SCHEDA FILM

Regalo di Natale

Anno: 1986 Durata: 101 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA, EASTMANCOLOR, TELECOLOR

Tratto da:-

Produzione:ANTONIO AVATI PER DUEA FILM, DMV DISTRIBUZIONE, RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA

Distribuzione:DMV - AVO FILM

TRAMA

E' la vigilia di Natale e quattro amici di vecchia data, Lele, Ugo, Stefano e Franco, decidono di nascosto delle rispettive famiglie, di riunirsi in una villa di conoscenti di Stefano per rivedersi e per giocare a poker: alla partita è stato invitato un danaroso e misterioso industriale, l'avvocato Antonio Santelia. Lele è un uomo dall'aria dimessa ed impacciata, un perdente nato, aspirante giornalista, bistrattato dai superiori, con una misera paga, costretto a scrivere articoletti di secondaria importanza, senza famiglia. Ugo, separato dalla moglie con quattro figli che non vede mai e che non ama e dai quali non è amato, è uno sfortunato venditore di articoli per la casa e lavora senza essere stimato per una televisione privata. Stefano è un istruttore di ginnastica, aitante e piacente, non sposato, con sospetto di omosessualità. Franco, sposato con la seconda moglie Adriana senza entusiasmo e con due figli, proprietario di un grande cinema di Milano, è sull'orlo del fallimento ed è oppresso dai creditori. L'avvocato Santelia, con la mania del gioco e problemi dietetici, è all'apparenza un professionista deciso, sicuro di sé, dallo sguardo freddo, sempre alla ricerca di belle donne. I cinque uomini iniziano la partita dopo che Ugo e Franco hanno chiarito vecchi equivoci per i quali non si vedevano da anni (Ugo aveva fatto naufragare il primo matrimonio di Franco, di cui aveva sedotto la giovane moglie). La partita si presenta subito molto interessante e si comincia a giocare forte: immediatamente si delineano i due veri antagonisti, l'avvocato Santelia e Franco. Quest'ultimo sembra avere una fortuna sfacciata, mentre l'altro (giocatore incallito) perde con assoluta indifferenza. Durante gli intervalli del gioco Franco ripensa alla sua prima moglie, Martina, semplice ed ingenua, al suo rapporto con lei che gli rimproverava sempre il suo vizio del gioco. Poi ricorda con amarezza il momento in cui Ugo è entrato nella vita di Martina per rovinare tutto. In seguito la donna si è risposata con un uomo molto ricco senza però essere felice e i suoi tradimenti sono molteplici e risaputi. La partita volge al termine, Franco ha vinto parecchio e con quei soldi potrebbe salvare la sua posizione finanziaria, ma Santelia lancia l'ultima sfida con una posta molto alta. Inaspettatamente Santelia gli propone un regalo: non pretendere nulla da Franco purchè questi rinunci a confrontare le carte da gioco. Franco è indeciso: alla fine non accetta l'offerta del rivale. Purtroppo si rende conto che le sue carte sono inferiori a quelle dell'avversario e per lui è la rovina. Poi ognuno se ne torna per la propria strada. Stefano e Lele vanno via insieme con una grande tristezza dentro mentre Ugo accetta un assegno da Santelia, che è un baro di professione e che gli dà la percentuale sulle vincite come stabilito negli accordi. Franco va via sconvolto più degli altri poiché ha capito che, oltre la vita, anche i suoi "amici" gli hanno teso un maledetto tranello per carpirgli del denaro credendolo ricco e senza problemi. Torna al suo albergo e non si accorge nemmeno che urta una donna molto attraente, ben vestita e sapientemente truccata. E' Martina, la sua prima moglie, che lui ha tanto amato ma che ora è diventata solo un'appetibile preda di giovani avventurieri.

CRITICA

"E' uno tra i più bei film di Pupi Avati lucido, amaro, avvincente, con un Abatantuono bravissimo nel suo primo ruolo drammatico". (Teletutto) "Il film è interpretato ottimamente dagli attori che sono stati guidati in maniera eccellente dal regista coadiuvato da una adeguata sceneggiatura." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 101, 1986)

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