Querelle de Brest1982

SCHEDA FILM

Querelle de Brest

Anno: 1982 Durata: 116 Origine: GERMANIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Rainer Werner Fassbinder

Specifiche tecniche:SCOPE A COLORI

Tratto da:romanzo "Querelle de Brest" di Jean Genet

Produzione:PLANET FILM PRODUCTIONS, GAUMONT, ALBATROS FILMPRODUKTION, OPERA FILM PRODUCTIONS

Distribuzione:GAUMONT (1983) - GENERAL VIDEO (DIAMANTI)

ATTORI

Brad Davis nel ruolo di Querelle
Franco Nero nel ruolo di Il tenente Seblon
Jeanne Moreau nel ruolo di Lysiane
Laurent Malet nel ruolo di Robert
Hanno Poschl nel ruolo di Gil/Robert
Burkhard Driest nel ruolo di Il poliziotto Mario
Gunther Kaufmann nel ruolo di Nono
 

SOGGETTO

Genet, Jean
 

MUSICHE

Raben, Peer
 

SCENOGRAFIA

Zehetbauer, Rolf

TRAMA

La vicenda ha come protagonista il marinaio Querelle (derivato da "macquerelle" termine femminilizzato di "macquereau", in italiano "magnaccia"). Querelle è imbarcato sulla nave "Vengeur", ancorata nel porto di Brest, è bello e forte ed è nascostamente amato dal comandante della nave, il tenente Seblon. Sceso a terra, conosce in un bistrot-bordello il padrone del sordido locale, Nono, sua moglie Lysiane, amante del fratello di Querelle, Robert. Querelle vende oppio a Nono; gioca a dadi con Nono la sua integrità, perde e ne subisce le conseguenze; soffia al fratello l'amante Lysiane; intesse una nefanda tresca con Mario, un bestiale poliziotto, al quale denuncia Gil, un assassino del quale si è innamorato, e infine supplica il suo innamorato tenente Seblon di sfogare su di lui i suoi perversi desideri, per raggiungere finalmente l'identità che va disperatamente cercando nell'esperienza di ogni nefandezza.

CRITICA

"Quest'opera postuma di Fassbinder, morto a soli 36 anni per una dose eccessiva di droga - morte triste (forse suicidio) di un regista geniale - è stata proposta per il Leon D'Oro di Venezia 1982. Ebbe solo il voto favorevole del presidente della giuria. Querelle è tratto dal romanzo: 'Querelle de Brest' dello scrittore 'maudit' Jean Genet, condannato al carcere per molteplici delitti. In un delirio estetizzante Jean Genet esalta ogni nefandezza con un misticismo patologico sessuale che è una discesa agli inferi, senza la poesia di Rimbaud, e una salita al Golgota, come nel film è rappresentata, sfociando nella dissacrazione. Sartre, che pure ha esaltato Jean Genet, riconosce che lo scrittore scivola dall' 'etica del male (?) verso un estetismo nero... (...) Fassbinder si è mostruosamente identificato con Jean Genet, ne ha subito il tenebroso fascino, lui così libero nella sua fantasia creatrice, e ha illustrato le oscenità che lo scrittore maledetto aveva descritto: le ha proposte e riproposte in immagini che ingenerano nausea e tedio, oltre a un fastidioso senso di artificio e falsità per i troppi commenti retorici fuori campo, colmi di impossibile lirismo." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 94, 1983)

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