Orecchie2016

SCHEDA FILM

Orecchie

Anno: 2016 Durata: 90 Origine: ITALIA Colore: B/N

Genere:COMMEDIA

Regia:Alessandro Aronadio

Specifiche tecniche:DCP (1:1.85)

Tratto da:-

Produzione:COSTANZA COLDAGELLI PER MATRIOSKA IN COLLABORAZIONE CON FRAME BY FRAME, REC, TIMELINE

Distribuzione:01 DISTRIBUTION (2017)

ATTORI

Daniele Parisi nel ruolo di Lui
Silvia D'Amico nel ruolo di Alice
Pamela Villoresi nel ruolo di Rosanna
Ivan Franek nel ruolo di Nikolaj
Rocco Papaleo nel ruolo di Giancarlo
Piera Degli Esposti nel ruolo di Direttrice del giornale
Milena Vukotic nel ruolo di Sig.ra Marinetti
Andrea Purgatori nel ruolo di Otorino
Massimo Wertmüller nel ruolo di Gastroenterologo
Francesca Antonelli nel ruolo di Impiegata
Niccolò Senni nel ruolo di Commesso
Sonia Gessner nel ruolo di Vicina
Paolo Giovannucci nel ruolo di Remo
Re Salvador nel ruolo di Philippo
Silvana Bosi nel ruolo di Suor Incatenata
Masaria Colucci nel ruolo di Suor Gerarda
 
 

MONTAGGIO

Di Tanna, Roberto
 

SCENOGRAFIA

Frabetti, Daniele
 

COSTUMISTA

Ginevra De Carolis

TRAMA

Un uomo si sveglia una mattina con un fastidioso fischio alle orecchie. Un biglietto sul frigo recita: "È morto il tuo amico Luigi. P.S. Mi sono presa la macchina". Il vero problema è che non si ricorda proprio chi sia, questo Luigi. Inizia così una tragicomica giornata alla scoperta della follia del mondo, una di quelle giornate che ti cambiano per sempre.

CRITICA

"Diciamo subito che è un film kafkiano, così sia. (...) Coraggiosa impresa che spiazza la media pessima della nostra commedia non evitando banalità vintage e didascalie inutili in quello che l'autore Alessandro Aronadio definisce un road movie a piedi. Naturalmente per Roma." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 18 maggio 2017) "L'inusuale fotografia in bianco e nero è la cifra, che all'occhio contemporaneo risulta fatalmente stravagante e sofisticata, di questa commedia nera, romana nell'ambientazione ma non molto italiana nello spirito." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 18 maggio 2017) "Seconda prova del palermitano Aronadio (dopo il premiato, ma meno convincente, 'Due vite per caso'), è una valida alternativa alla fabbrica di commediole ostinatamente in serie, imposte dal brand di comici famosi. (...) Un fischio all'orecchio, un ignoto amico morto, un bancomat impazzito e un otorino sadico burlone sono le coordinate del risveglio a tappe di questo narcisista incartato (forse troppo ingessato dalla sceneggiatura), una sorta di Nanni Moretti finito in un film di Marco Ferreri di lunghe sequenze analitiche. Ampio cast centrato, dal protagonista Balducci a mamma Villoresi. Out off da timbrare con un 'si veda!" (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 18 maggio 2017) "C'è l'esimio sociologo Alberto Abruzzese alle prese con i videogame, e altri cammei eccellenti, da Rocco Papaleo a Ivan Franek e Andrea Purgatori. Ci sono echi da 'II fischio al naso' (parto immaginifico di Ugo Tognazzi, Dino Buzzati e Rafael Azcona,1966), c'è un cazzeggio romano metropolitano e un bianco e nero indie - e 'wannabe' - d'Oltreoceano, e c'è una scommessa vinta dall'incubatore della Mostra di Venezia Biennale College, che l'ha tenuto a battesimo, e dal regista, all'opera seconda, Alessandro Aronadio. (...) Tra divertissement e cialtroneria, semplificazioni e debolezze, Orecchie si fa ben vedere: la sinestesia dell'anno." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 18 maggio 2017) "Il film di Aronadio è inusuale per il cinema italiano. Una comicità alla Allen e una regia alla Kaurismäki gli ingredienti di questo divertente affresco, in bianco e nero, per raccontare il senso di smarrimento e il comodo rifugio nell'anonimato." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 18 maggio 2017) "Ognuno dei personaggi che incontra ha il volto di un grande nome del cinema e del teatro italiani: Milena Vukotic, Pamela Villoresi, Rocco Papaleo, Piera Degli Esposti. Supplente di filosofia, incapace di «difendersi» dalla follia che lo circonda, il protagonista di 'Orecchie' è un rappresentante della generazione dei trenta-quarantenni italiani - della loro vita precaria avviata verso un futuro incerto che il film racchiude ironicamente nel racconto di una giornata storta. Con tanto di finale volutamente «all'americana» - dice lo stesso Aronadio - in cui l'unica soluzione per trovare un senso alla follia circostante è trovare qualcosa in cui credere, o magari arrendersi ad essa." (Giovanna Branca, 'Il Manifesto', 17 maggio 2017)

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