SCHEDA FILM

ROSELYNE E I LEONI

Anno: 1989 Durata: 81 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:ALLEGORICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:-

Produzione:CARGO FILMS, GAUMONT, GAUMONT PRODUCTION

Distribuzione:PENTA CLASSIC (1991) - PENTAVIDEO, MEDUSA VIDEO (PEPITE)

TRAMA

I leoni dello zoo di Marsiglia affascinano due ventenni: lui è Thierry, liceale svogliato, lei Roselyne che, abbandonata dal padre (un camionista) quando era bambina, fu portata un giorno in gabbia da un domatore e già prende lezioni dall'esperto Frosier, proprietario del piccolo circo Zorgle. Mentre la ragazza fa schioccare la frusta e comanda con voce autoritaria tre leoni, Thierry, desideroso di imitarla, si adatta ai lavori più umili fra cibo e paglia. Innamoratisi e con duemila franchi donati da Bracquard, loro professore di inglese, i due trovano lavoro in un circo, dove continuano l'addestramento con il domatore Marcovic, proprietario di un gruppetto di leoni molto difficili. Successivamente riescono a venire ingaggiati per un loro numero assai ardito da parte del circo di Monaco di Baviera, il più grande e conosciuto in Europa, che appartiene a Koenig. E là trovano proprio le belve che Marcovic è riuscito a vendergli e, in più, la gelosia di un anziano domatore di splendide tigri. L'addestramento è duro e impegnativo, i ragazzi sono temerari, ma riescono sempre a superare i momenti difficili. Li incoraggia la benevolenza di Koenig, che già ha predisposto un adeguato battage pubblicitario per il giovanissimo duo ed un lussuoso manifesto per Roselyne, da trasformare in seducente vedette per un numero eccezionale. Nel corso di una difficile prova, quando Thierry e la compagna sono dentro la gabbia per un pericoloso esercizio, un guasto fa mancare la luce e il ragazzo viene artigliato ad una gamba. Forse è stato l'anziano domatore a procurarlo il guasto: fatto sta che, fra paura (dei leoni) e sconforto, questi, entrato in crisi, si suicida davanti ad una delle sue belve. Entusiasta dei due ventenni, Koenig vorrebbe lasciare i leoni a Roselyne e destinare le tigri a Thierry, rientrato dall'ospedale. Questi rifiuta: vuole gestire con la ragazza il "loro numero", anche se molto pericoloso, disposti, contrariamente, ad abbandonare tutto. Autorizzati da Koenig, Thierry e Roselyne conseguono un trionfo la sera della "prima", davanti alla folla ed in una cornice fastosa: hanno vinto la sfida propostasi, dominando con freddo coraggio rischio e paura.

CRITICA

Si segue a fatica con un solo sentimento dominante, la pietà per quei poveri leoni cui, senza nessun intervento della protezione animali, si danno ordini durissimi. Poca pietà invece per i personaggi. Hanno troppo la passione della frusta. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo) Siamo, secondo il nostro gusto, in un cinema velleitario che mitizza il confronto tra la maestà della natura e l'arroganza dell'uomo espressa con la frusta. Tema suggestivo ma svolto con un racconto semplicistico e sequenze monotone. (Giovanni Grazzini, Il Messaggero)

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