Anno: 1946 Durata: 81 Origine: ITALIA Colore: B/N
Genere:DRAMMATICO
Regia:Marcello Pagliero
Specifiche tecniche:(1:1.37)
Tratto da:-
Produzione:MARCELLO D'AMICO PER PAO FILM
Distribuzione:FINCINE
Andrea Checchi | nel ruolo di | Il Giovane |
Nando Bruno | nel ruolo di | Il Ladro |
Valentina Cortese | nel ruolo di | La Dattilografa |
Vittorio De Sica | nel ruolo di | Signore Distinto E Smemorato |
Gar Moore | nel ruolo di | L'Americano |
Camillo Mastrocinque | nel ruolo di | Un Signore |
Ennio Flaiano | nel ruolo di | Il Questurino |
Leonello Zanchi | nel ruolo di | Il Signore In Smoking |
Marisa Merlini | nel ruolo di | Amante Del Ricettatore |
Ave Ninchi | nel ruolo di | Affittacamere |
Francesco Grandjacquet | nel ruolo di | Il Padrone Della Bisca |
Manlio Busoni | nel ruolo di | Il Falsario |
Fedele Gentile | nel ruolo di | Il Ricettatore |
Mario Mafai | ||
Rossana Licari |
Un ladro s'introduce in una casa ma in una misera stanza trova un giovane in procinto d'uccidersi. Lo fa desistere dal suo proposito, e usciti insieme, riescono a compiere, senza violenza, una fruttuosa rapina, impadronendosi di una collana di perle. La vicina del mancato suicida, una dattilografa, che non riesce a risolvere il problema dell'esistenza, esce di casa in cerca di avventure ma è in fondo una brava ragazza, alle prime armi, e solo per caso sfugge ad una retata della "celere". Nei locali notturni, nei bar, nelle bische clandestine, s'incontrano i vari personaggi, i ladri e le loro vittime, la ragazza, che non si lascia travolgere dalla corrente e s'innamora del mancato suicida, un soldato americano ubriaco, un pazzo scappato dal manicomio. La luce dell'alba disperde questa popolazione notturna. L'americano salta su una jeep di passaggio, il ladro se la svigna rapidamente, lei e lui tornano a casa, e scoprono ora d'esser vicini.
"Tra la realtà e favola, sullo sfondo però di una Roma "neorealistica", il film narra l'assurda storia di una collana, perduta e poi ritrovata, che passa da un personaggio all'altro, coprendo ambienti e figure non privi di carattere "surrealistici". In questo strano connubio di stili e moduli drammatici risiede l'originalità e la validità del film". (Gianni Rondolino, "Catalogo Bolaffi del Cinema Italiano", 1945/1955). "Il neorealismo puro, di cui "Roma città aperta"resta il campione, qui unito all'ironia di Flaiano e alle capacità comiche dei suoi cosceneggiatori, non fu capito dal pubblico e il film scompave subito dalle sale".
Incasso in euro