Panni sporchi1998

SCHEDA FILM

Panni sporchi

Anno: 1998 Durata: 110 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA, GROTTESCO

Regia:-

Specifiche tecniche:35 MM, CINEMASCOPE

Tratto da:-

Produzione:GIOVANNI DI CLEMENTE PER CLEMI CINEMATOGRAFICA S.R.L. IN COLLABORAZIONE CON RAI-RADIOTELEVISIONE ITALIANA

Distribuzione:BUENA VISTA INTERNATIONAL ITALIA PER C.D.I. (1999) - MEDUSA

TRAMA

Da due generazioni, nelle Marche, la famiglia Razzi manda avanti un'impresa che produce caramelle digestive a base di cicoria, la cosiddetta 'cialda', brevettata da un nonno farmacista e diffusa presso una clientela limitata e fedele. A capo della ditta c'è Furio, il marito di Cinzia Razzi, ma il suocero Amedeo, messo da parte per inettitudine, vorrebbe sostituirlo con il nipote Camillo, orfano di padre. Convinto da Camillo, Amedeo si esibisce in uno spot per la ditta su una tv locale, ma i contenuti dello spot, l'ironia della città e le spese fanno sì che Furio decida di togliere al vecchio l'accesso alla cassa di famiglia. Umiliato e addolorato, Amedeo ha un infarto e muore. Furio rimane solo a cercare di mandare avanti la fabbrica. I suoi figli, Carlino e Giada, sono giovani e inetti. C'è poi lo zio Genesio, allontanatosi per fare l'artista, e che ora ritorna portando a sorpresa una giovane moglie albanese, Fiore. Genesio dice a Furio che ha bisogno di soldi, Furio li nega e Genesio, inaspettatamente, si uccide. Nella confusione, Camillo prende in mano le redini del comando, progetta grandi investimenti e organizza una spettacolare festa per il proprio matrimonio con Tiziana. Ma la festa si rivela un disastro, le nozze non si fanno, i conti non tornano, Camillo fa uso di cocaina e ben presto gli strozzini lo braccano. Fiore capisce allora che è il momento buono per avvertire il fratello, un albanese dedito ad attività poco lecite. Questi ha buon gioco nel proporsi come acquirente della ditta. E quando tutto sembra ormai perduto, Furio, che non si rassegna, mette l'esplosivo alla fabbrica. Dalla finestra di casa, Cinzia osserva l'esplosione.

CRITICA

"La verve è sempre quella di Monicelli - qua e là si riconosce la sua inconfondibile zampata - ma l'incedere è nell'insieme stracco e le prestazioni degli attori fanno pensare più alla farsa che non alla commedia matura". (Paolo D'Agostini, 'Annuario del cinema italiano 1999/2000') "Arrivato in buona salute alla bella età di 84 anni e con oltre mezzo secolo di carriera alle spalle, Monicelli continua a gettare il proprio occhio acuto e lucido sull'Italia contemporanea, anzi sulla famiglia italiana di questa fine Millennio: microcosmo dove vengono a galla tutte le contraddizioni, le frizioni, le incomprensioni di un tessuto sociale troppo spesso spezzettato e privo di punti di contatto. (...) Monicelli osserva con sguardo certo non distaccato; il suo intervento si vede, quando il nitido realismo dei dialoghi e degli ambienti sfuma nell'ironia, nella sovraesposizione, nel grottesco della festa di matrimonio e del finale apocalittico. Ci sono echi di 'Parenti serpenti' ma c'è meno cattiveria, più possibilismo, più voglia di dare a questa famiglia un'occasione di riscatto, di ripresa." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 127, 1999)

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