jack e Nick non mancano, ma entrambi sanno che vanno messi da parte perché intervenire sul sistema di sicurezza allestito dentro la dogana richiede una precisione e un lavoro comune assolutamente perfetti. Quando Nick entra in possesso dello scettro, all'improvviso Jack lo minaccia e si fa dare il prezioso oggetto. Poi Jack scappa, sicuro di aver beffato il più esperto. Ma arriva una telefonata, e Nick lo invita a guardare nell'astuccio: c'è una copia in metallo. Jack beffato ora deve scappare perché è ricercato dalla polizia, mentre Nick può godersi la sua parte di malloppo insieme a Diane.

CRITICA

"Confidando totalmente nel cast, il film sgrana tutto il solito repertorio: preparazione del furto, difficoltà crescenti, lunga sequenza clou dell'esecuzione del piano, fuga. Fortuna che, in extremis, arriva un piccolo guizzo di fantasia: senza però riscattare la sensazione di déjà-vu, dal vecchio 'Topkapi' ai recenti 'Mission: Impossible' e 'Entrapmente'. Per la verità, più che Tom Cruise o Sean Connery nei due ultimi film citati, De Niro in tuta e passamontagna ricorda se stesso ai tempi in cui si calava dal soffitto nel grottesco 'Brazil'. L'aria un po' annoiata, Bob recita al minimo dell'impegno sindacale; quanto a Brando, probabilmente pensa solo alla somma eccessiva di dollari che il cinema è ancora disposto a elargirgli per le sue comparsate". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 8 agosto 2001) "I cultori del divismo, di gusto nichilista apprezzeranno, si fa per dire, le pieghe sempre più amare agli angoli della bocca di Brando, o un paio di scambi vagamente autoironici. Ma la sciatta sintassi delle poche scene con Marlon accredita la leggenda secondo cui la star recitava in mutande per non farsi inquadrare intero. In confronto il gradevole 'Entrapment' era un capolavoro assoluto. Ma il problema non è un film venuto male in più. E' che star del calibro di Brando, Norton e De Niro si prestino al gioco. Se anche a Hollywood non sanno più leggere i copioni, siamo davvero messi male". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 ottobre 2001) "Il ritmo è meditabondo e lento, salvo che nell'ultima mezz'ora. Il pregio del film è quello di concentrare tre star di tipo molto diverso con i rispettivi stili di recitazione e tic, di consentire un confronto tra di loro. La regia di Frank Oz, più portato in genere alla commedia, non è ammirevole". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 19 ottobre 2001) "La storia non tocca mai vertici appassionati e in definitiva somiglia troppo all'ultimo film di David Mamet, 'The Heat', senza averne la profondità psicologica; si rimane naturalmente incantati ad ammirare De Niro e ipnotizzati dall'ultimo Marlon Brando, una specie di balena che ha inghiottito come nelle fiabe il Marlon d'una volta, l'angelo ribelle di Hollywood, il sex symbol giovanile de 'Il selvaggio' e il disperato amante di 'Ultimo tango'. (...) Una figura malinconica e grandiosa, ironicamente crepuscolare: è forse l'unico momento sublime di un film non destinato a essere ricordato a lungo". (Curzio Maltese, 'D - la Repubblica delle donne', 30 ottobre 2001)

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