Quello che so di lei2017

SCHEDA FILM

Quello che so di lei

Anno: 2017 Durata: 117 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:COMMEDIA, DRAMMATICO

Regia:Martin Provost

Specifiche tecniche:(1:1.85)

Tratto da:-

Produzione:CURIOSA FILMS, IN COPRODUZIONE CON FRANCE 3 CINÉMA, VERSUS PRODUCTION, IN ASSOCIAZIONE CON MEMENTO FILMS DISTRIBUTION, MEMENTO FILMS INTERNATIONAL, COFIMAGE 27, INVER INVEST

Distribuzione:BIM

ATTORI

Catherine Frot nel ruolo di Claire Breton
Catherine Deneuve nel ruolo di Béatrice Sobolevski
Olivier Gourmet nel ruolo di Paul
Quentin Dolmaire nel ruolo di Simon
Mylène Demongeot nel ruolo di Rolande
Pauline Étienne nel ruolo di Cécile, paziente
Audrey Dana nel ruolo di Direttrice del reparto ospedaliero moderno
Pauline Parigot nel ruolo di Lucie
Marie Gili-Pierre nel ruolo di Evelyne
Jeanne Rosa nel ruolo di Elodie
Elise Oppong nel ruolo di Sophie
Jacques Mechelany nel ruolo di Francis
Karidja Touré nel ruolo di Sig.ra Naja
Jisca Kalvanda nel ruolo di Sig.ra Werba
Fayçal Safi nel ruolo di Sig. Werba
Anthony Dechaux nel ruolo di Thomas
Marie Paquim nel ruolo di Angeline
 

SCENEGGIATORE

Provost, Martin
 
 

MONTAGGIO

Lastera, Albertine
 

SCENOGRAFIA

François, Thierry
 

COSTUMISTA

Bethsabée Dreyfus

TRAMA

Claire è un'ostetrica eccellente e talentuosa, con un'abilità naturale e il tocco più delicato per far nascere i bambini. Con il passare del tempo, però, i suoi modi delicati, il suo senso di orgoglio e di responsabilità iniziano a scontrarsi con i metodi più efficienti dei moderni ospedali. Così, giunta ormai alla fine della sua carriera, Claire comincia a mettere in discussione il proprio ruolo e le sue abilità. Poi, un giorno, la donna riceve una strana telefonata, una voce dal passato. Si tratta di Béatrice, la stravagante e frivola amante del suo defunto padre, sparita senza lasciare traccia trent'anni prima. Quest'ultima ha importanti e urgenti notizie per lei e vuole rivederla. E' così che la iper coscienziosa Claire e lo spirito libero, amante della vita Béatrice impareranno ad accettarsi l'un l'altra e, rivelandosi vecchi segreti, recupereranno gli anni perduti.

CRITICA

"Due Catherine al prezzo d'una, e splendide: la Frost e la Deneuve, in una singolar tenzone dove infilzano rimorsi, rancori e rimpianti. (...) Martin Provost (esperto di signore, 'Sèraphine e Violette') trova la coerenza narrativa, il taglio e la precisione del romanzesco femminile, l'incredibile mélo delle cose della vita alla Sautet ma anche alla Balzac, agganciandoci a una storia di cui siamo complici grazie a due amiche-nemiche e a un camionista non di passaggio." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 1 giugno 2017) "Che cosa, del film francese 'Quello che so di lei', è più interessante o addirittura toccante? Non tanto il personaggio della donna più giovane, l'ostetrica Claire (...). Quanto il secondo personaggio femminile, la 'cicala' Béatrice affidata a una Catherine Deneuve tanto più prodigiosa in quanto sembra abbracciare un personaggio ai suoi antipodi (...). Il conflitto è aspro e ad attutirlo contribuisce un uomo semplice e naturale (Olivier Gourmet) che riesce a scalfire la corazza di Claire." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 1 giugno 2017) "La formica e la cicala. Non fa mistero Provost di essersi ispirato alla celebre fiaba di La Fontaine per imbastire il suo racconto di due donne, così distanti eppure tanto vicine, che s'incontrano trasformandosi reciprocamente. (...) Fra screzi e giochi degli opposti, il dramedy diverte e commuove, con il pregio di non annullare le differenze bensì promuoverne le convivenze. Applaudito a Berlinale 2016, offre l'occasione di gustare due immense interpreti in stato di grazia." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 1 giugno 2017) "(...) Deneuve è straripante e sensuale, colori vivaci, battute, tacchi alti e una vita da avventuriera. Commedia alla francese molto femminile, la chiave è lasciarsi coinvolgere da tanta energia." (Claudia Ferrero, 'La Stampa', 1 giugno 2017) "Piacerà a chi non vorrebbe mai perdere un duello tra due primedonne del cinema francese. Nel confronto tra la Deneuve (ma chi l'avrebbe detto che sarebbe diventata così brava?) e Catherine Frot vince di misura la seconda che ha il personaggio meno programmato e prevedibile." (Giorgio Carbone, 'Libero', 1 giugno 2017) "Le due Catherine, Deneuve e Frot, regalano due ritratti di grande spessore di queste donne agli antipodi. A volte, non è la storia a far grande un film. Questa, in effetti, non dice nulla di particolarmente nuovo e sconvolgente. Eppure, con attrici così brave, capaci, anche solo con uno sguardo o un gesto, di riempire di significato una scena, non c'è che da gustarsi il film, in silenzio, con ammirazione e un po' d'invidia verso i nostri cugini. Una pellicola dove vita e morte, passato e presente, amore e abbandono, si alternano come marionette manovrate dai fili del destino. La morale del film spinge sulla condanna del «tutto o nulla». Occorre sciogliersi, aver voglia di cambiare, fare dei compromessi, ritrovare la 'joie de vivre', indipendentemente dall'età." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 1 giugno 2017) "Nella scontrosa amicizia tra un'ostetrica riservata e sobria e l'esuberante ex amante del padre (...) c'è uno standard di commedia per duo di mattatrici a rischio costante di 'strana coppia'. Non va così, per perizia e arte: una volta agganciate la Catherine Frot col suo impermeabile stinto e la Catherine Deneuve con il suo look da madame, si entra nel bisticcio di Claire e Béatrice come in un viaggio reale di piccoli e grandi rimpianti, di gusti e disgusti, solidarietà e disinganno. Riesce perfino a emergere uno sfondo sociale di precarietà nel quale il gesto neonatale non è un attributo professionale, ma un messaggio per il futuro. Non è sempre tutto in equilibrio, ma Provost (...) è onesto." ('Nazione-Carlino-Giorno', 1 giugno 2017) "(...) seconda bella sorpresa della giornata berlinese, 'Sage femme', cioè ostetrica, scritto e diretto da Martin Provost addosso alle misure mattatoriali di Catherine Deneuve. Un pezzo di storia del cinema che gioca di continuo con la memoria dei suoi ruoli duettando con la non meno straordinaria Catherine Frot nel ruolo di due donne opposte ma in certo modo complementari. (...) Provost, grande scultore di personaggi femminili, dosa con maestria rivelazioni, colpi di scena, affondi sentimentali. Grazie a una sceneggiatura così perfetta da concedersi anche deviazioni improvvise e feconde (quel ragazzo che nuota come un campione nella Senna, scena bella visivamente quanto imprevista), che danno a questo film ipertradizionale un vigore e un'emozione inaspettati. Puro 'cinéma de papa', come si diceva una volta, anzi 'de maman', ma che attori (da premio Olivier Gourmet, camionista e poeta inconsapevole) e che divertimento. Uno di quei film generosi e per tutti che oggi non sa fare quasi più nessuno. E proprio per questo, triste paradosso, rischia di essere sottovalutato." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 15 febbraio 2017)

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