Stanlio & Ollio2018

SCHEDA FILM

Stanlio & Ollio

Anno: 2018 Durata: 97 Origine: CANADA Colore: C

Genere:BIOGRAFICO, COMMEDIA, DRAMMATICO

Regia:Jon S. Baird

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:FAYE WARD PER BRITISH BROADCASTING CORPORATION (BBC), ENTERTAINMENT ONE, FABLE PICTURES, SONESTA FILMS, COPRODUTTORE JIM SPENCER

Distribuzione:LUCKY RED IN ASSOCIAZIONE CON 3 MARYS ENTERTAINMENT (2019)

ATTORI

Steve Coogan nel ruolo di Stan Laurel
John C. Reilly nel ruolo di Oliver Hardy
Shirley Henderson nel ruolo di Lucille Hardy
Danny Huston nel ruolo di Hal Roach
Nina Arianda nel ruolo di Ida Kitaeva Laurel
Rufus Jones nel ruolo di Bernard Delfont
Susy Kane nel ruolo di Cynthia Clark
Joseph Balderrama nel ruolo di James Horne
Stephanie Hyam
 

SCENEGGIATORE

Coogan, Steve
Pope, Jeff
 

SCENOGRAFIA

Kelly, John Paul
 

COSTUMISTA

Speranza, Guy

TRAMA

Stan Laurel e Oliver Hardy, alias Stanlio e Ollio, i due comici più amati al mondo, partono per una tournée teatrale nell'Inghilterra del 1953. Finita l'epoca d'oro che li ha visti re della comicità, vanno incontro a un futuro incerto. Il pubblico delle esibizioni è tristemente esiguo, ma i due sanno ancora divertirsi insieme, l'incanto della loro arte continua a risplendere nelle risate degli spettatori, e così rinasce il legame con schiere di fan adoranti. Il tour si rivela un successo, ma Laurel e Hardy non riescono a staccarsi dall'ombra dei loro personaggi, e fantasmi da tempo sepolti, uniti alla delicata salute di Oliver, minacciano il loro sodalizio. I due, vicini al loro canto del cigno, riscopriranno l'importanza della loro amicizia.

CRITICA

"Si può discutere quanto contasse nella più celebre e amata coppia comica della storia del cinema l'amicizia, ovvero franchezza e solidarietà, complicità e competizione, sacrificio e lealtà. Per gli autori di questo ritratto (sceneggiatore Jeff Pope) era tutto, rasentando una «storia d'amore tra uomini», mentre il fuoriscena dei film, la vita oltre le icone, si presenta nel momento cruciale dei ricordi e dei rimpianti, gli ultimi anni di Stanlio & Ollio quando (...). Incarnata (e travestita) con passione e abilità da Coogan & Reilly, l'incredibile vitalità del repertorio di questo tormentato crepuscolo gioca di sponda con fama e onori di un passato gettato nelle future memorie. Malincomico." (Silvio Danese, 'Il Giorno', 03 maggio 2019) "Hanno fatto la storia della comicità, pur chiamandosi in modo diverso in ogni paese (Dick und Doof in Germania? Flip I Flap in Polonia? O Gordo e o Magro in Brasile? Stanlio e Ollio in Italia). Quando parte The Cuckoo Song, la loro inconfondibile sigla, il buonumore comincia a farsi strada. Ancora oggi in tutto il mondo sono celebrati dall'associazione internazionale Figli del deserto. Sono due autentiche icone del grande schermo. E anche del piccolo. E il film (Stanlio e Ollio di Jon S. Baird) parte nel raccontarli quando sono all'apice della loro carriera nel 1937. (...) Jon S. Baird dirige su sceneggiatura di Jeff Pope pun tando più sulla lacrimuccia che sulla risata. E questo ci può stare nel raccontare la storia di una coppia in cui Oliver e Stan erano indispensabili uno all' altro per realizzare qualcosa di buono. Grande merito va ascritto alla coppia protagonista: Steve Coogan è magistrale non tanto e soltanto nel riproporre i gesti caratteristici di Stan ma nel catturare lo spettatore che in lui vede davvero Laurel. Non di meno John C. Reilly, coadiuvato da protesi ingrassanti piazzate ovunque, quindi con maggiore difficoltà di azione e movimento, offre un Hardy indimenticabile e toccante. E va sottolineato come, se possibile, sarebbe meglio vederli in lingua originale. Purtroppo però il film non sono soltanto i due protagonisti e, forse per restituire uno spirito comico che risulta invece stonato, gli altri personaggi sono delle macchiette grottesche, dal produttore al manager del tour inglese, con punte di disagio rappresentato dalle mogli. Certo, devono rompere l'idillio tra i due (e quasi ci riescono), ma il modo in cui vengono proposte le loro figure è davvero sciocco e ripetitivo. Per fortuna prevale il duo, anche nelle scene di letto (ce ne sono diverse) capace di regalarci grandi momenti di cinema e teatro." (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 3 maggio 2019) "(...) quando si ama il proprio lavoro, come ingannare l'attesa della morte? I ricordi non lasciano tregua, specie a chi ne ha di bellissimi. Perfino gli attriti decennali di Stan Laurel - la mente del duo - col produttore Hal Roach (Danny Huston) a Hollywood, paiono momenti da rimpiangere. C'è un dettaglio politico ipocrita nella sceneggiatura di Jeff Pope. In un flashback che riporta alla Hollywood dell'autunno 1937, Laurel - suddito di un re inglese dal vastissimo impero africano - rinfaccia a Roach, cittadino americano, di essere amico per ragioni commerciali di Mussolini, uno «che prende a calci» gli etiopici. Non è impossibile che ciò sia realmente accaduto, ma nel film di Baird pare un omaggio politicamente corretto agli afroamericani. Per il resto il film procede per la sua strada, sostenuto dalla scenografia di John Paul Kelly, perfetta nel ricostruire una città e un'epoca. Bravi gli attori, specie i protagonisti. Paiono perfino sprecati, perché da loro Baird si accontenta di interpretazioni che sono soprattutto imitazioni." (Maurizio Cabona, 'Il Messaggero', 3 maggio 2019)

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