SENZA INDIZIO1988

SCHEDA FILM

SENZA INDIZIO

Anno: 1988 Durata: 109 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:COMMEDIA, POLIZIESCO

Regia:-

Specifiche tecniche:35 MM, PANAFLEX

Tratto da:ISPIRATO AI PERSONAGGI CREATI DA SIR ARTHUR CONAN DOYLE

Produzione:MARC STIRDIVANT PER ITC

Distribuzione:ARTISTI ASSOCIATI INTERNATIONAL (1989) - IMPACT VIDEO, POLYGRAM FILMED ENTERTAINMENT VIDEO

TRAMA

Abituato a fare da quieto e un po' ottuso "secondo", il dottor Watson vuole dare una clamorosa rivelazione alla stampa: chi ha risolto gli enigmi dei casi più oscuri è stato lui e non l'amico e pigmalione Sherlock Holmes. Costui, in realtà, è Reginald Kincaid, un mediocre attore, ubriacone e donnaiolo che si è fatto una fama solidissima grazie alle intuizioni del medico. Ora si presenta un caso nuovo: qualcuno tenta di immettere in Inghilterra sterline false, stampate a Londra e pare che gli stampi siano stati gettati in un lago per sviare le indagini, che a Sherlock Holmes sono state affidate dal Ministro per l'Interno Lord Smithwich su incarico della Regina Vittoria, e con grande disappunto dell'ispettore Lestrade di Scotland Yard. Nell'ombra e a capo dell'operazione trama il bieco Moriarty: i due investigatori, interpretando in un curioso modo una banconota falsa, stampata per errore solo a metà e finita nel Tamigi, piombano alle spalle di costui nel Teatro Orfeo e poi nei suoi sotterranei. I cliché vengono consegnati all'ispettore e Moriarty viene ucciso dal gas sprigionatosi dalle conduttore saltate. Tutto è dovuto alla pervicacia ed all'energia di Watson, cui l'altro fa da spalla: ma Holmes, quello celebre che tutti conoscono, non potrà mai ufficialmente ritirarsi. Ma davanti alla gente che lo applaude, tributerà un doveroso omaggio al dottore, chiudendo un caso pericoloso, ma per lui come sempre "elementare".

CRITICA

"Il film, che torna su due personaggi cui il cinema si è da sempre affezionato, irride con spirito ai luoghi comuni della letteratura poliziesca e mette in fila alcune virtù britanniche: il gusto della ricostruzione che si sposa al piacere della fiction non soltanto scenografica, l'accurato rimbalzo tra dialogo e azione, la sempre aperta partita psicologica tra maestro e discepolo, realtà e immaginazione. Ma anche senza sbilanciarsi in seconde letture 'Senza indizio' rimane uno scherzo di garbo, che fatica un poco ad accendersi, ma poi prende la rincorsa e regala allo spettatore tutte le gradazioni del giallo-rosa, con la partecipazione straordinaria della farsa, e dello understatement all'inglese. Ma nulla sarebbe così efficace se non ci fosse una coppia ben assortita e godibile come quella formata da Michael Caine - reduce da un'altra leggenda vittoriana, quella di 'Jack lo squartatore' - e Ben Kingsley, in una gara di misura, di toni e sottotoni, di occhiate da prendere a lazo, e con qualche sassolino lasciato lungo la strada per ricordarci che il culto della personalità (sbagliata) è una specialità anche del Duemila." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 29 Ottobre 1989) "Ancora Sherlock Holmes. Non si contano i film ispirati alle avventure del leggendario specialista nell'arte della deduzione (o abduzione?) e dell'analisi, la cui data di nascita, cioè di pubblicazione, risale al 1887. Il film in una bobina risale al 1903 quando Conan Doyle non aveva ancora risuscitato il suo eroe nei tredici racconti di 'Il ritorno di S.H.' (1805). E nel 1908 in Danimarca uscì una serie di 12 episodi della stessa durata: come riuscissero a condensare ogni storia in dieci rninuti è un mistero. Gli interpreti più famosi? William Gilett, John Barrymore, Clive Brook, Raymond Massey, Basil Rathbone, Christopher Lee, Peter Cushing, George C. Scott, Gene Wilder. Il più bravo? Rathbone, forse. Il film migliore del lungo elenco? 'La vita privata di Sherlock Holmes' (1970) di Wilder con Robert Stephens." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 28 Ottobre 1989) "Il maggior successo del film, però, sono i due interpreti che non potevano stare meglio insieme. Nei panni del finto Holmes c'è Michael Caine, un po' inquartato e ispessito ma sottilissimo nel mettersi da solo alla berlina, con una parodia dell'attore goffo, incolto e quasi rozzo che, ad ogni scena, sprizza scintille. Il suo partner, come Watson, è addirittura Ben Kinglsey, baffi piccolissimi, occhio acuto, tutto scatti, gesti risentiti, accenti furbi. Se Conan Doyle lo avesse visto avrebbe dato forse alla sua celebre spalla una dimensione tutta opposta. Così dinamico, in fondo, Watson convince meglio. Ed è già mito." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 1 Novembre 1989)

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