Su Re2012

SCHEDA FILM

Su Re

Anno: 2012 Durata: 80 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:RELIGIOSO

Regia:Giovanni Columbu

Specifiche tecniche:35 MM

Tratto da:tratto dai Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni

Produzione:GIOVANNI COLUMBU PER LUCHES FILM IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA, CON IL CONTRIBUTO DELLA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA

Distribuzione:SACHER DISTRIBUZIONE (2013) - DVD: CG HOME VIDEO (2013)

ATTORI

Fiorenzo Mattu nel ruolo di Gesù
Pietrina Menneas nel ruolo di Maria
Tonino Murgia nel ruolo di Caifa
Paolo Pillonca nel ruolo di Pilato
Antonio Forma nel ruolo di Giuda
Luca Todde nel ruolo di Pietro
Giovanni Frau nel ruolo di Giovanni
Bruno Petretto nel ruolo di Giuseppe di Arimatea
Ignazio Pani nel ruolo di Ladrone
Carlo Sannais nel ruolo di Ladrone
 

MONTAGGIO

Columbu, Giovanni
 

SCENOGRAFIA

Asara, Sandro

TRAMA

La Passione di Gesù, raccontata attraverso passi dei quattro Vangeli, letti sinotticamente e affidati ad attori non professionisti, sullo sfondo di una Sardegna rurale e non contaminata dalla modernità.

CRITICA

"Una Passione ambientata fra i paesaggi più aspri della Sardegna, con un Golgota di rocce aguzze che fa male solo a guardarlo e cieli, nuvole, nebbie che esaltano l'espressività fuori squadra degli attori non professionisti. La più grande storia del mondo, e la più raccontata, rivissuta come se non l'avessimo mai vista prima grazie al dialetto, alla forza di quei volti e quei corpi, a un racconto che va avanti e indietro nel tempo, con insistenze e ritorni a sottolineare il rito e il dolore che lo accompagna. È il magnifico 'Su Re', «Il Re», secondo film del nuorese Giovanni Columbu (il primo, 'Arcipelaghi', applicava analoghe tecniche di racconto a un dramma giudiziario), che vede la luce solo grazie alla tenacia del suo autore e all'aiuto di pochi sostenitori tra cui Nanni Moretti, che lo distribuisce in sala. Un esempio raro quanto prezioso di cinema autenticamente religioso (che non significa confessionale, anzi: 'Su Re' commuove profondamente credenti e non). In linea con la severità, produttiva e espressiva, che oggi sembra tornare alla ribalta perfino in Vaticano, e che è l'opposto della pornografia del dolore imperante in tanto pessimo cinema e tv di argomento religioso (un nome per tutti: 'Passion' di Mel Gibson). Naturalmente non era facile fare tabula rasa di un'iconografia millenaria, ma Columbu lavora su più fronti. I paesaggi, così insoliti e scabri, ma in fondo obbedienti alla logica che ha spinto per secoli i pittori a reambientare la vita di Cristo nelle loro contrade. Gli interpreti, provenienti «da zone diverse, di mare e di terra, come nei Vangeli». L'oralità, che appartiene ai suoi attori come le rughe scolpite sui loro volti e dà a ogni loro parola un'ampiezza inusitata, nello spazio e nel tempo. Ma 'Su Re' guarda anche ai Vangeli apocrifi, al cristianesimo delle origini, al profeta Isaia, secondo cui il Messia non avrebbe avuto «apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi». Ed ecco un Cristo finalmente ordinario, plebeo, senza ricatti e riscatti estetici. Mentre Giuda, con coraggiosa intuizione, è il più giovane, il più ingenuo, il più smarrito degli apostoli. E a dire lo strazio di Maria basta un'inquadatura semplicissima e geniale dei suoi piedi stanchi." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggio', 28 marzo 2013) "Non è facile da proporre al pubblico un film come 'Su Re', presentato al Torino Film Festival e che ora affronta le sale grazie all'etichetta distributiva della Sacher di Nanni Moretti. Gli episodi del martirio sono messi in scena in modo ellittico e in ordine non cronologico - ricorrendo alle differenti versioni dei quattro Vangeli sinottici - e sembrano succedersi nella memoria di Maria mentre veglia il corpo del figlio deposto nel sepolcro. Equidistante tanto dai kolossal estetizzanti di Hollywood o di Zeffirelli quanto dalle derive sadiche di Mel Gibson ('La passione di Cristo'), il film di Giovanni Columbu ricorda piuttosto il pasoliniano 'Vangelo secondo Matteo'. Tanto per intendersi; ma forse i paragoni non sono importanti. Quel che colpisce è che appare pervaso di profonda religiosità; dove la divinità di Cristo coincide col suo umanizzarsi, col suo divenire carne e sangue al di Ià di ogni 'santino' pronto per la devozione, cinematografica e no." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 28 marzo 2013) "Film «breve ma intenso», come si usa dire: ultima cena, passione e crocifissione risolte in 80 minuti, sullo sfondo di paesaggi usciti dalla preistoria, con non-attori che si esprimono rigorosamente in sardo e declamano le battute dei Vangeli come se sputassero pietre. Film potente, impressionante. Film originale, non tanto per l'approccio alla materia quanto per alcune scelte di stile veramente estreme. A volte sarebbe bene non leggere le dichiarazioni d'intenti dei registi. Columbu afferma di aver avuto l'idea leggendo, in una chiesa di Roma, i passi dei Vangeli sinottici sulla Passione. «Provai nei giorni successivi a leggere il Vangelo trasversalmente, passando da un testo all'altro, e scoprii che il racconto assumeva un'imprevista forza drammatica... fu allora che pensai a un film sul Vangelo in cui le scene si ripetessero, quasi come nel Rashomon di Kurosawa». Non è un'idea originalissima, e per di più non «arriva» molto: il pianto della Madonna sul figlio morto fa da cornice, le altre scene sono evocate in flash-back senza che uno spettatore si domandi se quello è Luca o Marco o Matteo o Giovanni. La forza del film risiede altrove. Prima di tutto nelle facce, che sembrano uscite dai quadri fiamminghi di Bosch o di Bruegel. Poi nell'asprezza della lingua, talmente espressiva che i sottotitoli (per altro doverosi) quasi disturbano. Infine, per l'atteggiamento di coloro che assistono alla crocifissione (...). Gesù, per altro, è personaggio silenzioso, perso nel coro. Lo interpreta Fiorenzo Mattu: un non-attore, non bellissimo e lontano mille miglia dall'iconografia classica, sia quella da santino del Robert Powell di Zeffirelli e del Jim Caviezel di Gibson, sia quella «alternativa» e politicizzata dell'Enrique Irazoqui di Pasolini. La scelta di un Gesù così terragno viene comunque da lontano, dal libro di Isaia che per primo profetizza il suo arrivo: «Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere». Sono le prime parole che si sentono nel film. Altro elemento centrale, in 'Su re', è il paesaggio. Per certi versi è il vero protagonista. Columbu ha girato in luoghi impervi e rocciosi, e soprattutto ha ripreso nuvole e temporali da Giorno del Giudizio. Sembra che tutto si svolga durante una tempesta. E del resto, non è così?" (Alberto Crespi, 'L'Unità', 28 marzo 2013) "Sostenuto e distribuito dalla Sacher di Moretti, 'Su Re' (II Re) è un quinto Vangelo parlato in sardo, che prende i sinottici e li trasla sull'isola con un'operazione medievale. E attualissima: quello del bravo regista Giovanni Columbu, è il surrettizio ritorno del sacro di René Girard, in cui la violenza delle immagini sfronda il devozionismo e sfonda l'agiografia. Cristo s'è rifatto uomo, con un'epifania di resurrezione da troppi santini pastorizzati: Film della Critica (SNCCI), 'Su Re' è low budget e high art (...)." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 28 marzo 2013)

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