SCHEDA FILM

QUATTORDICI O GUERRA

Anno: 1968 Durata: 96 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PATHECOLOR

Tratto da:RACCONTO "THE DAY IT ALL HAPPENED, BABY" DI ROBERT THOM

Produzione:AMERICAN INTERNATIONAL PICTURES

Distribuzione:LIF

TRAMA

Il giovane Max Jacob Flatow, abbandonata la casa paterna e assunto il nome di Max Frost, è diventato un cantante di successo, idolo dei minorenni americani. Il trentacinquenne Fergus, candidato democratico al Senato per lo Stato della California, volendo assicurarsi l'appoggio dei giovani, si rivolge a lui per avere il suo sostegno nella campagna elettorale. Conscio del suo ascendente e del fatto che i giovani sono in maggioranza tra gli americani, Max chiede pubblicamente che il limite d'età per votare venga abbassato fino ai quattordici anni, minacciando, se ciò non avverrà, la guerra dei giovani ai vecchi. Ottenuta soddisfazione, Fergus, intanto, è stato eletto, ma ha perduto il figlio Jimmy, entrato a far parte del ristretto gruppo giovanile riuscendo a far eleggere al congresso, al posto di un deputato defunto, la giovanissima Sally. Ormai padrone del Paese, avendo stroncato la resistenza degli anziani con massicce dosi di LSD, in questa veste emana alcune severissime leggi contro i vecchi - considerando tali coloro che hanno più di trentacinque anni. Ma anche per Max gli anni passano: e un giorno sarà proprio la piccola figlia di Fergus - impiccatosi per la disperazione - a chiamarlo vecchio, mentre tra i bambini ha inizio un movimento per rovesciare il suo potere.

CRITICA

"Tema del film è il conflitto di generazioni nella società americana, che si immagina risolto con la completa vittoria dei giovani. Se la prima parte sembra essere tutta in favore di costoro (vi si adducono alcuni buoni argomenti a sostegno della loro pretesa di avere un maggiore peso nella società), la seconda si rifugia nell'apologo (anche i giovani di oggi diventeranno vecchi, e come tali saranno trattati dalle generazioni future). La cosiddetta questione giovanile risulta perciò, in fin dei conti, trattata in modo superficiale ed evasivo. Diseguale nel ritno e appesantito da alcune ripetizioni il lavoro appare inoltre troppo schematico e i personaggi che presenta non sono psicologicamente approfonditi anche se non mancano, tuttavia, momenti di discreta efficacia soprattutto polemica." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 66, 1969)

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