TANGUY2001

SCHEDA FILM

TANGUY

Anno: 2001 Durata: 110 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:COMMEDIA, GROTTESCO

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:UN'IDEA DI YOLANDE ZAUBERMAN

Produzione:TELEMA - LES PRODUCTIONS DU CHAMP POIRIER - TF1 CINEMA - TPS CINEMA

Distribuzione:LUCKY RED

TRAMA

TRAMA BREVE "Sei così adorabile... Se lo vuoi, potrai restare a casa per sempre...". Chini su Tanguy, Paul e Edith Guetz non immaginano che quella dichiarazione d'amore al loro piccino sarà profetica: 32 anni più tardi, Tanguy è ancora a casa. Brillante, plurilaureato, affascinante, seducente, Tanguy vive ancora con i suoi genitori e ci sta benissimo. Paul scherza sull'argomento, parlando del loro "grande bambino" e all'apparenza in casa regna l'armonia, ma in realtà Edith non sopporta più il figlio, lo odia e quando Tanguy annuncia che dopo aver discusso la sua tesi di cinese si trasferirà a Pechino, per Edith è una liberazione. Ella si comporta come una madre premurosa, sorridente ma lacerata dentro per la imminente partenza del figlio, contando i giorni che mancano alla fatidica data. Ma il giorno che Tanguy annuncia che rimanda la partenza di un anno, Edith crolla, si confida con Paul che cade dalle nuvole ed insieme decidono di agire: Tanguy deve partire o resterà per sempre... TRAMA LUNGA Tanguy è un ragazzo di 28 anni, in procinto di laurearsi, parla il cinese e il giapponese ed ha una passione per la filosofia orientale. Conduce la sua vita in tranquillità con i genitori e non ha intenzione di andare via da casa almeno fino a dopo la tesi, cosa che dovrebbe aprirgli le porte di un lavoro a Pechino. Quando manca un mese alla sospirata laurea, Tanguy comunica ai genitori di aver deciso di rinviare tutto di un anno e mezzo per evitare di rovinare per la fretta il lavoro svolto Il padre prende la cosa con apparente tranquillità, ma la madre comincia ad essere infastidita da questo figlio che ingombra in casa e toglie a loro qualunque possibile momento di intimità. Tanguy non si decide neanche con la propria ragazza e così si diverte a portare a casa conoscenze occasionali che ospita per la notte e presenta ai genitori la mattina dopo a colazione. Quando non sopporta più la situazione, Edith, la madre, decide che il figlio deve essere in qualche modo spinto ad andare via. Così inizia a carico di Tanguy una serie di dispetti che dovrebbero indurlo ad uscire di casa. In effetti Tanguy ci prova, va in un appartamentino, ma vi resta poco: si sente male, accusa dolori, e ottiene di tornare a casa. Paul, su consiglio del giudice, sta per assoldare due malviventi per far picchiare il figlio. Ma prima che questo accada, Tanguy decide di andarsene a Pechino. Dopo qualche tempo i genitori vanno a trovarlo. Lui ora è indipendente, anche nel poco spazio di cui dispone, e sta per diventare padre.

CRITICA

"Diretto dall'Etienne Chatilliez di 'La vita è un lungo fiume tranquillo', altra storia di famiglia, campione d'incassi in patria, 'Tanguy' mescola felicemente spunti sociologici, commedia dell'assurdo e gusto francese per la commedia nera. Memorabile la trasformazione di Dussollier, da paparone amoroso a belva spietata. Ma tutto il film, solido, generoso e assolutamente esilarante, trabocca di notazioni pungenti (l'amore per la Cina, che lo rende vicino e remoto insieme; l'ambivalenza dei rapporti famigliari). E se i tre protagonisti sono grandiosi, nei dialoghi si affaccia, con una citazione gaglioffa, pure Liz Taylor". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 15 marzo 2002) "Se Sabine Azéma è divertente, Andrè Dussolier è addirittura esilarante per il modo in cui, da genitore tollerante e affettuoso, si trasforma in padre prepotente e senza scrupoli. Fa la parte anche la nonna dell'eterno studente, quasi una variazione sulla diabolica 'zia Angelina' di un altro film diretto dallo stesso regista. La chiave del cinismo e del 'politicamente scorretto' funziona, insomma. Finché arriva l'ultimo terzo del film e - ahinoi! - la caduta di tono è vistosa. Chatiliez esagera, ammannendoci una regressione di Tanguy, che dorme in culla ed è custodito da una babysitter; poi, nell'epilogo, ci guida in un'inutile gita in Cina, appassionante come lo spot di un'agenzia turistica". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 16 marzo 2002) "Le barzellette sono buone se sono brevi. Chatiliez, a cui si devono 'La vita è un lungo fiume tranquillo' e 'La felicità è dietro l'angolo'ha il gusto del paradosso, ma in questo caso non riesce a trovare benzina per arrivare fino in fondo al viaggio. Che è gustoso, divertente, ma misurato per un cortometraggio. Vale il biglietto invece il cast: Dussolier, come sempre di beffardo spirito francese, Azema e lo strampalato Berger sono centrati parenti serpenti". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 14 marzo 2002)

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