Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo2009

SCHEDA FILM

Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo

Anno: 2009 Durata: 122 Origine: USA Colore: C

Genere:FANTASY

Regia:Terry Gilliam

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:AMY GILLIAM, SAMUEL HADIDA E WILLIAM VINCE PER DAVIS-FILMS, INFINITY FEATURES ENTERTAINMENT, PARNASSUS PRODUCTIONS

Distribuzione:MOVIEMAX

ATTORI

Christopher Plummer nel ruolo di Dr. Parnassus
Heath Ledger nel ruolo di Tony
Johnny Depp nel ruolo di Tony
Colin Farrell nel ruolo di Tony
Jude Law nel ruolo di Tony
Verne Troyer nel ruolo di Percy
Tom Waits nel ruolo di Mr. Nick
Lily Cole nel ruolo di Valentina
Andrew Garfield nel ruolo di Anton
Michael Eklund nel ruolo di Assistente di Tony
Paloma Faith nel ruolo di Sally
Richard Riddell nel ruolo di Martin
Johnny Harris nel ruolo di Poliziotto
Simon Day nel ruolo di Ispettore
 
 

MONTAGGIO

Audsley, Mick
 

COSTUMISTA

Prudhomme, Monique

TRAMA

L'Imaginarium è un speciale spettacolo itinerante organizzato dal misterioso dottor Parnassus, un uomo che grazie ad uno specchio magico riesce a realizzare i sogni del pubblico. In realtà, il suo speciale potere è il risultato di un accordo fatto tanti anni prima con Mr. Nick, un uomo divertente e scanzonato che in cambio del prodigio gli ha fatto una singolare richiesta: se mai Parnassus avrà una figlia, al compimento del suo sedicesimo compleanno l'anima della ragazza dovrà essergli consegnata. Anni dopo, Parnassus si troverà costretto a pagare il pegno a Mr. Nick, ma per salvare l'anima di sua figlia Valentina proporrà una scommessa al suo creditore e per riuscire a vincere si avvarrà dell'aiuto di Tony, un giovane seducente, dal passato misterioso e innamorato di Valentina.

CRITICA

"Nella prima scena, Heath Ledger dondola impiccato sotto un ponte di Londra (ma lo salvano). Nelle ultime sequenze, girate dopo la sua morte, sono tre colleghi a rimpiazzare lo sventurato attore: Johnny Depp, Jude Law, Colin Farrell. Con questo espediente, Terry Gilliam ha potuto terminare, malgrado la scomparsa prematura del protagonista, la lavorazione di 'The Imaginarium of Doctor Parnassus'. Film visivo per eccellenza secondo la tradizione del regista di 'Brazil' e 'Munchausen', farcito di sofisticati effetti speciali e tutto basato su scenografie e costumi sovraccarichi, 'The Imaginarium' è una favola che celebra l'immaginazione, l'ennesima incursione di Gilliam al confine tra realtà e fantasia. O forse una personale rivisitazione del mito di Faust da parte del visionario cineasta inglese: si parla di un patto col diavolo per garantirsi l'eterna giovinezza e nel teatrino ambulante del Dottor Parnassus (Christopher Plummer), che attraversa la Londra contemporanea, basta attraversare uno specchio per ritrovarsi in un universo parallelo: popolato di meraviglie o di mostri, dipende dall'occasione..." (Gloria Satta, 'Il Messaggero', 23 maggio 2009) "E' festa per i partigiani dell'anima fantasiosa e fantastica discendente da Méliès in competizione con quelle dei Lumière. L'autore di 'Brazil', l'americano della compagnia inglese dei Monthy Phyton che festeggia i 40 anni, usa le risorse della tecnologia per disegnare il suo mondo di favola e tuttavia non è ad esse che affida lo zoccolo duro della sua creazione ma a una debordante forza dell'immaginazione." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 23 ottobre 2009) "L'immaginifico Terry Gilliam, ex Monty Python, autore di paurosi deliri a Las Vegas, eserciti scimmieschi, re leggendari, favolisti e baroni avventurosi, libera la sua allucinata vena extralarge: è un creatore di mondi, di inferni, di sogni per bimbi e consolazioni per signore. Cast straordinario di nani, ballerine e angeli innamorati. Gilliam scatena uno tsunami/Cabaret di malinconica magia, ma non riesce a creare magica malinconia. Tempi e parole in cortocircuito sovraccarico. Come Margherita di Cocciante, la Forte Immaginazione è vento, e non sa che può far male. E persino annoiare."(Alessio Guzzano, 'City', 23 ottobre 2009) "Solo il cinema e Gilliam potevano essere così poetici e la pellicola diventa anche per gli spettatori un tuffo tra realtà e fantasia. Quando parliamo di Settima arte, sono queste le opere a cui pensare: quelle in cui si diverte chi guarda e chi lavora al film, quelle che fanno tornare tutti bambini, vivendo le stesse gioie e le stesse paure di chi è indifeso e ancora abbastanza puro. E questo è Gilliam, un finto cinico che sa stupire e stupirsi, a cui si perdona tutto perché per primo, lui, non perdona se stesso, mostrandoci il suo inconscio con un genio sensibile e spudorato. Difficile essere razionali parlando di lui, soprattutto se ci regala l'ultima grande performance di un attore che stava per diventare immensa. E che qui, sarà una bestemmia, ci piace più che in "Batman". Forse anche perché ci piace ricordarlo così." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 23 ottobre 2009) "Fiera delle meraviglie, sogno-incubo, il primo comandamento del cinema di Terry Gilliam, un fratello Grimm sul set, il più verace sofferto visionario, con Tim Burton, del cinema di oggi. In questa versione del Faust col mago dei prodigi che baratta l'eterna giovinezza con la figlia, la parola non riesce a stare al passo con un eccesso di sconfinata fantasia. La malinconia della morte di Heath Ledger aleggia, ma tre affettuose controfigure (Farrell, Law e Johnny Depp) mimano l'eternità additando i veri immortali, i divi." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 23 ottobre 2009) "In genere, il gusto italiano, specialmente cinematografico, non è orientato verso le opere di fantasia, che appaiono anzi a volte irritanti e per bambini: ma in questo caso va diversamente, per la straordinaria bravura del regista, per i trionfi luminosi, colorati e molto allegri che rendono il film splendente. Il conflitto è sempre il medesimo: bene contro male, verità contro finzione, maschera contro volto." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 23 ottobre 2009) "Nulla da dire sulle fantasmagoriche visioni di Gilliam, (come le scale infinite che prima si perdono tra le nuvole e poi diventano giganteschi trampoli oppure il tango tra Belzebù e la fanciulla): un vero portento, ma a che prezzo per le mandibole, costrette a uno sbadiglio continuo." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 23 ottobre 2009) "La favola del regista dei Monty Python gioca sul doppio, il bene e il male complici, la città moderna con le vetrine di moda e il pozzo profondo dell'immaginazione, al di là del sipario tutto è possibile, dietro la maschera non c'è mai la fine, la storia continua contro la narrazione piena di menzogne della realtà, ed è la forza vitale dell'impossibile che fa girare il mondo." (Mariuccia Ciotta, 'Il manifesto', 23 ottobre 2009)

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