RUBY IN PARADISO1993

SCHEDA FILM

RUBY IN PARADISO

Anno: 1993 Durata: 113 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA

Tratto da:-

Produzione:SAM GOWAN

Distribuzione:MIKADO FILM (1994) - MONDADORI VIDEO

TRAMA

Sfuggita al grigiore del paesino natale nel Tennessee, Ruby Lee Gissing, giunge a Panama City Beach, località balneare dove ha trascorso una vacanza da bambina. Qui trova lavoro nell'emporio di Mildred Chambers, fa amicizia con una collega, la studentessa di colore Rochelle Bridges, ed ha un rapporto sentimentale col figlio della proprietaria, Ricky, spendaccione e superficiale. Il loro rapporto finisce. E così Ruby comincia a frequentare Mike McCaslin, appartenente ad una delle più vecchie famiglie del luogo, che ha un vivaio, un passato di contestatore ed è molto più colto di lei. Fa amicizia anche con una vicina, Debrah Ann, che ha problemi col marito, un vizioso. Dopo un periodo di "rodaggio" sentimentale, la storia con Mike sembra diventare importante. Un giorno però Ricky, ubriaco, al suo rientro da un viaggio di lavoro, entra in casa di Ruby e tenta di possederla, ma vistosi respinto la licenzia. Dopo una penosa ricerca Ruby è assunta presso una lavanderia, dove conosce le grezze ma solidali operaie Wanda e Persefina e la durezza di un lavoro ripetitivo e stressante. Ma Mildred che, offesa per la scomparsa improvvisa di Ruby, ha saputo tutto da Rochelle, la riassume. Ricky viene avviato ad una comunità terapeutica, mentre il rapporto con Mike si attenua. Ruby, che ha fatto amicizia con una vicina indiana che aspetta tutto il resto della sua numerosa famiglia, sembra ormai interessata solo al suo lavoro ed alla tranquillità raggiunta.

CRITICA

"Il film di Victor Nunez ripudia i clamori della spettacolarità e plana entro una narrazione minimale, semplice, diaristica, emotiva, quasi banale. Ma è proprio in questa presunta banalità che risiede la sua forza. Il paesaggio della Florida è azzerato dalla triste, blanda astenia dell'inverno e quello interiore di Ruby tratteggiato con dolce malinconia, senza rinunciare all'aspra fragranza delle annotazioni psicologiche, al dondolio spirituale del diario intimo e anche all'autocompiacimento sornione del tipico prodotto indipendente. E se il film prolunga le sue riflessioni con qualche indugio di troppo, l'attrice protagonista l'esordiente Ashey Judd - si guarda allo specchio con grande, rispettoso e rispettabile pudore." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 24 luglio 1994) "Il merito più rilevante del film che pure ha pregi di racconto e di forma (si guardi quella fotografia sgranata, quasi da cinema-verità) risiede soprattutto nella splendida interpretazione della ragazzina a tutt'oggi sconosciuta, Ashley Judd, che dà vita al personaggio di Ruby: ora malinconica, ora aggressiva, pronta a superare i drammi e a tener testa, senza caparbietà, ai contrasti che le si presentano, recita soprattutto con gli occhi e con la mimica, affidandosi sempre a espressioni intensissime. Gli altri attorno pur tutti senza carismi, s'impegnano ma a pretendere attenzione è solo lei: con un'autorità che la condurrà lontano." ('Il Tempo', 23 luglio 1994) "Ci voleva un gran volto femminile per dribblare i rischi del già visto, e Victor Nunez ha avuto mano felice nell'ingaggiare la ventenne Ashley Judd, attrice quasi esordiente cresciuta in una famiglia di cantanti country. Cresciuta nel Tennessee come il personaggio che incarna, la giovane Judd porta nel film un palpito di verità autobiografica che si combina bene con l'andamento quieto della vicenda: è probabile che, un po' come accade con la Winona Ryder di 'Giovani, carini e disoccupati', il giovane pubblico femminile si riconoscerà nei gesti, negli abiti e nei comportamenti sessuali della fanciulla. E, del resto, la qualità migliore del film risiede proprio nella sintonia sottopelle che Nunez ricerca con la platea: senza colpi di teatro e scorciatoie drammatiche, dentro un realismo psicologico che pesca dentro un disagio generazionale molto diffuso, al di qua e al di là dell'Oceano. Si esce dal film con la sensazione di poter meglio affrontare le strettoie e le insidie della vita, perché in fondo siamo tutti un po' Ruby..." (Michele Anselmi, 'L'Unità', 26 luglio 1994)

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