SCHEDA FILM

Speed of Life

Anno: 2007 Durata: 83 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANASONIC VARICAM HD, SONY HDV, MINI DV, HI-8 - TECHNICOLOR

Tratto da:-

Produzione:IRA DEUTCHMAN, ED RADTKE, GREG O'CONNOR PER SOLARIS, KINDRED MEDIA GROUP, MORNINGSTAR FILMS

Distribuzione:-

TRAMA

Sammer è un ragazzino di tredici anni che spesso, insieme ai suoi amici, vaga per le strade di New York pronto a strappare la videocamera dalle mani dei turisti. Poi, con il loro bottino, i ragazzi tornano di corsa nel loro quartiere e tentano di vendere la refurtiva al prezzo migliore. Prima di disfarsene, però, Sammer toglie sempre dalle videocamere i nastri e poi la sera, nel buio della sua cameretta, con l'aiuto di un computer rubato, li guarda. Gli piace molto vedere luoghi sconosciuti e persone che sembrano essere felici e spensierate mentre lui, invece, è dovuto crescere in fretta. Mentre sogna di mettere insieme i soldi per poter anche lui, a sua volta, visitare luoghi lontani, deve badare a suo fratello maggiore, appena uscito di prigione, e prendersi cura della sua madre adottiva, una donna debole e instabile. Sammer e i suoi amici spesso marinano la scuola e trascorrono le mattinate sui tetti a chiacchierare o a scambiarsi sogni ad occhi aperti, ma devono confrontarsi ogni giorno con persone molto diverse da loro: c'è il giovane assistente sociale che odia i ragazzi e il vecchietto che crede di poter volare. ?? duro crescere a Brooklyn, ma Sammer avrà il tempo di capire che non sempre i turisti cui ruba le videocamere sono felici e che non sono le persone a poter volare, ma i sogni...

CRITICA

"'The Speed of Life' di Edward Radtke è un intricato dramma corale ambientato in una New York dove i padri sono assenti, i ragazzi sono soli e hanno già sguardi vecchi (formidabile il laconico ladro di immagini Sammer di Jeremy Allen White, un giovane James Spader) e a tutti manca il baricentro. Cosa rimane? Le immagini in movimento. Chi le usa per volare, chi per eccitarsi, chi come arma. Quando la telecamera digitale prenderà lei il volo attraverso una mongolfiera di palloncini, il giovane Sammer sarà forse libero di scappare da una Manhattan vissuta dal basso. Molto Wenders ma anche la libertà creativa di un Cassavetes con attori sconosciuti in stato di grazia e una notevole attenzione all'arco psicologico di ogni personaggio. E' un film sul crollo di punti di riferimento e sullo sgomento per una nuova paura (Ground zero, ovviamente, entra in campo). Ma questa New York del dopo 11 settembre è un luogo più umano dell'Unione Sovietica di Balabanov. Basterebbe solo che i ragazzi smettessero di immaginare solo le immagini." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 31 agosto 2007) "Sorprende e suscita grandi entusiasmi 'The Speed of life'. Film molto interessante e un po' furbetto, è una bella parabola sulle responsabilità del cinema, l'importanza delle immagini e una ricerca originale sulle difficili condizioni e le grandi potenzialità della working class americana. Lo spunto, in un film che sposa il genere della docufiction, è la (vera) storia di adolescenti di New York che rubano videocamere ai turisti, trattenendone il girato. Un commovente e duro spaccato di un mondo fatto di footage e pezzi di vita da rimettere insieme con difficoltà. Magari anche grazie ad una nonna saggia e cinefila, i cui consigli potrebbero essere utili a molti registi del festival." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 31 agosto 2007) "Le parabole sul cinema e sulle immagini non sono certo nuove, spesso servono a mascherare registi e sceneggiatori pericolosamente in crisi creativa. Qui però si ha a che fare anche con una preponderante umanità capace di rifornire e far procedere lungo le strade del discorso narrativo, lasciando a quei personaggi la possibilità di liberarsi fuori e oltre dagli schemi sociali in cui verrebbero rinchiusi da qualsiasi altro tipo di sguardo sulla miseria e la sofferenza. I vecchi e i giovani si uniscono per strappare la velata parete che separa l'apparenza dalla realtà, dandosi il cambio per aiutare il piccolo Sam nel suo compito. Il fallito psicopatico lo aveva ingaggiato per pedinare un anziano di cui tutti tranne lui avevano perso le tracce, e quest'ultimo lo aiuta impugnando la telecamerina per consegnargli un'azione distillata, pura capace di rivelargli qualcosa di altrimenti misterioso. Solo a quel punto tutte le immagini raccolte fino ad ora possono avere un senso, soltanto adesso Sammy sa cosa può essere e a cosa può servire un buon film: a raccontare una storia necessaria." (Giancarlo Mancini, 'Il Riformista', 1 settembre 2007)

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