Rosso sangue1986

SCHEDA FILM

Rosso sangue

Anno: 1986 Durata: 125 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:NOIR

Regia:Léos Carax

Specifiche tecniche:PANORAMICA - FUJICOLOR

Tratto da:-

Produzione:LES FILMS PLAINT CHANT, SOPRO FILMS, FR3 FILM PRODUCTION, UNITE 3, C.N.C.

Distribuzione:CECCHI GORI CLASSIC (1988) - DOMOVIDEO

ATTORI

Michel Piccoli nel ruolo di Marc
Juliette Binoche nel ruolo di Anne
Denis Lavant nel ruolo di Alex
Hans Meyer nel ruolo di Hans
Julie Delpy nel ruolo di Lise
Carroll Brooks nel ruolo di Americana
Hugo Pratt nel ruolo di Boris
Mireille Perrier nel ruolo di Giovane madre
Serge Reggiani nel ruolo di Charlie
Jérôme Zucca nel ruolo di Thomas
 

SOGGETTO

Equer, Carol
 

SCENEGGIATORE

Carax, Léos
 

MONTAGGIO

Quettier, Nelly
 

EFFETTI

Trielli, Guy

TRAMA

A Parigi due bande rivali sono in lotta: l'una capeggiata da una strana vecchia americana, con accoliti pronti a tutto (delitti compresi), l'altra composta da Marc e dal suo amico tedesco Hans (un ex medico), i quali hanno perduto sul lavoro il terzo socio, Jean. Tutti sono interessati a rubare in un laboratorio segreto un certo antidoto, il solo possibile contro il virus S.T.B.O., diffusosi nel mondo, che attacca tutti coloro "che fanno l'amore senza Amore". Marc e Hans ingaggiano il giovane Alex, figlio del socio defunto, appena uscito di galera: un ventriloquo imbattibile nel gioco delle tre carte agli angoli della strada, innamorato di Lise, il quale però è deciso a cambiar vita. Fatto il colpo, a quanto gli viene assicurato, potrà fuggire in Svizzera. Con Marc convive l'amante Anne - una donna molto più giovane di lui - ed Alex ne è come affascinato, anche se lei è attaccatissima al suo uomo. Nella sparatoria che segue il colpo, in cui sono implicati tutti i rivali desiderosi di impossessarsi dell'antidoto, Alex viene ferito a morte ma cercherà di arrivare all'appuntamento con Lisa, che lo attende in un piccolo aeroporto...

CRITICA

"Un'opera ostica, un po' confusa, spesso interessante, ma anche con notevoli difetti: è un «noir», ispirato alle maniere e ai ritmi registici di certi classici francesi, con in più frequenti e palpabili citazioni godardiane. Il soggetto e la tessitura narrativa non brillano certo per chiarezza (...). Il regista fa un enorme sfoggio di bravura, con non pochi esiti sul piano culturale, restando sempre più che gelido su quello puramente emotivo e cedendo a intrusioni e dispersioni del tutto inutili o gratuite. Una innegabile ricercatezza nelle immagini va a credito del film di Carax (la fotografia di Jean-Yves Escoffier ha molti pregi formali), come la buona recitazione degli interpreti e, prima ancora, il fascino sottile ed il perfetto equilibrio dell'Anne affidata a Juliette Binoche." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 104, 1988)

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