Marigold Hotel2011

SCHEDA FILM

Marigold Hotel

Anno: 2011 Durata: 123 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:COMMEDIA, DRAMMATICO

Regia:John Madden

Specifiche tecniche:PANAVISION, 35 MM - DELUXE

Tratto da:romanzo "These Foolish Things" di Deborah Moggach

Produzione:BLUEPRINT PICTURES

Distribuzione:20TH CENTURY FOX ITALIA (2012)

ATTORI

Judi Dench nel ruolo di Evelyn Greenslade
Bill Nighy nel ruolo di Douglas Ainslie
Penelope Wilton nel ruolo di Jean Ainslie
Dev Patel nel ruolo di Sonny Kapoor
Celia Imrie nel ruolo di Madge Hardcastle
Ronald Pickup nel ruolo di Norman Cousins
Tom Wilkinson nel ruolo di Graham Dashwood
Maggie Smith nel ruolo di Muriel Donnelly
Liza Tarbuck nel ruolo di Karen, capo infermiera
Tena Desae nel ruolo di Sunaina
Lillete Dubey nel ruolo di Sig.ra Kapoor
Bhuvnesh Shetty nel ruolo di Fisioterapista di Muriel
Paul Bhattacharjee nel ruolo di Dr. Ghujarapartidar
Lucy Robinson nel ruolo di Judith
Simon Wilson nel ruolo di Genero di Madge
Sara Stewart nel ruolo di Figlia di Madge
Ramona Marquez nel ruolo di Nipote di Madge
Raoul Marquez nel ruolo di Nipote di Madge
Jay Villiers nel ruolo di Figlio di Evelyn
Paul Bentall nel ruolo di Avvocato di Evelyn
Catherine Terris nel ruolo di Governante di Graham
Sid Makkar nel ruolo di Jay
Seema Azmi nel ruolo di Anokhi
Vishnu Sharma nel ruolo di Sig. Maruthi
Diana Hardcastle nel ruolo di Carol
Neena Kulkarni nel ruolo di Gaurika
Rajendra Gupta nel ruolo di Manoj
Israr Azam nel ruolo di Portantino
Russell Balogh nel ruolo di Avvocato
 

SOGGETTO

Moggach, Deborah
 

SCENEGGIATORE

Parker, Ol
 

MUSICHE

Newman, Thomas
 

MONTAGGIO

Gill, Chris
 

SCENOGRAFIA

MacDonald, Alan
 

COSTUMISTA

Stjernsward, Louise
 

EFFETTI

Double Negative

TRAMA

Attratti dalla pubblicità dell'Hotel Marigold, un gruppo di pensionati britannici decide di ritirarsi nella esotica e decisamente più economica India. Giunti sul posto, si renderanno conto che il nuovo ambiente è meno lussuoso di quanto avessero immaginato, ma la nuova esperienza gli farà scoprire che la vita e l'amore possono iniziare di nuovo quando si lascia andare il passato.

CRITICA

"I magnifici sette anziani inglesi in cammino verso una casa di riposo a Jaipur, sono convinti ancora d'essere i British dell'impero coloniale, come in un ritrovato Forster o in un Louis Bromfield o in un inedito di Maugham. Invece vengono da 'These Foolish Things' di Deborah Moggach e fanno un personale passaggio in India per sveltire la burocrazia della nostalgia e accomodarsi nella terza età. Sono, come si addice al racconto collettivo, la fauna di varia umanità col comun denominatore dell'over 70 e del cast prestigioso. (...) Il discorso sulla terza età, un tempo inviso al cinema (se non col fantasy di 'Cocoon') sta diventando consueto ed in questa commedia non solo per pensionati, John Madden, regista di 'Shakespeare in Love' che ha appena preso a Bari Festival il premio Fellini, evita la tragedia in nome dell'ironia, del piacere del gossip sentimentale, degli incastri sempre imprevisti degli affetti e di un po' d'inevitabile folklore tra calore e polvere nel traffico in tilt di motorini, auto e biciclette, mucche ed elefanti in un paese equidistante dai templi del passato e dal call center del presente: in India dicono che alla fine si sistema tutto ed infatti c'è un lieto fine. La cosa bella è che in fondo nessuno si prende sul serio, i drammi stingono nella ripetizione del quotidiano (...). In puro stile britannico understatement i dialoghi, specie delle ladies, e quando ci sono Maggie Smith e Judi Dench con le loro smorfie maliziose il film ha una marcia in più, senza nulla togliere al resto della compagnia tra cui Ronald Pickup, il farfallone amoroso, Tom Wilkinson che fa outing con tutti straziando il cuore di Penelope Wilton, la bella e paziente Tena Desae. Dove Madden, che ha solo 62 anni, centra il bersaglio, a parte qualche prolissità, è nella nascita di una amicizia generazionale, tema gettonatissimo nel cinema europeo più recente." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 30 marzo 2012) "Piacerà a coloro che come noi pensano che la bruttezza è stata abolita dal cinema inglese. E che il merito dell'abolizione va (da sempre) a un parco di attori ineguagliato da nessun'altra cinematografia (nella gara di bravura, a parer nostro, è Tom Wilkinson a stravincere)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 30 marzo 2012)

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