Sotto il ristorante cinese1986

SCHEDA FILM

Sotto il ristorante cinese

Anno: 1986 Durata: 99 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:FANTASY

Regia:Bruno Bozzetto

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:-

Produzione:RETE ITALIA, BOZZETTO INTERNATIONAL

Distribuzione:DMV (1987) - PENTAVIDEO, MEDUSA VIDEO (PEPITE)

ATTORI

Claudio Botosso nel ruolo di Ivan Rosco
Amanda Sandrelli nel ruolo di Eva
Claudia Lawrence nel ruolo di Bibi
Nancy Brilli nel ruolo di Ursula
Bernard Blier nel ruolo di Il professore
Cinzia Monreale
Giuseppe Cederna
Haruhiko Yamanouchi
Massimiliano Brambilla
Maurizio Solda
 
 
 

MONTAGGIO

de Rossi, Ugo
 

SCENOGRAFIA

Patrono, Carmelo
 

TRAMA

Ivan Rosco, un bravo e simpatico giovanotto, deve sposare entro tre giorni Ursula il suo principale (una bella ragazza, efficiente, un po' possessiva e per di più ingegnere). Mentre va all'anagrafe per i certificati di rito, assiste involontariamente ad una rapina in banca ed è costretto a scappare suo malgrado poiché salito per caso sull'auto dei tre banditi, costoro gli danno la caccia per eliminarlo. Infilatosi in un vicolo, Ivan scende nel sottosuolo di un ristorate cinese e qui, superata una porta, che lui apre con una pulsantiera che giace per terra, si ritrova su di un meravigliosa spiaggia davanti ad un mare azzurrissimo. Nell'assurda realtà di quel mondo, incredibile sotto l'asfalto di Milano, Ivan conosce Eva, una diciottenne assai graziosa, ed il suo strambo genitore. I due vivono laggiù da circa un ventennio: l'uomo ogni tanto esce da quella porta ben piantata sulla sabbia e va a fare acquisti (anche di filmetti cui la ragazza è interessatissima, poiché a lei è severamente vietato di fare evasioni del genere e del mondo nostro non sa nulla), mentre lui passa il tempo a fare bizzarre invenzioni. Poiché Ivan vuole tornare in città a sposarsi, Eva, che già si è innamorata dello sconosciuto, decide di seguirlo e di passare con lui la porta fatale, per cominciare a vivere. Va in casa di Ivan, dove la madre Bibi, una anziana e un po' svaporata signora, si trova subito d'accordo con la ragazza, che impara presto usi e costumi della gente, si veste di panni stravaganti, stupisce di tutto e di tutti e poi finisce con il mandare a monte il matrimonio con Ursula per accaparrarsi lei il simpatico ragazzo. Nel frattempo Ivan è tallonato da due sicari, ingaggiati da una società che si vuole impadronire del prototipo di una invenzione (un fabbrica-frittate) donatogli dal padre di Eva. Ma i sicari verranno arrestati dalla Polizia, avvertita dagli allarmatissimi cinesi proprio davanti alla soglia del ristorante. In quel mondo fantastico che vi è al di là i due innamorati tornano un'ultima volta per abbracciare papà, al quale lasciano per fargli compagnia la candida Bibi, lietissima di trovare tanto sole e una spiaggia simile "a dieci minuti dal centro di Milano".

CRITICA

"Si tratta di un film gradevole e brillante, diretto con arguzia e intelligenza, ben scritto e ben montato. Siamo nel fantastico, non senza una vena di poesia e con molte notazioni divertenti. Soggetto, sceneggiatura e regia sono di Bruno Bozzetto. I sapori e gli umori non sono pochi, con in più il gusto e la scelta del surreale e dell'assurdo, nei quali siamo immersi sol che quella porta, che è oscura nel sottosuolo di casa nostra, diventi rossa e come liberatoria aprendosi su di una sabbia finissima e nel sole, a pochi metri da un mare degno di Taormina. Questo salto di dimensione temporale è una gradevole trovata e i piccoli eventi che ne derivano sono piacevoli e ameni. Il disegno dei personaggi appare curato e plausibile nel dominio dell'assurdo; il ritmo è stimolante per una serie di avvenimenti e di piccole gag gustosissime, oltre che per il dialogo frizzante. Ecco come si può realizzare un film spigliato, senza effettacci e privo delle grossolanità consuete, con un pizzico di stravaganza, attingendo al surreale e fantasticando di un bellissimo mondo, collocato al livello delle cantine di un ristorante cinese. Un mondo in cui un amore può nascere, per vivere - come è naturale e in fondo giusto - nella realtà del tempo nostro e dei nostri guai quotidiani, meno duri se ci assistono anche il sogno e la memoria." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 102, 1987)

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