Anno: 1989 Durata: 125 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:-
Specifiche tecniche:PANORAMICA - TECHNICOLOR
Tratto da:-
Produzione:ANGELO RIZZOLI PER ERRE PRODUZIONI (ROMA), SILVIO BERLUSCONI COMMUNICATIONS (MILANO), LES FILMS ARIANE, TF1 FILMS PRODUCTION (PARIGI), SOVEREIGNS PICTURES (LONDRA)
Distribuzione:PENTA DISTRIBUZIONE (1990) - PENTAVIDEO, MEDUSA VIDEO (PEPITE)
Uomo di principi inderogabili, vedovo e pensionato, Matteo Scuro è stato sempre attaccatissimo alla moglie Angela ed ai suoi cinque figli, da molto tempo lontani, nel Continente. Egli decide di fare un viaggio, lasciando la sua Castelvetrano, per andare a far visita a loro dato che non sono venuti in Sicilia per una vacanza collettiva. Ma il viaggio, mosso dall'affetto, si risolve in una collezione di delusioni. Si reca prima a Napoli, dove gli dicono che il figlio Alvaro è in viaggio. Quindi a Roma da Canio, che immagina prossimo deputato, mentre quello è solo un modesto funzionario di partito, addetto ad un parlamentare, cui fornisce dati e discorsi. Poi a Firenze incontra la cara Tosca, che dovrebbe aver avuto successo come attrice ma in realtà non è che una fotomodella che posa per la pubblicità di biancheria intima e, in più, ha un bambino di cui ignora la paternità. A Milano trova Guglielmo, già destinato alla grande musica, il quale suona la grancassa in un complesso sinfonico ed è insoddisfatto del suo lavoro. Infine a Torino s'incontra con Norma, che lui crede faccia parte dello staff dirigenziale della SIP mentre è solo un'addetta ai telegrammi via telefono ed è in crisi coniugale. Quei figli (cui Matteo Scuro ha dato nomi altisonanti della lirica, della quale è da sempre appassionato, più tutto il proprio affetto) si sono tutti dovuti accontentare del poco. Il peggio accade quando apprende da Canio e Guglielmo - convocati per una grande tavolata a cui loro soli si presentano, - che Alvaro, che doveva aver vinto un viaggio premio alle Maldive, è invece scomparso in mare mesi prima. Nessuno dei suoi fratelli ne ha informato il padre: ognuno vive alla meglio la propria vita, anche per non turbare la vecchiaia del genitore, ingenuo e isolato, che ha fatto il suo viaggio preceduto da un tam-tam telefonico dei suoi cari, che via via si passavano la parola d'ordine del silenzio e delle piccole e grandi menzogne. A parte il dolore e la cocente delusione, Matteo Scuro non potrà mai ammettere con gli altri quella che in fondo considera anche una sua personale e penosa sconfitta. Ritornato in Sicilia sulla tomba dell'adorata moglie sommessamente dice "Stanno tutti bene".
"E' un bel film, nonostante un copione fin troppo folto." (Morando Morandini, 'Il Messaggero') "Giuseppe Tornatore non delude." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo') "Stanno tutti bene è un film magniloquente e, insieme, tiepido." (Morando Morandini, 'Il Giorno') "Non si fa un buon servizio al giovane cineasta indicandogli da subito mete smisurate. Cercando di contrabbandarlo come il Fellini della nuova ondata." (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera') "Tornatore si è trovato, quasi d'improvviso, a gestire una fama vasta che, direi, resiste alla prova." (Francesco Bolzoni, 'Avvenire') "Un film di imponente calibratura finanziaria e di grande accuratezza formale dove niente viene risparmiato per la levigatura del prodotto." (Sergio Frosali, 'La Nazione')
Incasso in euro