SO COSA HAI FATTO1997

SCHEDA FILM

SO COSA HAI FATTO

Anno: 1997 Durata: 96 Origine: USA Colore: C

Genere:THRILLER

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:ROMANZO DI LOIS DUNCAN

Produzione:NEAL H. MORITZ, ERIK FEIG, STOKLEY CHAFFIN

Distribuzione:CECCHI GORI DISTRIBUZIONE (1998) - CECCHI GORI HOME VIDEO

TRAMA

A Southport, cittadina del North Carolina che si affaccia sull'oceano, quattro amici trascorrono la loro ultima estate prima di entrare al college. Helen ha appena vinto l'ambito primo premio al concorso di bellezza di cui il suo ragazzo Barry va molto orgoglioso; ci sono poi la migliore amica di Helen, Julie e il suo ragazzo Ray. E' luglio, e ciascuno sa cosa farà in autunno: Helen andrà a New York per diventare attrice, Ray la seguirà per fare lo scrittore. Barry e Julie invece si trasferiranno a Boston, lui per giocare a football e lei per studiare legge. Arriva la notte e i quattro, dopo aver festeggiato al bar, vanno sul mare. Al ritorno, tutti hanno bevuto un po' troppo. Ray vuole accompagnare gli amici con la sua BMW. Ad una curva, improvvisamente, Ray investe un uomo. Spaventati e confusi, i ragazzi discutono su cosa fare della vittima. Chiamare la polizia, con il tasso alcoolico che verrebbe loro riscontrato, vorrebbe dire rinunciare a tutti i sogni futuri. Decidono allora di gettare il corpo nell'oceano e di mantenere il segreto sulla vicenda. Passa un anno, Julie torna a casa da Boston per l'estate e la madre le consegna un biglietto, sul quale la ragazza legge la frase: 'So cosa hai fatto'. Julie comincia ad essere presa dalla paura ma fa finta di niente. Nei giorni successivi, anche gli altri amici sono di nuovo nella cittadina. Quando tutti sono al corrente del biglietto, torna il problema di come comportarsi. Adesso però tra l'uno e l'altro nascono sospetti, e la situazione si fa difficile. Decisi però ad andare fino in fondo, scoprono finalmente che l'uomo travolto sotto la macchina era stato coinvolto tempo prima in un altro incidente in cui era morta una ragazza. E il colpevole di questa vendetta è il padre di questa ragazza, che voleva vendicarsi. Tutto sembra risolto, ma, un anno dopo, Julie, al college, mentre è in doccia, vede la scritta 'Lo so ancora, e un uomo sfonda il vetro del bagno.

CRITICA

"Quasi passabile giallo ai confini dell'horror, fornito di una notevole tensione nonostante l'accertata prevedibilità e la dichiarata inverosimiglianza, che tiene bene fino alla resa dei conti tra misteriose telefonate anonime cariche di minacce e tanti di quei cadaveri da perderne il conto a metà strada. Un briciolo in più di ironia sarebbe stato gradito". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 16 luglio 2003) SO COSA HAI FATTO 'Che Kevin Williamson, parafrasando un po' 'Scream', fa esplodere a poco a poco e poi sempre di più all'insegna dell'orrore puntando su tutti gli effetti possibili, allucinazioni, incubi, misteri, paure sotterranee e nell'ombra, equivoci, trappole che scattano ad ogni svolta, tensioni, sospetti. In 'Scream', però, come regista c'era quel grande suscitatore di angosce che era Wes Craven intento, oltre a tutto, a smontare in quel film i principali meccanismi dell'horror, prendendo di petto perfino i suoi più appassionati spettatori, qui la regia è di uno scozzese alle sue prime armi, Jim Gillespie. Non tutte le intenzioni più diaboliche di Williamson le ha intese fino in fondo, su altre c'è passato sopra senza quasi avvedersene; il risultato, però, pur impallidendo a confronto con 'Scream', un'opera maggiore del cinema horror di oggi, i suoi risultati li raggiunge. La suspense, dall'arrivo della minacciosa lettera in poi, regna sovrana e dilaga anche fra le pieghe più riposte dell'azione. Chi aspira ai brividi, così, li avrà.' (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 17 maggio 1998) 'So cosa hai fatto usa in un altro modo i bei faccini dei protagonisti di alcune soap-operas televisive, proponendo allo spettatore di identificarsi con le potenziali vittime del mostro. Detto questo, l'effetto spettacolare è ampiamente raggiunto, i brividi non mancano e il piacere della paura si mostra puntuale all'appuntamento. Previdenti Williamson e Gillespie lasciano il finale aperto a un sequel. Che, infatti, è già in lavorazione.' (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 10 maggio 1998) 'Il film, grande successo americano e già avviato al sequel, è scritto da Kevin Williamson, sceneggiatore anche del fortunatissimo 'Scream. Non altrettanto sorprendente, ironico, metafilmico, molto debitore del primo Carpenter e piuttosto facilone in certe soluzioni thriller,'So cosa hai fatto' non è tuttavia spiacevole e tiene in serbo i suoi momenti di paura. Tra gli attori carini e qualsiasi, appare brevemente Anne Heche, appena vista in Sesso e potere: qui usa una recitazione sfuggente e obliqua, molto interessante.' (Paola Cristalli, 'Il Resto del Carlino', 10 maggio 1998) 'Che Kevin Williamson, parafrasando un po' 'Scream', fa esplodere a poco a poco e poi sempre di più all'insegna dell'orrore puntando su tutti gli effetti possibili, allucinazioni, incubi, misteri, paure sotterranee e nell'ombra, equivoci, trappole che scattano ad ogni svolta, tensioni, sospetti. In 'Scream', però, come regista c'era quel grande suscitatore di angosce che era Wes Craven intento, oltre a tutto, a smontare in quel film i principali meccanismi dell'horror, prendendo di petto perfino i suoi più appassionati spettatori, qui la regia è di uno scozzese alle sue prime armi, Jim Gillespie. Non tutte le intenzioni più diaboliche di Williamson le ha intese fino in fondo, su altre c'è passato sopra senza quasi avvedersene; il risultato, però, pur impallidendo a confronto con 'Scream', un'opera maggiore del cinema horror di oggi, i suoi risultati li raggiunge. La suspense, dall'arrivo della minacciosa lettera in poi, regna sovrana e dilaga anche fra le pieghe più riposte dell'azione. Chi aspira ai brividi, così, li avrà.' (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 17 maggio 1998) " 'So cosa hai fatto' usa in un altro modo i bei faccini dei protagonisti di alcune soap-operas televisive, proponendo allo spettatore di identificarsi con le potenziali vittime del mostro. Detto questo, l'effetto spettacolare è ampiamente raggiunto, i brividi non mancano e il piacere della p

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