Proof - La prova2005

SCHEDA FILM

Proof - La prova

Anno: 2005 Durata: 100 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:John Madden

Specifiche tecniche:35 MM

Tratto da:opera teatrale omonima (premio Pulitzer 2001) di David Auburn

Produzione:JOHN HART, ROBERT KESSEL, ALISON OWEN, JEFF SHARP, MARK COOPER PER MIRAMAX FILMS, ENDGAME ENTERTAINMENT, A HART SHARP ENTERTAINMENT PRODUCTION

Distribuzione:BUENA VISTA INTERNATIONAL ITALIA (2006)

ATTORI

Gwyneth Paltrow nel ruolo di Catherine
Anthony Hopkins nel ruolo di Robert
Hope Davis nel ruolo di Claire
Jake Gyllenhaal nel ruolo di Hal
Gary Houston nel ruolo di Prof. Jay Barrow
Anne Wittman nel ruolo di Joann
C. Gerod Harris nel ruolo di Amico dell'università
Chipo Chung nel ruolo di Amico dell'università
Colin Stinton nel ruolo di Fisico
Daniel Hatkoff nel ruolo di Studente
Danny McCarthy nel ruolo di Poliziotto
Haroula Spyropoulos nel ruolo di Studentessa
John Keefe nel ruolo di Amico dell'università
Leigh Zimmerman nel ruolo di Amico al party
Leland Burnett nel ruolo di Eddy
Lolly Susi nel ruolo di Signora al check-in
Roshan Seth nel ruolo di Professor Bhandari
Tobiacz Daszkiewicz nel ruolo di Autista Limousine
 

SOGGETTO

Auburn, David
 

SCENEGGIATORE


Miller, Rebecca
 
 

MONTAGGIO

Audsley, Mick
 

SCENOGRAFIA

Normington, Alice
 

COSTUMISTA

Taylor, Jill

TRAMA

Catherine è una giovane donna che deve fare i conti con la malattia mentale del padre Robert, un brillante matematico, da cui ha ereditato il genio per i calcoli. Tuttavia potrebbe esserci il rischio che il professore abbia trasmesso alla figlia anche la sua instabilità, tesi che sembra convincere Claire, sorella di Catherine, accorsa per prendersi cura degli affari di famiglia, così come un giovane studente del padre, che ha scoperto tra le carte del matematico un'importante teoria dei numeri che Catherine sostiene essere sua.

CRITICA

"Bellissimo oppure medio, sono film che appaiono fatalmente datati nel loro genere psicologico: un'ottica che si adatta male ai nostri anni furenti e atroci, che appare obsoleta come il lavoro di riammagliatrice di calze o di un ospedale per le bambole di porcellana." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 6 settembre 2005) "Nella sceneggiatura mette le mani anche Rebecca, figlia di Arthur Miller, famigerata per la 'Ballad of Jack and Rose' dell'ultimo Festival di Berlino, esempio del più velleitario cinema intellettuale americano. Al filone appartiene evidentemente anche 'Proof', dove, col pretesto della follia, fino all'ultimo si ignora se i personaggi di contorno esistano o se, emuli del coniglione di James Stewart in 'Harvey', sia solo la mente malata della protagonista a vederli. (...) Tanto perché le donne siano più coinvolte, accanto alla Paltrow recita Hope Davis nel ruolo della sorella ragionevole e perbenista. Jake Gillenhall fa al solito modo il solito studente di grandi possibilità intellettuali che vuole, al solito, impalmare la Paltrow." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 6 settembre 2005) "Dal teatrante diventato ormai grande cineasta al professionista che si rivolge a una sperimentata pièce teatrale. Il testo è 'Proof' di David Auburn, il regista John Madden ('Shakespeare in Love'), ma bisogna dire che il prodotto, poiché questo è 'Proof', è perfettamente riuscito. (...) Siamo in pieno binomio genio & follia, terreno scivoloso, incrociato per giunta al genere resa dei conti in famiglia. Ma a forza di luoghi comuni, di soluzioni sperimentate mille volte, di regia anonima e fluida, Madden e i suoi attori (specie Gwyneth Paltrow e Jake Gyllenhaal, mentre Anthony Hopkins istrioneggia senza ritegno) fanno il miracolo. Grandi applausi in sala stampa, che in fondo è facilona, e successo sicuro." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 6 settembre 2005) "La fervida Gwyneth Paltrow si dedica all'assistenza del padre malato Anthony Hopkins, un matematico colpito da una devastante malattia cerebrale: quando l'ingombrante genio muore, la donna fatalmente chiusa in se stessa si trova costretta ad affrontare nuove, difficili e rigeneratrici relazioni sociali. Un melodramma ben recitato e alquanto tradizionale, sorretto da attori di prima categoria eppure stilisticamente inerte ed emotivamente pretestuoso." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 6 settembre 2005) "Molto meglio se la cava Anthony Hopkins, che peraltro in 'Proof' entra quand'è già morto ovvero nei flashback e nelle fantasie della figlia Gwyneth Paltrow. Il babbo era un genio della matematica, ma anche pazzo, e il problema della figlia è scoprire quale delle due cose (o tutte e due) ha ereditato dallo scomparso. Già portata sulle scene di Londra dalla Paltrow stessa e dal regista John Madden, la commedia di David Auburn è diventata un film di apprezzabile intrattenimento." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 6 settembre 2005) "Tratto da un oliato successo teatrale di John Auburn, 'Proof' ha i pregi e i difetti di questo genere fiorente negli Usa. Siamo sul terreno scivoloso del binomio 'genio & follia' (variante trendy : matematica & follia), incrociato per giunta al genere 'resa dei conti in famiglia' (c'è anche il giovane studioso Jake Gyllenhaal che ovviamente spasima per la collega più dotata). Ma a forza di luoghi comuni, di soluzioni ipercollaudate, di regia fluida e invisibile, Madden e i suoi attori (specie i giovani, Hopkins invece gigioneggia a piacere) fanno il miracolo. Anche perché il regista di 'Shakespeare in Love' stavolta evita gli svolazzi. E anziché visualizzare la follia, vedi il pretenzioso 'A Beautiful Mind', esplora gioie e dolori dei vincoli famigliari. Saggia scelta: 'Proof' è un piacevole esercizio di teatro filmato. Niente di più, ma niente di meno." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 3 marzo 2006).

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