Pers?polis2007

SCHEDA FILM

Persépolis

Anno: 2007 Durata: 95 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:ANIMAZIONE, DRAMMATICO

Regia:Marjane Satrapi|Vincent Paronnaud

Specifiche tecniche:-

Tratto da:personaggi dell'omonima graphic novel di Marjane Satrapi (edizioni Lizard)

Produzione:2.4.7. FILMS, THE KENNEDY/MARSHALL COMPANY, FRANCE 3 CINÉMA, FRANCHE CONNECTION ANIMATIONS, DIAPHANA DISTRIBUTION, CELLULOID DREAMS, SONY PICTURES CLASSICS, SOFICA EUROPACORP, SOFICINEMA, CNC

Distribuzione:BIM (2008)

TRAMA

Teheran. La piccola Marjane, a 9 anni ha già sviluppato un carattere ribelle e anticonformista che le fa rifiutare le rigide regole della società iraniana. Preoccupati per l'incolumità della figlia, i genitori di Marjane, quando lei compie 14 anni, decidono di mandarla a studiare in Austria. L'esperienza austriaca è per Marjane piuttosto traumatica a causa della sua identificazione, agli occhi degli altri, proprio con quel mondo fatto di estremismo e fondamentalismo religioso cui lei si è ribellata. Alla fine della scuola, dopo una serie di forti delusioni, il richiamo verso le sue radici e la sua famiglia la spinge a tornare in Iran. Tuttavia, anche il reinserimento a Teheran si dimostra piuttosto difficile e Marjane continua a portare avanti la sua battaglia contro l'ipocrisia della società iraniana di cui è testimone fino ad arrivare alle difficile scelta di abbandonare il suo paese per trasferirsi in Francia, dove poter condurre finalmente una vita senza vincoli e regole, senza però rinnegare il suo essere iraniana.

CRITICA

"'Persepoli' inneggia alla marjanocrazia (da bambina s'era scelta il ruolo di profeta di Dio). È una brava disegnatrice, una biografa di buona memoria e una donna di temperamento: il suo film lo rispecchia. Anche se alla Repubblica islamica il libro non è piaciuto e il film non passerà, essi fanno capire una realtà che in Europa di solito viene semplificata come lotta fra buoni filo occidentali e cattivi filo islamici. 'Persepoli' non falsa la complessità di una cultura, dove anche chi combatte l'integralismo islamico è disposto a morire perché la sua patria non sia invasa dagli americani e dagli inglesi, come quasi settant'anni fa. Affiora qui il perché anche chi aveva quattro quarti di nobiltà, ha preferito il comunismo all'occidentalismo colonialista. Del resto basterebbe ricordare la tenace resistenza iraniana durante la guerra con l'Irak (1980-1988). E se questa è stata un comportamento collettivo, ci sono i tanti casi di comportamento individuale di resistenza a un potere che ha comunque sempre un largo seguito popolare. Marjane Satrapi e la sua opera conciliano in loro questi lati, apparentemente contraddittori e intimamente connessi." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 23 maggio 2007) "Marjane Satrapi mette le mani avanti, facendo scrivere sul materiale stampa che 'questo non è un film-manifesto, non è un film rivendicativo, non è un film a tesi'. Eppure prima ancora di essere proiettato in concorso a Cannes, il cartone animato 'Persepolis' ha innescato le ire del governo di Teheran che ha voluto vedere nella selezione del film un'operazione anti-iraniana. (...) Conservando la bellezza un po' naif dei disegni, il film che usa il colore solo per le poche scene all'aeroporto di Parigi è un inno a quei valori umani che troppe volte vengono oltraggiati, sia nell'Iran teocratico che nell'Austria democratica. E che Marjane vede incarnati soprattutto nella figura della nonna (che ha la voce di Danielle Darrieux, mentre la madre ha quella della Deneuve), curioso e vitalissimo connubio di lucidità morale e entusiasmo vitale. È lei che difende la memoria di una famiglia che ha sofferto molto sia sotto gli Scià che gli Ayatollà. È lei che rampogna la nipote quando usa per difendersi gli stessi metodi delatori e insinuanti che altrove la opprimono. Ed è soprattutto lei che svela a Marjanne il personalissimo trucco per sentirsi sempre profumata: nascondere ogni mattina qualche fiore di gelsomino nel reggiseno. Come se la pulizia morale potesse riflettersi anche in una pulizia più voluttuosa." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 23 maggio 2007) "Tratto dall'autobiografia a fumetti in due volumi di Marjane Satrapi, ma realizzato a quattro mani con Vincent Paronnaud, 'Persepolis' comunica il sentimento, raro, di una riuscita totale. E finisce per essere molte cose insieme: un'educazione sentimentale, un viaggio nella memoria collettiva, il trionfo di un'immaginazione così docile e sbrigliata che alla fine la vita della piccola Marjane diventa un pochino nostra. (...) Insomma si costruisce una identità complessa che il film riflette con l'immediatezza di uno stile dai tratti netti che usa tutti i mezzi del bianco e nero, sfondi, ombre, silhouettes, contrasto di materie e superfici, per dare vita a una girandola di emozioni diversissime con una leggerezza e una capacità di fondere, anche visivamente, le due culture da cui proviene, davvero invidiabili." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 24 maggio 2007) "Concepito come un lungo flashback, realizzato con tecniche tradizionali e ricco di umorismo, il film riesce a condensare in soli novanta minuti la storia di un Paese estremamente complesso attraverso gli occhi della giovane protagonista che, a dispetto della repressione, scopre tra il punk e i Bee Gees, gli Abba e gli Iron Maiden, l'importanza di rimanere fedeli a se stessi e il valore della libertà." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 24 maggio 2007) "'Persepolis' è al tempo stesso un delizioso autoritratto a disegni animati, con le gags e le situazioni comiche tipiche del genere, e un violento atto d'accusa contro ogni intolleranza. Un film a suo modo straordinario, un ponte tra Oriente e Occidente che purtroppo l'ottusità dei censori iraniani bloccherà alla frontiera." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 24 maggio 2007) "La storia di tre persone in una ha smosso i sinistri Guardiani della Rivoluzione islamica, che hanno proclamato la loro indignazione per il titolo che insinuerebbe nel concorso il veleno del complotto anti-iraniano. Niente di più falso: 'Persepolis', che traspone in cartone animato i fumetti di quattro album omonimi, è solo l'autobiografia tra il '79 e il '94 dell'autrice Marjane Satrapi, sopravvissuta con gravi ferite morali alle storiche tragedie del suo nobile e sfortunato paese. Nonché un film sarcastico e leggiadro, scritto e diretto dalla stessa Satrapi assieme a Vincent Paronnaud, che ha il merito di gridare al mondo certe inoppugnabili verità come non hanno mai fatto i super-riveriti e super-premiati poemi dei vari Kiarostami, Panahi e Makhmalbaf padre e figlia. (...) Tra echi del neorealismo e influenze dell'espressionismo, la rievocazione in cartoon abolisce ogni sospetto di folklore piagnucoloso ed è in grado di cogliere il lato grottesco dei fatti anche quando la ribellione e la depressione rischierebbero di tramutarli in pamphlet propagandistico. L'entusiasmo e la lucidità che caratterizzano il punto di vista dell'autrice affrontano di petto i nodi politici e privati più penosi, invitando a non giudicare una nazione intera per gli orrori degli estremisti ancora (ahinoi) al potere: da qui a proporre l'equivalenza tra il regime teocratico e l'occidente democratico - come si affannano a desumere molti recensori - naturalmente ce ne vuole." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 24 maggio 2007) "Realismo stilizzato, insomma, per i 600 personaggi che affollano il mondo di Marjane Satrapi, conosciuta e amata, di nascosto, in patria. Lo storyboard, secondo la lezione di Walt Disney, è stato interpretato dall'artista 38enne che ha recitato una per una le parli dei protagonisti. Un'opera d'animazione d'altezza della più avanzata ricerca formale, realizzata solo con disegni a mano (80.000), niente digitale. Costato 6 milioni di euro, 'Persepolis' è destinato a restare nella storia del cartoon, omaggio a tutte le 'piccole donne' resistenti." (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 25 maggio 2007)

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