Scappo dalla citt? 21994

SCHEDA FILM

Scappo dalla città 2

Anno: 1994 Durata: 116 Origine: USA Colore: C

Genere:AVVENTURA, COMMEDIA, WESTERN

Regia:-

Specifiche tecniche:35 MM, PANAVISION, TECHNICOLOR

Tratto da:personaggi ideati da Lowell Ganz e Babaloo Mandel

Produzione:CASTLE ROCK ENTERTAINMENT, COLUMBIA PICTURES CORPORATION, FACE

Distribuzione:COLUMBIA TRISTAR FILM ITALIA (1994) - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO

TRAMA

Mitch Robbins ha un incubo ricorrente: il vecchio Curly Washburn, l'amico mandriano morto durante una precedente vacanza avventurosa in cui Mitch ha accompagnato, insieme ai suoi migliori amici, una mandria a destinazione, lo afferra, risorgendo dalla tomba. Frattanto Mitch, che è a capo di una stazione radio, in cui lavora anche l'amico Phil Berquist, compie 40 anni: ma mentre torna a casa dove la moglie Barbara lo aspetta ansiosa, crede di vedere Curly sul treno. A casa trova il fratello Glen, uno scansafatiche, che si è installato da lui. Intanto Phil è venuto in possesso di una mappa e, facendo ricerche in biblioteca, è risalito ad una rapina ad un treno postale del 1908 presso Las Vegas. Mitch, Phil e Glen, giungono a Las Vegas, acquistano carro, muli e attrezzi e partono alla ricerca del tesoro, ma i due fornitori insospettiti dalle chiacchiere di Phil, li seguono, li disarmano e stanno per ucciderli quando piomba su di loro quello che appare il redivivo Curly ma in realtà è il suo gemello, Duke. Il padre dei due mandriani era il capo banda della rapina. Seguendo la mappa, che in seguito ad una carica di cavalli selvaggi provocata da Mitch viene perduta, ma che Glen ha mandato prodigiosamente a memoria, raggiungendo il tesoro in una miniera abbandonata. ma qui hanno la sorpresa di essere assaliti da due tipi mascherati, subendo finti spari, con Glen che fa scudo di sé a Mitch, e per scoprire infine, con sorpresa e delusione, che la caccia al tesoro non è che un'altra avventura organizzata da Clay Stone, lo stesso del trasporto della mandria della volta precedente; i lingotti sono di piombo dorato e le pistole finte. Stone offre a Duke di prender il posto del defunto gemello, ma questi, fermamente convinto che il tesoro ci sia, rifiuta, mentre i tre rientrano a Las Vegas, dove Mitch aspetta l'inquieta consorte Barbara. Ma Duke si presenta, e gli mostra un lingotto vero, quello del tesoro del quale, con tenacia, è entrato in possesso e vuole dividere lealmente coi nuovi amici.

CRITICA

"Scusi, dov'è il west? Se lo (ri)chiedono imperterriti, frustati bambinoni newyorkesi che vorrebbero ridiventare uomini veri tra cactus e praterie, tre cowboy yuppies, già in fuga dalla civiltà nel primo episodio (fortunatissimo) di 'Scappo dalla città'. Ma se nel buffo prototipo prevaleva l'excursus ecologico e la satira sulla crisi dei valori americani, qui ci troviamo nell'ovvia ripetitività del cliché, tipica d'ogni sequel scaltrito. Daniel Stem, Billy Crystal e suo fratello (un mite buono a nulla che imita i villain de 'Il padrino 2' stavolta partono non alla ricerca di se stessi ma del tesoro perduto (lingotti) secondo le indicazioni d'una mappa trovata per caso. (...) Ma beffati nell'intelligenza sono anche gli spettatori che, con un espediente da telenovela, si vedono riproporre anche Jack Palance (morto nel primo episodio, con il quale vinse l'Oscar '92), nel ruolo del fratello-gemello del defunto. L'espediente sarebbe un perdonabile peccato veniale se la regia ingranasse: invece la prevedibilità incalza, interrotta solo da qualche passabile spiritosata spiccicata da Billy Crystal." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 16 Novembre 1994) "In un certo qual senso anche 'City Slickers II: The Legend of Curly's Gold' si affida ai minorenni di umore e di spirito, che desiderino ridere e sorridere sulle consuete nevrosi americane, sui risvolti psicanalitici e/o edipici di famiglia, sulla manichea contrapposizione tra rustici cow boy e imbranati nuovayorkesi, sui richiami cinefili alla 'Sierra Madre' e al 'Padrino'. Il film che è registicamente anonimo e ripetitivo nel taglio delle inquadrature, senza luce e senza slanci, prende quota nella spiritosa sceneggiatura firmata da Lowell Ganz, Babaloo Mandell e dallo stesso protagonista Billy Crystal, che è anche coproduttore. (...) Si stempera, rispetto al primo film, la polemica ecologica, mentre la regia dichiara esplicitamente, nonostante l'atmosfera western, trattarsi di una extravaganza con facoltà di satira sui modelli di vita americani. Alcuni dei quali, vedi gli esecrabili telefonini che suonano sempre al momento sbagliato, riguardano ormai anche noi, mentre i tre amici nemici si lanciano promesse fedeli e minacce degne dei cartoni animati. Ma non c'è niente di peggio di un regista che vorrebbe diventare John Landis senza averne i cromosomi di cinematografica follia." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 14 Novembre 1994) "Il primo film lo aveva diretto Ron Underwood che, nella descrizione di quel gruppo di insoliti turisti quasi tutti coetanei, si era anche divertito ad abbozzare una parodia del 'Grande freddo', questo secondo lo dirige un regista televisivo inglese, Paul Weiland, anche questa volta, però, seguendo le tracce di un testo scritto a quattro mani da una delle coppie di sceneggiatori più spiritose di Hollywood, Lowell Ganz e Babaloo Mandel cui si debbono, fra gli altri, 'Parenti, amici e tanti guai' e 'Splash, Una sirena a Manhattan': ogni situazione perciò ha un suo gusto, ogni soluzione ha un suo sapore, con un'aria continua di beffa che serpeggia lungo tutto il film e non solo al momento di tirarne furbescamente le somme. Gli interpreti seguono con allegra baldanza, secondo gli schemi festosi già sperimentati l'altra volta, soprattutto il protagonista, Billy Crystal, con la sua consueta faccetta buffa sempre atteggiata ai più mentiti candori. C'è anche Jack Palance, che nell'altro film era morto, ma non è un fantasma, è il fratello gemello del defunto, e tra i nuovi c'è Jon Lowitz, come fratello minore del protagonista: in America, appena vedono la sua faccia in Tv, cominciano a ridere." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 15 Novembre 1994)

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